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L-491: Spostamento del sonno, jet lag e grandi aerei

L’A380 per Houston in attesa all’aeroporto di Francoforte su cui sta per imbarcarsi Samantha Cristoforetti il 28/07/2013. Fonte: Samantha Cristoforetti

L’A380 per Houston in attesa all’aeroporto di Francoforte su cui sta per imbarcarsi Samantha Cristoforetti il 28/07/2013. Fonte: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Francoforte (Germania), 28 luglio 2013—Sono in viaggio verso il Johnson Space Center per quattro settimane di addestramento negli USA.

Una breve corsa in treno da Colonia all’aeroporto di Francoforte questa mattina presto e ora un volo di 11 ore per Houston. C’è un A380 in attesa al gate, l’imbarco sta per iniziare. Come potete vedere nella foto, l’imbarco su questa “bestia” avviene attraverso tre tunnel su più livelli!

Non sto aspettando con entusiasmo la differenza di fuso orario di 7 ore. In realtà 9 ore rispetto a Star City, dove ero solo due giorni fa. Il jet lag potrebbe essere il singolo più grande ostacolo dell’addestramento degli astronauti per me: mi ci vuole sempre da una settimana a dieci giorni per tornare ai normali ritmi di sonno dopo un volo intercontinentale. Forse perché sono abituata a essere una che dorme sodo e tipicamente mi addormento entro pochi secondi da quando mi appoggio sul cuscino, gestire le alterazioni del sonno non è il mio forte.

Ad ogni modo, lo vedo come parte dell’addestramento. Lo spostamento dei turni di sonno avviene piuttosto spesso sulla Stazione Spaziale Internazionale, in particolare quando l’equipaggio deve supportare l’arrivo di nuovi membri o di veicoli di rifornimento come Progress, ATV, HTV, Dragon o, in futuro, Cygnus. Come potete bene immaginare, i tempi di attracco sono determinati dalla meccanica celeste, le finestre di lancio e i requisiti di giorno/notte orbitale, non dai turni di sonno dell’equipaggio.

Sto sperimentando un approccio più intenzionale allo spostamento del sonno. Questa mattina indosso degli occhiali da sole per ridurre l’esposizione alla luce mentre è notte a Houston. E ho dormito deliberatamente solo un paio d’ore l’altra notte, nella speranza che questo mi aiuti a dormire per la maggior parte del volo per gli USA. Fra un paio di settimane avrò un briefing al Johnson Space Center sulle tecniche di spostamento del sonno: non vedo l’ora di imparare qualche trucco utile!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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