Celle a combustibile per illuminare la notte lunare

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Come sopravvivere in un ambiente senza acqua ne vento e senza la luce solare per settimane intere?
E' una domanda che dovrà trovare risposta prima di tornare sulla Luna perchè in qualsiasi posizione si vorrà realizzare una base lunare ci saranno questi problemi.
La posizione prescelta è probabilmente al polo Sud lunare il quale potrà alleviare questo disagio il quale però rimarrà inevitabilmente un quesito da risolvere.
Mentre in alcuni luoghi della Luna la notte dura fino a 334 ore al polo questo periodo può essere ridotto fino a 100 ore circa, ma sorgeranno altri problemi, il Sole sarà sempre molto inclinato, sulla Luna non c'è aria per cui non ci si dovrà preoccupare dell'assorbimento atmosferico ma basterà una piccola duna o collina o cratere a oscurare i pannelli solari che riceveranno i raggi del Sole quasi orizzontali.
La soluzione potrebbe arrivare dalle celle a combustibile e in particolare da un derivato di un attuale modello studiato per un velivolo ad energia solare.
Nel 2005 l'ing. elettronico David Bents e il suo team del Glenn sono riusciti a realizzare per la prima volta un sistema chiuso a celle a combustibile.
Una cella a combustibile tradizionale utilizza ossigeno e idrogeno per produrre elettricità, producendo come scarto acqua, un sistema rigenerativo oltra a fare questo è in grado, fornendo energia elettrica, di ri-produrre ossigeno e idrogeno per elettrolisi partendo dall'acqua.
Basandosi su questo sistema il prototipo realizzato è completamente chiuso, nulla entra e nulla è scartato se non energia elettrica e calore con una vita teoricamente infinita senza mai essere rifornito.
Il funzionamento è quindi simile a quello di una batteria ricaricabile ma il vantaggio è, oltre alla durata, la capacità di immagazzinare dalle 4 alle 6 volte più energia a parità di peso.
Nell'estate 2005 questo sistema è stato testato in maniera continua e senza interruzioni per 5 giorni e 5 notti.
Ora si sta lavorando ad una versione migliorata e non ottimizzata per il volo atmosferico ma più specificatamente per la base lunare, il primo prototipo comincerà la fase di sviluppo nel 2008.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.