L’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’azienda italiana Avio hanno siglato un accordo per lo sviluppo di uno upper stage (“stadio superiore”) riutilizzabile, compatibile sia con l’evoluzione del piccolo lanciatore Vega-C sia con il futuro booster in corso di realizzazione, concepito già per essere recuperato.
La firma del contratto è avvenuta lo scorso 29 settembre durante l’International Aeronautical Congress (IAC 2025) di Sydney in Australia tra Toni Tolker-Nielsen, ESA Director of Space Transportation, e Marino Fragnito, Avio Chief Commercial Officer and Launch Services Director.
L’accordo del valore di 40 milioni di euro per i prossimi 24 mesi, prevede lo studio e la scelta dei requisiti necessari alla progettazione del dimostratore di volo e delle infrastrutture di supporto a terra.
L’Agenzia spaziale europea ha scelto di avviare lo sviluppo di un lanciatore parzialmente riutilizzabile nel 2019, finanziando il programma sperimentale Themis. Attualmente un prototipo è quasi pronto per il primo test di lancio e atterraggio presso il centro Esrange di Kiruna in Svezia.
Al momento a livello europeo ci sono diversi programmi, in diversi stadi di avanzamento portati avanti da agenzie spaziali nazionali o aziende private, che puntano a realizzare vettori, capsule e veicoli riutilizzabili:
- Themis (ESA)
- Space Rider (ESA)
- FROG (CNES)
- Callisto (CNES/DLR/JAXA)
- ReFex (DLR)
- Susie (ArianeGroup)
- Maia (MaiaSpace)
- Miura 5 (PLD Space)
- Orbex Prime (Orbital Express Launch)
- Vortex (Dassault)
- Nyx (The Exploration Company)
- STS IFD1 Vega Next (Avio)
- LEO Cargo Return Service (Thales Alenia Space)
- EOS (Sidereus Space Dynamics)
- Sirius (Sirius Space).
Se SpaceX ha dimostrato già dal dicembre 2015 di poter far atterrare con successo il primo stadio. Per il recupero del secondo, invece, la questione è molto più complessa, in quanto il razzo deve sopravvivere alle gravose condizioni di un rientro dalla velocità orbitale e finalizzare un atterraggio controllato. Infatti negli ultimi due anni la navetta Starship ha incontrato numerose difficoltà per riuscire almeno ad ammarare integra nell’oceano.
Finora il secondo stadio degno di nota che è riuscito nell’impresa di portare notevoli carichi in orbita, rientrare e tornare di nuovo in volo sono stati gli orbiter (i cinque spazioplani) del programma NASA Space Transportation System, meglio conosciuto come Space Shuttle, con 133 successi su 135 lanci in 30 anni di operatività.
Fonte: ESA