Seconda escursione lunare per Apollo 15
1º agosto 1971
Dal nostro inviato a Houston.
Gli astronauti David Scott e James Irwin hanno da poco concluso la seconda escursione lunare e potrebbero aver trovato un campione di roccia che era probabilmente l’obiettivo principale di questa missione: la “roccia della Genesi”.
La depressurizzazione della cabina del modulo lunare e la successiva uscita degli astronauti è cominciata poco prima delle 14 italiane. Tornati nuovamente a bordo del rover lunare, gli astronauti si sono accorti che stavolta le ruote anteriori sterzavano correttamente, dopo i problemi incontrati nella giornata di ieri. La regione da esplorare oggi è più o meno simile a quella di ieri. La prima delle stazioni previste, la numero 4, era stata però cancellata per permettere agli astronauti di avere più tempo a disposizione per risolvere il problema delle trapanazioni da effettuare in profondità per alcuni esperimenti, dopo che ieri Scott aveva avuto delle difficoltà.
Il primo obiettivo è stato quindi la stazione 5, il sito denominato “Front”. Durante il viaggio di avvicinamento Scott si è però accorto che il sito offriva poca variazione rispetto ai siti circostanti e quindi ha deciso di fermarsi a circa 3 km dal cratere San Giorgio, in quella che di fatto è diventata la stazione numero 6, cancellando quindi la 5. Dopo aver raccolto diversi campioni, esaminato il sito e un altro nelle vicinanze (stazione 6a), i due astronauti si sono diretti verso il cratere “Spur”, di circa 100 m di diametro e 20 m di profondità (stazione 7).
Guess what we found? Guess what we just found?
Astronauta David Scott, Apollo 15
Proprio nei pressi del cratere è avvenuta quella che potrebbe essere la scoperta principale della missione Apollo 15. La zona di atterraggio era stata infatti scelta proprio perché diversi geologi pensavano vi si potessero trovare rocce molto antiche che avrebbero potuto fare luce sulle possibili origini del nostro satellite. In pratica si era alla ricerca della “Roccia della Genesi“, come veniva informalmente chiamata. Durante la sosta alla stazione 7, quasi per caso, Scott ha notato una roccia dalle caratteristiche giuste, tanto da esclamare: «indovina cosa abbiamo trovato? Indovina cosa abbiamo appena trovato?». La risposta di James Irwin non si è fatta attendere: «penso che abbiamo trovato quello per cui siamo venuti!». Il campione, catalogato come numero 15.415, sarà analizzato a Terra per permettere agli scienziati di confermare o meno il suo valore straordinario, ma di sicuro ha reso i due astronauti piuttosto nervosi nel portare a termine la missione, tanto che Scott ha esclamato scherzosamente, poco dopo: «non perdere il tuo sacco adesso, Jim!», riferendosi al contenitore di campioni in cui era stata inserita la roccia.
I think we found what we came for
Astronauta James Irwin, Apollo 15
Dopo aver speso molto tempo dietro al campione 15.415, i due astronauti hanno deciso di ritornare verso il modulo lunare e fermarsi per alcuni minuti lungo la strada, nel sito che era originariamente la stazione numero 4, per raccogliere altri campioni. Nelle vicinanze del modulo Falcon, in quella che veniva battezzata stazione numero 8, gli astronauti hanno passato poco più di un’ora a cercare di risolvere il problema delle trivellazioni incontrato il giorno precedente. Anche oggi, però, non si è riusciti a scavare oltre i 2,4 m, contro gli oltre 3 m previsti per i vari esperimenti. L’ultima operazione della giornata prima del rientro nel modulo lunare è stata la sistemazione della bandiera americana. Questa seconda uscita è durata 7 ore e 12 minuti e sono stati percorsi circa 12,5 km. Domani avverrà l’ultima escursione e gli astronauti ripartiranno per riunirsi al modulo di comando e servizio dove li sta aspettando l’altro astronauta Alfred Worden.
Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.