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Rinviato il lancio della Progress MS-07 (con un payload ignoto a bordo)

Il lancio del vettore Sojuz con la navetta robotica Progress diretta alla Stazione Spaziale Internazionale è stato annullato ieri, pochi secondi prima del termine del conto alla rovescia. Un ritardo insolito per il lanciatore più affidabile del mondo.

Il lancio della capsula cargo russa Progress MS-07, previsto per ieri, 12 ottobre, alle 11:32 ora italiana dal Cosmodromo di Bajkonur a bordo di un Sojuz 2.1A, è stato rinviato a causa di un problema ancora non individuato con precisione, riscontrato nel vettore pochi istanti prima del decollo. L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha spostato il lancio della capsula destinata a trasportare sulla Stazione Spaziale Internazionale quasi tre tonnellate di rifornimenti alla prima finestra temporale possibile, sabato 14 ottobre alle 10:46 ora italiana. Il rinvio del volo costringerà Roscosmos a rimandare alla prossima missione Progress il tentativo di rendez-vous “espresso” in sole tre ore e trenta minuti. Se il lancio avverrà con successo, la capsula eseguirà il rendez-vous “classico” in due giorni, arrivando così sulla Stazione Spaziale il 16 ottobre alle 13:11 ora italiana. Il tempo di arrivo standard sulla Stazione Spaziale per una Sojuz o Progress che puntino ad un rendez-vous veloce in quattro orbite complete intorno alla Terra, è infatti di circa sei ore. Con il lancio che avverrà potenzialmente domani, la Progress MS-07 compirà invece 34 orbite intorno alla Terra prima di raggiungere la Stazione e attraccarvi, portando a termine la consegna di 2,9 tonnellate di combustibile, ossigeno, aria, acqua e altro materiale all’equipaggio di sei astronauti attualmente presente sulla Stazione.

La curiosità principale intorno alla Progress MS-07, a parte il tentativo di attracco super-rapido ormai sfumato, è il “mistero” collegato alla presenza di un payload scientifico russo a bordo della capsula il cui scopo non sarebbe stato condiviso con la NASA.

Gli specialisti della NASA hanno notato la presenza di un dispositivo visibile in alcune fotografie prese prima che la navetta fosse incapsulata nell’accoppiamento con la Sojuz. Il fatto che compaia nelle foto e sia visibile, significa che non si tratta di un esperimento di segretezza elevatissima, ma rimane un carico utile scientifico non comunicato alla NASA. Alle domande dell’agenzia spaziale americana rivolte a Roscosmos in merito alla natura del dispositivo, l’agenzia russa ha risposto che si tratta di un esperimento scientifico che avrà un viaggio di sola andata presso la Stazione Spaziale senza aggiungere altri dettagli. Questa è con ogni probabilità la prima volta in 19 anni di cooperazione USA-Russia sulla Stazione Spaziale che uno dei due partner porta in orbita un cargo non noto agli altri membri. Non è però la prima volta che ad un partner capiti di dimenticare gli standard e i regolamenti: lo scorso giugno un satellite segreto americano avrebbe eseguito dei passaggi nei pressi dell’orbita della Stazione per ragioni non note.

La posizione del payload in questione è però nota: la Progress M-24M lanciata nel 2014 portò nella stessa posizione l’esperimento Otrazhenie-5, un sensore ottico progettato per monitorare i fenomeni atmosferici e le loro proprietà di riflessione della luce. Le osservazioni di Otrazhenie furono di breve durata, raccogliendo dati solamente dopo il distacco della Progress dalla Stazione fino alla distruzione nell’atmosfera terrestre. La riedizione di un simile esperimento potrebbe essere collegata all’uso di sensori per il tracciamento di missili e altri obiettivi militari. È per questo che le ipotesi degli esperti NASA sono pertanto orientate alla spiegazione secondo cui il payload ignoto sulla Progress MS-07 sia una riedizione dell’esperimento Otrazhenie, anche se l’hardware sembra essere sostanzialmente diverso.

La Progress MS-07 è destinata a rimanere attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale sino al 28 marzo 2018: un periodo di permanenza decisamente lungo, durante il quale si vedrà se ci saranno aggiornamenti in merito all’esperimento omesso nelle comunicazione con la NASA prima del lancio.

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