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Aggiornamenti dal sistema solare: giugno 2019

In attesa del 50º anniversario del primo sbarco sulla Luna, non mancano le notizie dal sistema solare. Rimanendo in ambito lunare, Blue Origin ha collaudato un nuovo motore per un lander, il BE-7. Passi in avanti, inoltre, anche per Orion e il programma Artemis, con lo svolgimento con successo del test di aborto in volo della capsula destinata al trasporto di astronauti.

Cominciano ad arrivare con maggior frequenza anche le notizie relative alle prossime missioni marziane, che partiranno la prossima estate. Tra i numerosi aggiornamenti sull’assemblaggio del prossimo rover della NASA Mars 2020 c’è anche l’annuncio della competizione che partirà in autunno tra i ragazzi della scuole primarie e secondarie americane per dare un nome proprio al rover. Progressi anche in casa europea, con i test al sistema di paracadute della missione ExoMars 2020 che, purtroppo, hanno evidenziato qualche piccolo malfunzionamento.

Per finire, due nuove missioni sono state annunciate il mese scorso. La prima è Dragonfly, di NASA, che porterà un drone volante su Titano, l’interessante satellite di Saturno. Dal canto suo, ESA ha annunciato una piccola missione per lo studio di una cometa dinamicamente nuova.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Dovrebbe essere imminente il lancio della prossima missione lunare indiana Chandrayaan 2. La partenza è attualmente fissata per il 14 luglio e nei giorni scorsi è avvenuta l’integrazione delle tre componenti (l’orbiter, il lander Vikram e il rover Pragyan).

Il rover Pragyam installato su una rampa di Vikram. Credit: ISRO

Sempre la Luna sarà l’obiettivo di Chang’e 5, che rappresenterà il culmine del programma di esplorazione robotica cinese del nostro satellite, con la raccolta e l’invio a terra di campioni del suolo lunare. Il volo di Chang’e 5 è attualmente previsto per dicembre, ma è contingente al successo del ritorno in volo del lanciatore pesante Lunga Marcia 5.

Esplorando la Luna

Sulla superficie del nostro satellite è terminato anche il settimo giorno lunare di operazioni scientifiche per la missione Chang’e 4 dell’agenzia spaziale cinese. Sia il lander che il rover Yutu 2 sono stati messi in ibernazione il 9 luglio nel cratere Von Kármán, sul lato nascosto della Luna. Le comunicazioni con la Terra sono garantite dal satellite ripetitore Queqiao, in orbita presso il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.

Continuano ad esplorare il nostro satellite dall’orbita anche Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) e ARTEMIS (2 sonde, NASA), mentre sulla superficie dovrebbe essere ancora attivo almeno uno strumento (il telescopio all’ultravioletto) del lander cinese Chang’e 3.

Nel sistema solare interno

La missione ESA/JAXA BepiColombo è in viaggio verso Mercurio. Il Mercury Transfer Module (MTM) sta trasportando le due sonde di cui si compone la missione: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA.

Parker Solar Probe (NASA), sonda progettata per lo studio della nostra stella, è al momento nel punto più lontano della sua orbita molto ellittica intorno al Sole, tra le orbite di Venere e della Terra. La sonda culminerà l’anno con il secondo sorvolo di Venere, che contribuirà a ridurre ulteriormente il raggio dell’orbita.

Altre missioni che continuano a studiare il sistema solare interno sono gli osservatori solari STEREO-B (NASA), WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA), la sonda in orbita venusiana Akatsuki (JAXA) e l’ex-missione lunare Chang’e 2 (CNSA).

In orbita eliocentrica nel sistema solare interno ci sono poi i due telescopi spaziali Gaia (ESA) e Spitzer (NASA). Per quest’ultimo, purtroppo, non ci sono buone notizie. La mancanza di nuovi fondi porterà l’agenzia spaziale americana a terminare la missione a fine gennaio 2020.

A caccia di asteroidi NEO

Hayabusa 2 (JAXA) sta esplorando il vicino asteroide Ryugu. Finalmente i responsabili della JAXA hanno annunciato che il secondo campionamento si farà ed avverrà l’11 luglio.

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx sta explorando il suo asteroide, Bennu. Dopo aver volato in formazione con Bennu per alcuni mesi, la sonda ha manovrato lo scorso 12 giugno entrando nuovamente in orbita intorno al piccolo oggetto alla distenza record di soli 680 m. Questa fase, chiamata Orbital-B, durerà un paio di mesi prima di lasciare spazio alla fase Orbital-C, in un’orbita un po’ più alta.

La flotta marziana

Siamo al sol 220 sulla supericie di Marte per InSight (NASA). Prosegue il delicato lavoro di recupero della missione del penetratore termico HP3, la “talpa” progettata per scavare fino a 5 m nel sottosuolo. Nel mese scorso è stato rimosso il supporto di superficie per rendere visibile il penetratore e analizzare ulteriormente il da farsi.

La manovra di spostamento del supporto di HP3 da parte del braccio robito di Insight. Credit: NASA/JPL-Caltech

Ha ormai raggiunto il sol numero 2462 su Marte il rover della NASA Curiosity. MSL si è lasciato alle spalle il Vera Rubin Ridge e ha ormai superato i 20 km percorsi. Curiosity sta continuando a studiare un terreno argilloso nella regione di Glen Torridon.

Intorno a Marte ci sono anche Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos) Mars Orbiter Mission (ISRO), MAVEN (NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA), tuttora operative nelle loro missioni.

Nel sistema solare esterno

La sonda Juno (NASA) è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda effettuerà il passaggio ravvicinato PJ21 il 21 luglio.

New Horizons (NASA) continua il suo viaggio nella fascia di Kuiper, dopo aver sorvolato 2014 MU69, meglio noto come “Ultima Thule”.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Nonostante siano attive da oltre 42 anni, i tecnici NASA hanno sviluppato un nuovo piano per allungarne ulteriormente la vita, grazie ad un’accurata gestione degli strumenti ancora attivi. Voyager 1 si trova attualmente a circa 146 UA dalla Terra (20 ore e 10 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 120 UA dalla Terra (16 ore e 41 minuti-luce).

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