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Tante tortillas e un kit per il reboost: decollata CRS-33

Un'immagine ravvicinata del kit di reboost installato nella sezione non pressurizzata della Dragon. Credits: SpaceX

Alle 08:45 italiane del 24 agosto 2025 è stata lanciata la missione CRS-33 verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) da un Falcon 9 di SpaceX. Il decollo è avvenuto dallo Space Launch Complex 40 del Kennedy Space Center, in Florida. Si tratta della 13a missione della Dragon 2, la 33a di una Cargo Dragon, nell’ambito del Commercial Resupply Services, il programma di rifornimento della Stazione effettuato da compagnie private statunitensi e promosso dall’Agenzia spaziale statunitense (NASA).


Il primo stadio, il booster B1090, era al sesto volo: ha partecipato a O3b mPower 7-8 e 9-10, Starlink 6-67 e 10-18, Bandwagon 3 (una missione rideshare – un lancio condiviso – con decine di satelliti di aziende diverse) e Crew-10. Anche questa volta è stato recuperato con successo sulla piattaforma autonoma A Shortfall Of Gravitas (ASOG), stazionata nell’Oceano Atlantico, nove minuti dopo essere decollato.

Dopo circa due minuti e mezzo dalla partenza, i due stadi si sono separati e dopo altri 12 circa anche la Dragon si è staccata e ha cominciato l’avvicinamento alla Stazione. L’attracco è previsto per lunedì 25 agosto alle 13:30: come per tutte le missioni della Dragon 2 le operazioni saranno svolte in autonomia dalla capsula, con la supervisione di Mike Fincke e Jonny Kim, pronti a prendere il controllo da remoto. NASA seguirà l’evento con la consueta diretta sui propri canali social, ma nel frattempo è possibile vedere la posizione della Dragon in tempo reale sul sito dedicato di SpaceX. Il ritorno della capsula è previsto per dicembre, in quella che è la prima missione di lunga durata: sarà riempita con esperimenti scientifici terminati, strumenti o pezzi da aggiustare e altro materiale. La capsula è infatti attualmente l’unica che effettua un rientro non distruttivo e che viene riutilizzata: l’esemplare di questa missione, C211, è al terzo volo dopo CRS-26 e CRS-29.

Carico a bordo

La Dragon è stata caricata con circa 2.300 kg di rifornimenti e circa 50 esperimenti scientifici. Tra questi NASA ha deciso di evidenziarne alcuni, sia in un articolo che nella consueta teleconferenza prelancio. A questi si aggiungono strumenti per l’esercizio fisico, filtri per il processamento dell’urina e dell’acqua, per il monitoraggio dei gas e dei suoni.

Prevenzione della perdita ossea nello spazio

L’esperimento Microgravity Associated Bone Loss-B (MABL-B) studierà gli effetti della microgravità sulle cellule staminali del midollo osseo e potrebbe portare ad un miglioramento nella comprensione dei meccanismi molecolari di base della perdita ossea durante i voli spaziali.

Stampa 3D di utensili e parti

Sponsorizzato dall’Agenzia spaziale europea (ESA), permetterà far progredire la tecnologia della stampa 3D nello spazio. L’obiettivo nel lungo termine è quello di poter fabbricare all’occorrenza utensili e parti sostitutive per gli ambienti in cui gli astronauti soggiorneranno. Soprattutto per le missioni sulla Luna o su Marte, luoghi non facilmente raggiungibili in poco tempo come la ISS, si tratterà di una abilità fondamentale.

Gli ultimi progressi in questo campo hanno permesso di stampare in 3D oggetti in metallo.

Crescita di tessuti umani

Tra gli esperimenti che possono avere anche implicazioni sulla vita sulla Terra c’è la crescita di tessuti del fegato completi di vasi sanguigni: verrà effettuata una comparazione con alcuni campioni coltivati a Terra, in modo da capire se la microgravità migliora il processo di sviluppo. In una missione precedente era stata verificata la sopravvivenza e le funzionalità dei tessuti nello spazio.

Creazione di un dispositivo impiantabile per il trasporto di medicinali

Sempre nell’ambito della salute umana verrà creato in microgravità un dispositivo impiantabile progettato per assistere nella ricrescita dei nervi a seguito di infortuni. La stampa all’interno della ISS potrebbe portare alla costruzione di dispositivi di miglior qualità rispetto a quelli prodotti sulla Terra. Il processo è simile all’esperimento precedente, a partire da cellule viventi o proteine come costituenti di base.

Kit per il reboost della ISS

Si tratta forse dell’esperimento più interessante per gli appassionati di astronautica. È un sistema di propulsione indipendente da quello della capsula ed è installato nel trunk, la sezione non pressurizzata della Dragon: è pensato per supportare il mantenimento della quota dell’avamposto spaziale. Il reboost, questo il termine tecnico, verrà effettuato tramite una serie di accensioni durante tutto l’autunno.

Sarah Walker, direttrice delle missioni Dragon di SpaceX, ha detto che «si tratta di una combinazione di hardware che ha già volato e di unità nuove», in riferimento al design del sistema di propulsione. Ha aggiunto che «i serbatoi del boost kit hanno volato durante il test di abort in volo della Dragon nel gennaio 2020 e i motori Draco durante la missione Crew-8». Il kit nei fatti è composto da «sei serbatoi per il propellente, un serbatoio di pressione, due motori Draco e un nuovo sistema di riscaldamento e isolamento» per le accensioni più lunghe. A questo è stata aggiunta «una coperta termica al trunk e delle linee di comunicazione aggiuntive»: queste erano già presenti e sono state semplicemente instradate verso il kit.

Rispondendo ad una domanda Walker ha affermato che l’installazione del kit per il reboost ha richiesto alcune piccole modifiche alla struttura del trunk: «un paio di punti di attacco […] che verranno aggiunti a tutti gli altri trunk» delle altre Dragon a disposizione dell’azienda. In questo modo «se NASA volesse far volare un’altra missione di reboost, l’integrazione sarà più facile».

L’innalzamento dell’altitudine dell’avamposto è un’operazione periodica e pianificata con mesi di anticipo: si rende necessaria per compensare la perdita dovuta all’attrito con le poche molecole di atmosfera presenti. Solitamente viene eseguita dalle navette russe Progress, ma nel corso degli anni è stata affidata anche ad altri veicoli: lo Space Shuttle della NASA, l’Automated Transfer Vehicle (ATV) dell’ESA e la navetta Cygnus di Northrop Grumman. L’ultima ad aggiungersi è stata la Dragon l’8 novembre 2024, durante la missione CRS-31. In merito a quest’ultimo esperimento, Walker ha precisato che i Draco utilizzati erano quelli della capsula, così come lo era il propellente: con il kit di reboost il sistema sarà autonomo e soprattutto punterà nella direzione corretta, per massimizzare i risultati.

Walker ha infine dato un’idea di quale sarà l’effetto complessivo dei reboost: «molto vicino ad una volta e mezzo di quello di una singola Progress», anche se rappresenta solamente «un terzo o un quarto di quanto necessario durante un periodo di alta attività solare», come lo è in questo momento. La Dragon poi si «prenderà in carico la maggior parte del lavoro di reboost finché resterà attraccata», anche se per ora non ci sono piani ufficiali per ulteriori correzioni orbitali in futuro.

Tante tortillas

Durante la teleconferenza Bill Spetch, Operations Integration Manager della ISS per conto della NASA ha comunicato anche qualche numero rispetto alla quantità di cibo che arriverà sulla Stazione. Ci saranno «129 menù standard, di cui 14 solo per le tortillas», per un totale di oltre 1.500: un pasto standard può contenere 10 diverse categorie di cibo, che spaziano dalla colazione ai dessert, passando per frutta, verdura, carne, pesce o, per l’appunto, tortillas. In ogni caso si tratta di cibo preconfezionato che può essere conservato per tre anni. Ci saranno poi «33 menù specifici per gli equipaggi», di cui non sono stati rivelati i contenuti per motivi di riservatezza, e «18 buste per caffè o tè».

Le tortillas hanno ricevuto una particolare attenzione, dal momento che sono preferite ad altri tipi di pane perché producono meno briciole: per la prima volta sono anche state incartate in una confezione dedicata.


Fonti: NASA, conferenza prelancio, ISS Food System Overview

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