Le tracce dei primi uomini sulla Luna

Un’impronta lasciata da Buzz Aldrin sul suolo lunare in Apollo 11. Credit: NASA/Kipp Teague
Un’impronta lasciata da Buzz Aldrin sul suolo lunare in Apollo 11. Credit: NASA/Kipp Teague

Nelle prime ore del mattino in Italia del Il 21 luglio 1969, 45 anni fa, due esseri umani sbarcarono per la prima volta su un altro corpo celeste, la Luna. Erano gli astronauti Neil Armstrong, che compì il primo passo, ed Edwin “Buzz” Aldrin (come si chiamava all’epoca) di Apollo 11, una missione del programma Apollo di esplorazione lunare umana della NASA.

Questa straordinaria impresa scientifica e tecnologica di esplorazione è entrata nella storia, nella cultura popolare e nell’immaginario. È difficile dire quanto le testimonianze dei protagonisti e la documentazione visiva della missione faranno sopravvivere il ricordo di Apollo 11.

Qualcosa sopravviverà però per centinaia di migliaia o milioni di anni, forse più della stessa razza umana. Le tracce lasciate dagli astronauti di Apollo 11 sul suolo lunare, e le attrezzatura che utilizzarono per arrivare sulla Luna e compiere i primi esperimenti scientifici, testimonieranno il loro passaggio in quella notte del 1969.

Nel 2012 la sonda spaziale automatica Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA ha fotografato ad alta risoluzione il sito di atterraggio di Apollo 11, nel Mare della Tranquillità, da un’altitudine di soli 24 km. La sonda è stata in grado di riprendere dettagli grandi fino a 25 cm. È la vista orbitale più dettagliata della zona mai ottenuta.

Il sito di atterraggio di Apollo 11 fotografato dalla sonda lunare LRO da un’altitudine di 24 km. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University

Il sito di atterraggio di Apollo 11 fotografato dalla sonda lunare LRO da un’altitudine di 24 km. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University

In quell’immagine unica di LRO, che vi riproponiamo per celebrare il 45° anniversario di Apollo 11, si vedono le attrezzature degli astronauti. In un campo di vista ampio circa 200 metri riconosciamo lo stadio inferiore del modulo lunare (LM nella foto), la telecamera che trasmise la memorabile diretta televisiva seguita in tutto il mondo (Camera), il retroriflettore laser lasciato per misurare la distanza Terra-Luna (LRRR), la copertura abbandonata del LRRR (Discarded Cover), e un altro strumento scientifico, un sismometro (PSEP).

L’immagine di LRO mostra anche le suggestive tracce del passaggio degli astronauti, dell’attività di due esseri umani su un altro mondo. Sono le aree leggermente più scure intorno al modulo lunare e verso la telecamera, e le strette strisce scure che vanno verso gli strumenti scientifici e verso il cratere alla destra del modulo lunare, chiamato Little West, a una cinquantina di metri di distanza.

Quelle tracce non sono le impronte prodotte dagli scarponi degli astronauti, troppo piccole per essere visibili anche nelle immagini dettagliate di LRO. Sono invece causate dalla polvere lunare sollevata dai passi degli astronauti e dispersa lungo il cammino. La stretta striscia scura che raggiunge il cratere Little West è il percorso seguito da Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna, che si allontanò da solo per esaminare il cratere.

Un appassionato di spazio ha realizzato questo video, che illustra la disposizione degli elementi della scena. Ingrandisce il sito di atterraggio e confronta ciò che si vede nell’immagine di LRO dall’orbita con le foto scattate da Armstrong e Aldrin sulla superficie.

Un video simile, realizzato dalla NASA sulla base dei dati di LRO, mostra una visione più ampia e ingrandisce dall’intero disco lunare al sito di atterraggio, sorvolandolo e presentando il contesto della zona.

A 45 anni da quei passi non siamo in grado di dire se le generazioni che assistettero ad Apollo 11 potranno vedere altri esseri umani o veicoli robotici esplorare da vicino quella zona del Mare della Tranquillità, documentando ancora meglio ciò che resta dell’impresa. L’immagine di LRO rimarrà dunque a lungo la testimonianza più suggestiva di quelle tracce lasciate per la prima volta da esseri umani su un altro mondo.

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Paolo Amoroso

Si occupa di divulgazione e didattica dell'astronomia e dello spazio. Attualmente collabora con il Planetario di Milano e fino al 2012 ha lavorato per il Museo Astronomico di Brera. Si interessa di astronomia, astronautica ed esplorazione dello spazio e Google. È nel Direttivo dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA), per la quale svolge diverse attività fra cui la co-conduzione del podcast AstronautiCAST.