Al via alcune correzioni orbitali per Planck, in viaggio verso L2

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
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A partire dalla giornata di ieri, il satellite di ESA Planck, lanciato il 14 maggio da Kourou (CSG) con un Ariane 5, ha iniziato una serie di correzioni orbitali che consentiranno di raggiungere le corrette condizioni di posizione e velocità per l'inserzione in orbita Lissajous in prossimità del punto L2 del sistema Terra-Sole. L'inserzione nell'orbita operativa è prevista per l'inizio di luglio.

La manovra di correzione di mezza corsa è iniziata alle 19:28 di ieri CEST e continuerà per circa 30 ore: i propulsori principali di Planck effettueranno dei burn pulsati, accendendosi per 6 secondi ogni minuto. L'accensione pulsata è resa necessaria perchè l'assetto spinnato di Planck, con una velocità di rotazione di un giro al minuto, consente solo una legge di controllo di questo tipo, appurato che i thrusters sono fissi e quindi possono essere accesi solo quando nella giusta direzione.

La totalità della manovra determinerà un delta V di circa 150 m/s. Attualmente la velocità eliocentrica di Planck è di circa 29.4 km/s e la sua distanza dalla Terra è di 1.19 milioni di km. Conseguentemente a questa correzione orbitale verranno analizzati i parametri cinematici del satellite per verificare la correttezza del funzionamento dei thrusters, propagando numericamente la traiettoria allo scopo di verificare la necessità di una eventuale altra correzione il 17 giugno.

Un'ultima manovra è prevista per la prima settimana di Luglio e consentirà l'inserimento di Planck nell'orbita Lissajous operativa con una semiampiezza Ay di 400000 km, in cui effettuerà le osservazioni.

Planck, con una massa di 1900 kg, studierà il fenomeno della radiazione cosmica di fondo attraverso i due strumenti Low Frequency Instrument (LFI) ed High Frequency Instrument (HFI) che misureranno le fluttuazioni spazio-temporali della radiazione stessa. LFI ed HFI operano a temperature di 20 K e 0.1 K rispettivamente, pari a -253°C e -273°C. Per raggiungere queste temperature sono necessari dei sistemi basati su catene del freddo criogeniche, l'ultima delle quali basata sul raffreddamento ad Idrogeno4 e Idrogeno3 a basse temperature.

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