Procedura chiusura portelli Atlantis

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

E' tutto pronto per la chiusura della stiva dell'Atlantis, ormai pronto al lancio, sarà probabilmente la chiusura più importante della storia del programma visto che il raggiungimento della corretta posizione del tubo flessibile è condizione necessaria per iniziare il countdown.
La chiusura avverrà oggi in tarda serata o nelle prime ore di domani.
I test eseguiti sul sistema al pad non hanno rilevato problemi, non ci sono ostruzioni nel tubo piegato il quale non ha subito perdite in un test di pressurizzazione, e l'analisi radiografica non ha rilevato difetti fuori dalla norma, solo alcune deformazioni nella parte interna della curva provocate probabilmente da precedenti voli in condizioni nominali dal supporto e non da precedenti "pieghe" anomale.
Per il volo è preferibile un ritorno completo nella sede apposita del tubo assistendo l'operazione anche manualmente con l'asta apposita preparata.
L'eventuale perdita di freon durante il volo sarebbe un "mission success risk" ovvero la possibilità di mettere a rischio alcuni obiettivi della missione ma non sarebbe in ogni caso un rischio per l'equipaggio. Se la perdita non fosse consistente c'è un certo margine prima di cominciare a ridurre le utenze e l'utilizzo, compreso il "boiler" di ammoniaca.
Nell'eventualità, ancora più bassa, di una perdita ingente, con l'impossibilità di un tempestivo intervento del sistema automatico di sicurezza che isolerebbe il circuito, in caso ad esempio di scoppio del tubo, si avrebbe la perdita completa del circuito del freon. L'ipotesi è comunque considerata remota anche a seguito dei test eseguiti a terra su un provino che dopo 12 cicli "fuori sede" non ha rilevato danni o perdite.
Stilata anche la procedura di chiusura, che sarà eseguita da un tecnico USA, già mandato ad Huntington Beach per simulare questa operazione, la quale in tutti e tre i casi provati ha avuto successo, e ora già tornato al KSC per tentare su Atlantis.
La chiusura della stiva avverrà per step, permettendo l'uscita del tecnico al termine del lavoro, la prima parte avverrà come di consueto, mentre le ultime fasi, come detto, per step di una decina di gradi per volta in modo da controllare e guidare il tubo in sede.
Nelle prime 2-4 fasi il tecnico potrà salire su una scala e accompagnare il tubo direttamente con le mani o comunque da molto vicino, le ultime fasi invece, con la scala rimossa dovranno essere eseguite con l'asta apposita lunga circa 5 metri.
Il tecnico dovrà uscire quando mancheranno circa 20° alla chiusura completa, i test ad Huntington hanno ferificato che questo limite è comunque oltre il limite massimo da cui può verificarsi l'anomalia, ovvero se si arriva a quel valore si è sicuri che il tubo non possa più in alcun modo uscire nuovamente dalla propria sede.
Se ci dovessero essere problemi con questa procedura e in definitiva non si dovesse riuscire a sistemare i tubi per il volo si prospetterebbero almeno due ulteriori mesi di ritardo con un rollback al VAB, un de-stacking dell'Atlantis, un suo ritorno alla OPF e una sistemazione definitiva del problema.
Si potrebbe anche intervenire al pad ma il rischio è al limite dell'accettabile e comunque ci vorrebbe almeno un mese.
I problemi che sorgono sarebbero nelle operazioni con i radiatori, mai eseguite al pad e in verticale con il comportamento del circuito del freon mai testato in condizioni di lavoro di questo tipo.
Ad ora comunque si ha una certa confidenza nelle operazioni di questa sera.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.