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Annunciato il lancio di CHEOPS per l’autunno 2019

L’Agenzia Spaziale Europea ha recentemente annunciato che il piccolo telescopio spaziale CHEOPS (CHaracterising ExoPlanet Satellite) verrà lanciato nel periodo compreso tra il 15 ottobre ed il 14 novembre 2019. Il lancio avverrà dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana francese, per mezzo di un vettore russo Sojuz gestito da Arianespace, che avrà anche a bordo un satellite italiano della costellazione Cosmo-SkyMed.

La missione CHEOPS, scelta nel 2012 come prima candidata “small class” del “Cosmic Vision Programme” dell’ESA, nasce dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea, lo Swiss Space Office, il Center for Space and Habitability dell’Università di Berna in cooperazione con altre università europee ed Airbus Defence and Space Spagna che ha realizzato il satellite.
Una volta raggiunta la sua posizione in orbita eliosincrona a 700 km di altitudine e viaggiando sempre sulla linea del terminatore (luce/ombra), CHEOPS utilizzerà un telescopio ottico Ritchey–Chrétien, di 32 cm di apertura con focale F/8, per osservare i transiti di esopianeti già noti, davanti alle rispettive stelle.

Il team scientifico di CHEOPS in visita presso l’ESTEC in Olanda lo scorso settembre. Credit CHEOPS.

L’obitettivo di CHEOPS sarà di raccogliere più dati possibili di esopianeti delle dimensioni comprese tra quelle della Terra e Nettuno (1-6 raggi terrestri). Osservando esopianeti già noti, verranno effettuate osservazioni multiple e molto precise dello stesso pianeta, per poter stabilire con esattezza le dimensioni e la densità.
Inoltre, stabilendone la composizione, la sua orbita intorno alla propria stella e le informazioni di quest’ultima, sarà possibile risalire alla storia evolutiva del pianeta.

CHEOPS in preparazione presso l’ESTEC in Olanda. Credit ESA.

Il satellite ha una massa di circa 300 kg, di cui 60 sono il payload ed ha dimensioni pari a 1,5 x 1,5 x 1,5 m. L’energia elettrica di bordo (60 W CC) viene fornita da pannelli fotovoltaici posti sul corpo, che fungono anche da schermo protettivo per gli strumenti scientifici.

Fonte, ESA.

 

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