L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha reso noto che Hera ha completato con successo le osservazioni dei corpi rocciosi Otero e Kellyday, effettuate attraverso l’Asteroid Framing Camera, lo strumento a bordo della sonda che ha il duplice scopo di supportare la navigazione e consentire la raccolta di dati scientifici.
Lanciata il 7 ottobre 2024 da Cape Canaveral, in Florida, Hera ha il compito di condurre osservazioni sull’asteroide Didymos, attorno al quale orbita Dimorphos, colpito nel 2022 dalla sonda della missione DART. L’obiettivo della NASA era comprovare la possibilità di deviare l’orbita di un corpo roccioso, in vista di futuri scenari di difesa planetaria contro impatti potenzialmente pericolosi.
La cattura delle immagini dei due asteroidi, resa particolarmente complessa dalla loro distanza e scarsa luminosità, rappresenta un successo per l’ESA. L’operazione ha permesso di testare sia la fotocamera di bordo, sia la capacità di eseguire manovre rapide e precise a grande distanza, un’abilità fondamentale per scenari spaziali futuri che richiedano interventi tempestivi.
Dopo aver sfruttato la gravità di Marte per aumentare la propria velocità nel marzo 2024 e aver attraversato la fascia principale di asteroidi nel maggio 2025, Hera ha diretto la sua traiettoria verso Otero, un asteroide scoperto circa un secolo fa. Questo piccolo corpo roccioso e brillante, spesso erroneamente scambiato per una stella, è risultato particolarmente adatto al collaudo della strumentazione e delle operazioni di volo a causa della sua traiettoria, dopo un attento confronto con centinaia di migliaia di altri asteroidi candidati.
Otero e Kellyday
Il viaggio di Hera nello spazio profondo, prima di raggiungere Didymos, rappresenta un’opportunità per testare la strumentazione scientifica di bordo, verificare la rapidità operativa nelle osservazioni e rafforzare la fiducia nelle capacità della missione. Secondo quanto dichiarato da Giacomo Moresco, Flight Dynamics Engineer presso l’European Space Operations Centre (ESOC) a Darmstadt, in Germania, anche Didymos, in modo simile a Otero, sarà un piccolo puntino luminoso tra le stelle e la sonda, dopo averlo rapidamente identificato, dovrà mantenerlo costantemente inquadrato attraverso la sua fotocamera per tutto il tempo necessario.
Dopo la decisione di effettuare i primi collaudi su Otero, sono state necessarie due settimane di preparazione. Una volta completata la fase di configurazione e agganciato l’asteroide, Hera ha mantenuto l’inquadratura per circa tre ore, catturando un’immagine ogni sei minuti e seguendo con successo il movimento del corpo roccioso nel cielo. In questo modo è stata confermata la rapida capacità di osservazione nello spazio profondo di un oggetto identificato da poco tempo.
Il 19 luglio 2025, la fotocamera di Hera è stata puntata verso un secondo obiettivo, ancora meno luminoso di Otero, circa 40 volte più scuro. Secondo quanto dichiarato da Moresco, l’operazione ha spinto con successo la strumentazione ai limiti delle sue capacità operative, contribuendo ad accrescere la fiducia complessiva nel sistema.
Le lezioni apprese da questo tipo di osservazioni sono particolarmente utili per la difesa planetaria. Infatti, se venisse scoperto un oggetto potenzialmente pericoloso per la Terra e nei suoi pressi si trovasse già presente una sonda, sarebbe estremamente vantaggioso poter effettuare osservazioni ravvicinate per studiare meglio l’asteroide e predisporre, se necessario, una strategia di difesa adeguata.
Un esempio recente è rappresentato dall’asteroide 2024 YR4: all’inizio del 2025, la comunità astronomica ha iniziato a osservarlo dalla Terra, poiché i primi calcoli indicavano una piccola probabilità di impatto con il nostro pianeta tra il 2032 e il 2033. Questa eventualità è stata successivamente esclusa grazie a dati più precisi. In un caso simile, se una sonda come Hera si fosse trovata in una posizione strategica nelle vicinanze dell’oggetto, avrebbe potuto effettuare un’osservazione ravvicinata non programmata, fornendo preziose informazioni supplementari.
I risultati ottenuti dalla recente cattura delle immagini degli asteroidi Otero e Kellyday sono molto promettenti per la valutazione delle prestazioni della missione, il cui arrivo presso il sistema binario di Didymos e Dimorphos è previsto per il 2026. Lo studio di questi due corpi rocciosi contribuirà ad approfondire la conoscenza delle deviazioni orbitali e degli effetti delle collisioni, con l’obiettivo di validare in modo concreto questa tecnica per deflettere la traiettoria degli asteroidi potenzialmente pericolosi.
Fonte: ESA