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L-292: Per evitare di farvi male alle gambe quando atterra la Sojuz

Samantha Cristoforetti in tuta Sokol nel simulatore Soyuz a Star City. Fonte: Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti in tuta Sokol nel simulatore Sojuz a Star City. Fonte: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Star City (Mosca, Russia), 5 febbraio 2014—Oggi abbiamo avuto una lunga simulazione con Terry e Anton provando tutte le operazioni dal momento in cui prendiamo i nostri posti sulla rampa di lancio al docking… beh, in realtà non siamo proprio arrivati al docking, abbiamo finito il tempo a pochi km dalla Stazione. Ma è stata in ogni caso un’intensa giornata di addestramento con molte occasioni di apprendimento!

Fra l’altro, questo è come sarà il nostro primo giorno di esami fra un paio di mesi, quando faremo le nostre simulazioni di qualificazione ufficiali come equipaggio di backup dei ragazzi della Expedition 40. In questo tipo di simulazioni, visto che l’esame prevede che arriviamo alla ISS in qualche modo, non avremo mai malfunzionamenti catastrofici come un incendio, una depressurizzazione o una perdita nelle condutture del propellente: quegli scenari ci obbligherebbero a un immediato rientro d’emergenza.

Invece avremo un certo numero di malfunzionamenti meno gravi, che oggi hanno compreso per esempio una mancanza di ventilazione nella tuta di Terry, una perdita in una delle condutture dell’ossigeno, un guasto del ricevitore radio principale, una rottura di un analizzatore di gas che ci ha obbligati a mantenere manualmente la pressione interna entro limiti accettabili aprendo e chiudendo la valvola di erogazione dell’ossigeno, e una serie di avarie sia dell’unità principale sia di backup del Kurs, che ci avrebbero poi obbligati a un rendezvous e docking manuale, se fossimo arrivati così avanti.

La tuta Sokol e le cinghie alle ginocchia. Fonte: Samantha Cristoforetti

Durante l’addestramento Sojuz non indossiamo sempre le nostre Sokol, ma queste cosiddette simulazioni “in tuta” sono molto utili per farci abituare a legarci adeguatamente e organizzare le nostre azioni. Come potreste avere notato, non abbiamo esattamente molto spazio per muoverci nel modulo di discesa, così è una cosa veramente buona fare pratica nel gestire la tuta in quello spazio angusto.

Ho allegato un paio di foto in cui potete vedere le cinghie alle ginocchia. Dal momento che al rientro l’impatto con il suolo è piuttosto violento, è importante che le gambe siano legate al seggiolino: se fossero libere di muoversi, le gambe potrebbero urtare violentemente il pannello di controllo appena sopra e causare traumi molto seri. Non avere le cinghie delle gambe al posto giusto è stata una questione seria discussa nel debrief in una delle nostre simulazioni precedenti, così ora abbiamo l’abitudine di controllarci a vicenda con attenzione.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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