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ESA valuta le ricadute dei tagli ai fondi della NASA

Immagine artistica del rover Rosalind Franklin. Crediti: ESA

Immagine artistica del rover Rosalind Franklin. Crediti: ESA

Dopo la proposta del Presidente degli Stati Uniti di ridurre drasticamente i fondi destinati alla NASA per l’anno fiscale 2026, che comporterà il taglio di numerose missioni scientifiche, anche l’ESA si trova a dover valutare l’impatto di queste scelte. L’Agenzia spaziale europea, infatti, sta esaminando le possibili contromisure per salvaguardare i programmi congiunti, finora fortemente dipendenti dalla collaborazione con la controparte statunitense.

La discussione tra i funzionari dell’ESA è attualmente in corso ed è probabile che le strategie alternative saranno rese note ufficialmente a novembre 2025, quando si terrà la conferenza ministeriale dell’ente spaziale europeo.

Tra le priorità di ESA c’è la tutela degli investimenti sostenuti dai 23 Stati membri, affinché le risorse già stanziate non vadano perdute. L’obiettivo è individuare soluzioni che permettano di salvare i fondi destinati a missioni congiunte con la NASA ora a rischio cancellazione. A margine della riunione del Consiglio dell’ESA del 12 giugno, il direttore generale Josef Aschbacher ha dichiarato che è in corso un dialogo costante, aperto e trasparente con i vertici della NASA, con l’obiettivo di limitare al minimo l’impatto delle decisioni attese nei prossimi mesi.

Le missioni maggiormente esposte alle conseguenze di un eventuale ridimensionamento della collaborazione statunitense riguardano in particolare il settore dell’esplorazione spaziale. La possibile dismissione della capsula Orion dopo la missione Artemis III avrebbe ripercussioni dirette anche sul modulo di servizio europeo (ESM). A rischio sarebbero inoltre il Lunar Gateway, il progetto Mars Sample Return e il supporto al rover Rosalind Franklin, destinato a esplorare la superficie di Marte.

Daniel Neuenschwander, direttore dell’Esplorazione umana e robotica dell’Agenzia spaziale europea, ha annunciato che sono in corso valutazioni su possibili impieghi alternativi del modulo di servizio europeo, finora concepito per essere integrato nella capsula Orion, in collaborazione con i partner industriali coinvolti nella sua realizzazione.

Rappresentazione artistica del Lunar Gateway, la stazione in orbita cislunare a rischio stop. Crediti: ESA

Attualmente sono 19 le missioni scientifiche condotte in collaborazione con la NASA, 16 delle quali, secondo i funzionari dell’ESA, potrebbero proseguire grazie a soluzioni alternative, ancora in fase di studio. Questo sarebbe possibile grazie alle capacità tecniche e al know-how presente nel Vecchio Continente, che garantirebbe una certa autonomia qualora fosse necessario.

L’impatto dei tagli ai fondi della NASA investirebbe non solo le missioni di esplorazione di Marte e della Luna, ma anche molti programmi di osservazione della Terra nei quali la collaborazione tra le due agenzie riveste un ruolo essenziale. Tra queste vi è Sentinel-6C, missione appartenente al programma dell’Unione europea Copernicus, fondamentale per lo studio dell’innalzamento del livello dei mari sul nostro pianeta.

Canada, India e future collaborazioni

Per far fronte a questa situazione, l’ESA, che già intrattiene solide relazioni con numerose agenzie spaziali a livello globale, intende rafforzare ulteriormente i legami internazionali. L’obiettivo è attenuare, se necessario, gli effetti della riduzione del tetto di spesa della NASA, garantendo così la continuità dei programmi coinvolti. In questo scenario, l’Agenzia spaziale europea si dimostra aperta, così, a nuovi accordi, facendo leva sulla propria reputazione di partner affidabile, come evidenziato dal Direttore Generale.

Nel quadro delle strategie messe in campo per far fronte ai recenti tagli al bilancio NASA, assume particolare rilievo la visita di Josef Aschbacher in Canada. Il Paese nordamericano, con cui l’Agenzia spaziale europea vanta da tempo un rapporto solido e consolidato, ha accolto per la prima volta in 25 anni la visita del suo massimo rappresentante. L’incontro ha rappresentato un momento chiave per rafforzare i legami esistenti, suggellati dalla firma di un nuovo accordo di collaborazione.

In un contesto internazionale in rapida evoluzione, l’ente europeo ha recentemente stretto anche un accordo con l’Agenzia spaziale indiana, ISRO, siglato a maggio 2025. Questo patto apre la strada a collaborazioni strategiche, tra cui la possibilità per gli astronauti europei di fare visita alla stazione spaziale indiana attualmente in fase di progettazione, segnando così un passo importante verso un più ampio partenariato globale.

Diversa invece la situazione con la Cina, che, secondo quanto evidenziato da Aschbacher, al momento non registra collaborazioni significative con l’ESA. Il Direttore ha inoltre lasciato intendere che, almeno nel breve termine, non sono previste aperture a nuove partnership con Pechino.

Fonte: SpaceNews


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