SpaceX prepara la capsula Dragon per il Pad Abort test

Immagine artistica del Pad Abort Test di Dragon. Credit: SpaceX.

Mentre è impegnata nella preparazione dei lanci del vettore Falcon 9 per le attività commerciali previste nei prossimi mesi, la compagnia spaziale Americana SpaceX ha presentato i piani per il test di abort durante il lancio della capsula Dragon destinata al trasporto di equipaggio, in programma per Giugno 2014.

La caspual Dragon per il Pad Abort test. Credit:: SpaceX.

La caspula Dragon per il Pad Abort test. Credit: SpaceX.

SpaceX sta realizzando la versione con equipaggio della capsula Dragon, attualmente utilizzata in verisone cargo per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), all’interno del programma Commercial Crew della Ahgenzia Spaziale Americana (NASA), dove compete con Boeing e Sierra Nevada Corporation per fornire alla NASA il nuovo sistema di trasporto di astronauti Americani in orbita terrestre bassa (LEO) e sulla Stazione Spaziale Internazionale dopo il termine del programma Space Shuttle.

Fra le tappe fondamentali della fase attuale del programma di sviluppo, c’è quella della definizione e test del sistema di salvataggio della capsula a seguito di anomalie durante la fase di lancio, per mezzo di un adeguato sistema di abort.

I tecnici della (NASA) e della Federal Aviation Administration (FAA) hanno incontrato i tecnici di della compagnia spaziale fondata da Elon Musk lo scorso 17 Settembre 2013, presso la sede SpaceX di Hawthorne in California, per partecipare alla revisione del piano del test di abort in volo della capsula Dragon, nel quale sono stati valutati i nuovi motori SuperDraco di cui sarà dotata, il software che guiderà le fasi di accensione e distacco di emergenza e l’interfaccia fra la capsula e il vettore Falcon 9 che la dovrà lanciare in orbita.

Con l’occasione hanno potuto anche visionare la capsula che verrà utilizzata per il test in programma il prossimo giugno 2014, attualmente in fase di costruzione.

Il test di abort in volo verrà effettuato presso la base di lancio di Cape Canaveral in Florida, dove la capsula per il test decollerà in cima ad un vettore Falcon 9 standard.

Dopo circa 73 secondi dal decollo, quando la capsula ed il vettore saranno sottoposti alle massime sollecitazioni aerodinamiche della fase di lancio, verrà inviato alla capsula il comando di abort del lancio che comporterà il distacco di emergenza dal razzo vettore e l’immediata accensione a piena potenza degli 8 motori a razzo SuperDraco, posti a coppie sulla superficie conica laterale della capsula, che consentiranno il rapido allontanamento di Dragon dal Falcon 9.

Test del motore Super Draco. Credit: SpaceX.

Test del motore SuperDraco. Credit: SpaceX.

La capsula effettuerà successivamente un discesa controllata per mezzo di paracadute che la porteranno a toccare dolcemente la superficie dell’Oceano Atlantico davanti alla costa della Florida, dove una nave di appoggio sarà in attesa per simulare le fasi di recupero della capsula e degli occupanti.

Ovviamente, per questo test la capsula sarà priva di un equipaggio umano, ma dotata di manichini simili a quelli utilizzati per i crash test automobilistici su cui saranno verificate le condizioni a cui sarebbero sottoposti gli astronauti in caso si dovesse effttuare una manovra di abort durante il lancio.

Dragon sarà inoltre dotata di circa 270 sensori che misureranno la grande varietà di forze e di effetti che le accelerazioni, che si svilupperanno durante il test, produrranno sulla capsula.

Il superamento della revisione del piano del test di abort in volo rappresenta la ottava tappa su 15 concordate fra NASA e SpaceX all’interno della attuale fase di sviluppo dei sistemi di lancio previsti dal programma Commercial Crew Integrated Capability (CCiCap), terza fase del programma Commercial Crew della NASA.

Fonte: NASA.

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Giuseppe Corleo

Ingegnere meccanico per corso di studi, informatico in ambito bancario per professione, appassionato di tutto ciò che riguarda astronomia, astronautica, meccanica, fisica e matematica. Articolista del sito Astronautinews.it dal 2011.