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Nespoli in orbita, inizia la missione VITA

È partita VITA, la missione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che porterà Paolo Nespoli, sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lasciato la Terra alle 17,41 ora italiana dalla base russa di Bajkonur in Kazakistan con la capsula Sojuz MS-05. A bordo, insieme a Nespoli, anche il comandante russo Sergei Ryazansky e l’astronauta americano Randy Bresnik.

 

VITA, acronimo di Vitality, Innovation, Technology, Ability, è il nome della terza missione di lunga durata dell’ASI che come logo si è ispirata al Terzo Paradiso dell’artista Michelangelo Pistoletto. Durante la sua permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) Paolo Nespoli avrà il compito di seguire oltre 200 esperimenti di cui ben 11 selezionati da ASI, la gran parte dei quali biomedici e il resto tecnologici.

La missione VITA fa parte della partnership strategica tra ASI e NASA sancita dall’accordo bilaterale MPLM.  L’accordo stabilisce che a fronte della fornitura dell’ASI all’ente spaziale statunitense di tre moduli pressurizzati abitativi MPLM (Multi Purpose Pressurized Module), uno di questi trasformato in modulo permanente della ISS, la NASA garantisca all’Agenzia Spaziale Italiana delle opportunità di volo sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Il logo della terza missione dell’Astronauta ESA Paolo nespoli.

Il numero tre caratterizza questa missione: è la terza per Paolo Nespoli, così come tre sono quelle di lunga durata dell’ASI, infine il Terzo Paradiso di Pistoletto è il simbolo della missione VITA. Nelle due missioni precedenti Nespoli è rimasto complessivamente in orbita per 174 giorni: la prima, ESPERIA, di breve durata, nel 2007 a bordo dello shuttle STS-120 Discovery; la seconda, MagISStra, di lunga durata, nel 2010 con la Sojuz TMA-20. L’astronauta italiano, selezionato dall’ASI nel 1998, è membro del corpo degli astronauti europei di ESA. 60 anni compiuti lo scorso 6 aprile, Nespoli farà parte con i suoi compagni di volo dell’Expedition 52/53 del programma ISS, il cui rientro sulla Terra è previsto per il prossimo dicembre con l’atterraggio nel deserto della regione centrale de Kazakistan.

“È per me un grande piacere e un grande onore aver condiviso oggi la partenza di questa nuova missione dell’ASI e di questo nuovo viaggio di Paolo Nespoli, simbolo di quella esplorazione nei confini dello spazio e della vita che serve al genere umano per andare avanti, credere nel futuro, lasciare eredità positive a chi verrà dopo di noi”.

Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, che aggiunge. “Avere sulla Stazione Spaziale Internazionale un astronauta italiano è un fatto molto importante, perché dietro la presenza di Nespoli c’è un sistema che funziona e che ottiene risultati di alto livello. È il sistema dello spazio italiano, che a partire dall’ASI, passando per gli altri enti di ricerca, le università, e poi le industrie, conferma e fa crescere la sua eccellenza e competitività: nella formazione delle donne e gli uomini che lavorano in questo settore, nella capacità dei ricercatori di intraprendere le vie più interessanti della ricerca spaziale, nell’abilità dell’industria di sperimentare soluzioni tecnologiche d’avanguardia. Sullo spazio, l’Italia ha un’idea e un punto di vista forte, in grado di influenzare l’intera comunità spaziale internazionale”

“Paolo è in grande forma: ha energie, professionalità e capacità per garantire il successo della sua terza avventura nello spazio. Potremmo definirlo “Paolo alla terza potenza”, ha dichiarato il presidente dell’ASI, Roberto Battiston. “La Stazione Spaziale Internazionale è una meravigliosa casa comune della scienza e della tecnologia dove l’ASI ha un presidio scientifico permanente grazie agli accordi con la NASA. Questo perché l’Italia ha contribuito in maniera fondamentale alla sua costruzione: circa il 50% dei moduli dove gli astronauti vivono e lavorano è stato realizzato a Torino. Inoltre gli esperimenti della missione VITA sono molto importanti perché ci daranno delle indicazioni significative sulle missioni oltre le orbite basse, con la prospettiva dell’arrivo dell’uomo su Marte”.

‘La missione dell’astronauta ESA Paolo Nespoli – la 25esima di un astronauta europeo sull’ISS – marca ancora una volta – ricorda Elena Grifoni Winters, capo gabinetto dell’ESA – la presenza ormai imprescindibile dell’Europa nell’esplorazione umana dello spazio”.

La missione VITA è il terzo volo di un astronauta ESA di nazionalità italiana, negli ultimi quattro anni: Luca Parmitano, con la missione Volare nel 2013 e Samantha Cristoforetti con Futura nel 2014, entrambe missioni di lunga durata dell’ASI. In totale gli astronauti italiani sono sette di cui cinque che hanno soggiornato sulla Stazione Spaziale. Cade in questi giorni il 25esimo del volo di Franco Malerba, primo italiano a essere stato lanciato nello spazio. Sono seguite le missioni degli astronauti ESA di nazionalità italiana, Maurizio Cheli e Umberto Guidoni, le tre di Roberto Vittori e poi quelle di Nespoli, Parmitano e Cristoforetti.  A conferma del ruolo di primo piano del nostro Paese nel settore spaziale e in particolare in quello del volo umano.

Paolo Nespoli nel corso della sua missione andrà a stabilire svariati record, sia considerando il solo programma ISS che l’intera storia del volo spaziale umano.

Partendo dall’ambito nazionale, Nespoli eguaglierà Roberto Vittori come numero di voli spaziali effettuati (nessun altro italiano infatti è andato oltre le tre missioni nello spazio) mentre si riprenderà il primato, recentemente strappatogli da Samantha Cristoforetti, del tempo passato cumulativamente in orbita.

Non essendo ancora state comunicate le date esatte del rientro a Terra della Sojuz su cui volerà Nespoli non si possono fare calcoli precisi ma si può ragionevolmente stimare una permanenza nello spazio di 150 giorni, cioè circa cinque mesi tipici delle recenti missioni a lunga durata sulla ISS. Con questa permanenza, Paolo andrebbe a quota 320 giorni circa complessivamente passati nello spazio, superando i 200 giorni di Samantha Cristoforetti.

Questo valore lo porterebbe anche al secondo posto assoluto in Europa dietro ai 350 giorni del tedesco Thomas Reiter. Naturalmente basterebbe una permanenza poco più lunga (sempre possibile) per battere anche il record europeo di Reiter. Se questo avvenisse, Paolo Nespoli avrebbe davanti a sé solamente astronauti americani e russi dando ulteriore lustro alla sua carriera spaziale.

Restringendo l’ambito solamente al programma ISS, e considerando una permanenza sulla Stazione di 150 giorni, Nespoli arriverebbe a quota 315 giorni circa passati sull’avamposto spaziale che lo porterebbero non solo al primo posto in Europa (sopravanzando i 199 giorni di Samantha Cristoforetti attuale primatista) ma a insidiare anche il primo posto fra gli astronauti non americani e russi avvicinandosi all’attuale record detenuto dal giapponese Koichi Wakata con 327 giorni.

In questa sua terza missione spaziale, Paolo Nespoli stabilirà anche alcuni primati legati alla sua età. Paolo diventerà l’astronauta europeo più anziano ad essere mai andato nello spazio con i suoi 60,3 anni (al momento del lancio) battendo di oltre un anno l’attuale record di 59,1 anni che appartiene al francese Jean-Loup Chrétien e stabilito nell’ottobre 1997 al rientro dalla sua terza e ultima missione spaziale.

Al suo rientro avrà 60,8 anni ponendolo fra i primi cinque astronauti più anziani mai andati in orbita. A seconda del giorno esatto di rientro, Paolo potrebbe essere di poco davanti oppure dietro a Charles Simonyi che con 60,58 anni di età è al quarto posto assoluto in questa classifica.

 

Il logo VITA è stato realizzato dalla designer Elena D’Amato a partire dal simbolo “Terzo Paradiso” ideato dall’artista Michelangelo Pistoletto.

La designer del logo applica la patch della missione sulla tuta di Paolo Nespoli. Fonte: ASI

Terzo Paradiso è una fase artistica di Pistoletto nella quale ha voluto ricercare un nuovo simbolo di infinito. I due cerchi laterali rappresentano i poli opposti di natura e artificio che si uniscono nel lobo centrale, “grembo generativo di una nuova umanità” come lui stesso l’ha definito. Nel logo della missione il concetto è spiegato inserendo da un lato il simbolo del DNA, che raffigura la natura e la scienza, e dall’altro lato un libro, che rappresenta la capacità umana di imparare e trasformare la natura stessa, la cultura e l’apprendimento. La Terra, inserita nel lobo centrale, è l’unione armonica di questi due concetti che insieme danno luogo a nuova VITA, ma anche la pupilla dell’astronauta che osserva il nostro pianeta, simbolo dell’umanità intera. Il tutto è decorato con i colori della bandiera italiana dove il verde incornicia il lobo che racchiude la natura e il rosso può simboleggiare il sangue, la linfa vitale della conoscenza. Inoltre il blu di sfondo con le sue numerose sfumature rimanda al celebre “Pale Blu Dot“, alle numerose sfaccettature e diversità della Terra comunque unite in armonia.

Il nome, oltre a suscitare l’idea della creazione, è anche l’acronimo di VitalityInnovation, Technologye Ability, quattro aspetti indispensabili nelle missioni spaziali umane. VITA può anche essere letto su vari livelli, estrapolando l’Information Technology di IT o la natura tutta ITAliana della missione. Il nome della missione è stato pensato per rivolgersi ad un vasto pubblico, “vita” è una parola della lingua italiana molto conosciuta anche all’estero.

A differenza della missione MagISStra, il cui nome era stato scelto tra le varie proposte derivanti da una competizione a livello europeo, questa volta ASI ha proceduto internamente all’ideazione di logo e nome, alla stessa maniera della missione Esperia, dove era stato il designer di fama mondiale Giorgetto Giugiaro a presentarli secondo un accordo di sponsorizzazione siglato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) stessa.

Durante l’Expedition 52/53 sono previsti vari esperimenti di cui alcuni tutti italiani,  in particolare nell’ambito della biologia e fisiologia umana, nonché nel campo delle tecnologie della radioprotezione.

Gli esperimenti ASI della missione VITA. Fonte: ASI

 Gli esperimenti
CORM, ideato dall’Università di Firenze, studierà gli effetti della microgravità sulle cellule della retina.
MYOGRAVITY, dell’Università di Pescara, sarà una biopsia di cellule muscolari di Paolo Nespoli stesso, raffrontandole con quelle tenute a terra in condizioni di microgravità simulata per osservare nello specifico le differenze degenerative.
NANOROS, esperimento dell’Istituto Italiano di Tecnologia, prenderà in considerazione le cellule del tessuto cardiaco testando le potenzialità di cura dell’ossido di Cerio.
SERISM, del Campus Biomedico di Roma, contribuirà alla cura dell’osteoporosi studiando in ambiente di microgravità tessuto osseo ricavato da staminali presenti nel sangue.
ARAMIS è invece un’app ideata dalle torinesi Thales Alenia Space e Altec che permetterà a Paolo di compiere operazioni di manutenzione della ISS riducendone i tempi standard.
IN-SITU, esperimento dell’Università di Bologna, permetterà di analizzare nove parametri vitali partendo da campioni di saliva. Sarà un utile strumento di monitoraggio della salute degli astronauti.
ORTHOSTATIC TOLERANCE, pensato dall’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, prevede lo sviluppo di un protocollo di allenamento per mitigare gli effetti indesiderati dei fluidi corporei nel momento del rientro atmosferico.
PERSEO, dell’Università di Pavia in collaborazione con Thales Alenia Space, è un dimostratore tecnologico: una giacca riempita con acqua per verificare la capacità del liquido di proteggere gli astronauti dalle radiazioni. Un importante passo per i futuri viaggi verso il Pianeta Rosso.
MULTI-TROP, principalmente proposto dall’Università Federico II di Napoli, studierà il comportamento delle radici delle piante in orbita. Coinvolgerà anche gli studenti di una classe di un liceo scientifico.

Paolo, inoltre, avrà la possibilità di continuare ad utilizzare la macchina per il caffè ISSpresso, che non è solamente la protagonista delle pause degli astronauti tra un lavoro e l’altro, ma funge essa stessa da esperimento sui fluidi. È inoltre previsto anche una nova campagna di utilizzo dell’esperimento ARTE/THERMAL EXCHANGE di Argotec e del Politecnico di Torino, già a bordo della ISS, che prevede l’uso di uno scambiatore di calore per regolare la temperatura di alcune zone della Stazione tramite il flusso di quattro fluidi non tossici. Gli ultimi due esperimenti non primari potranno infine essere MINI-EUSO, frutto di un accordo tra Roscosmos e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ossia un telescopio utilizzabile per mappare la Terra in UV e studiare le traiettorie dei micrometeoriti e LIDAL, il successore di ALTEA, che rileverà le radiazioni a cui la Stazione Spaziale è sottoposta.

Tutti i dettagli degli esperimenti sono messi a disposizione da ASI in questa raccolta di pdf.

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