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Completata la costruzione di una nuova antenna del Deep Space Network

Deep Space Communications Complex di Madrid. Credit: Wikipedia/Benjamín Núñez González.

Una nuova antenna è entrata a far parte del Deep Space Network. La costruzione della nuova parabola del diametro di 34 metri era stata avviata nel 2017 presso il Deep Space Communications Complex di Madrid in Spagna. Chiamata Deep Space Station 56, o DSS-56, la parabola è ora online, pronta a fornire supporto alle comunicazioni rivolte ad una ampia varietà di missioni, inclusa quella del rover Perseverance della NASA quando atterrerà sul Pianeta Rosso il mese prossimo.

Le antenne preesistenti sono tecnicamente vincolate a specifiche bande di frequenza che spesso le hanno limitate a collegare solamente specifici veicoli spaziali. DSS-56 è la prima antenna in grado di utilizzare l’intera gamma di frequenze del Deep Space Network. Ciò significa che DSS-56 è un’antenna “all-in-one” in grado di comunicare con tutte le missioni supportate dal DSN e potrà essere utilizzata anche come strumento di backup per tutte le altre antenne del complesso di Madrid.

Deep Space Station 56. Credits: NASA/JPL-Caltech

Altre antenne con le caratteristiche di DSS-56 verranno in futuro assemblate in tutte le altre strutture del Deep Space Network nel mondo. Il DSN si prepara a svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la comunicazione e il supporto alla navigazione alle imminenti missioni verso la Luna e Marte e alle missioni Artemis con equipaggio.

«Quest’ultima antenna, costruita grazie a una collaborazione internazionale, porterà benefici a tutta l’umanità mentre continuiamo a esplorare lo spazio profondo» ha dichiarato Thomas Zurbuchen, amministratore associato del Science Mission Directorate presso la sede della NASA a Washington.

La maggiore flessibilità fornita da DSS-56 è stata raggiunta al termine di una fase di avvio più complessa, che ha visto i collaudi e la calibrazione di una suite più ampia di sistemi, effettuata prima che l’antenna venisse attivata. Venerdì 22 gennaio, i partner internazionali che hanno collaborato alla costruzione dell’antenna hanno partecipato all’evento virtuale di taglio del nastro per celebrare ufficialmente l’attivazione dell’antenna, un evento che era stato rinviato a causa della importante nevicata che ha ricoperto gran parte della Spagna.

Deep Space Network

Oltre alla Spagna, il Deep Space Network ha stazioni di terra in California (Goldstone) e Australia (Canberra). Questa configurazione consente ai controllori di missione di comunicare con i veicoli spaziali in tutto il sistema solare in ogni momento della giornata.

Il precursore del DSN è stato istituito nel gennaio 1958 quando l’esercito degli Stati Uniti ha incaricato il JPL di allestire stazioni radio mobili in California, Nigeria e Singapore per ricevere la telemetria del primo satellite statunitense, l’Explorer 1. Il 3 dicembre 1958, la gestione del JPL fu trasferita dall’Aeronautica alla NASA, assegnandole il compito di progettare e realizzare missioni d’esplorazione della Luna e degli altri pianeti del sistema solare con sonde spaziali semi-automatiche. Subito dopo, la NASA sviluppò il concetto del Deep Space Network, un unico sistema d’ascolto indipendente, in grado di gestire le comunicazioni con tutte le future missioni verso lo spazio profondo, evitando che per ogni progetto spaziale fosse istituita e posta in operazione una specifica rete di comunicazione.

Il DSN è operativo ininterrottamente dal 1963 e rimane la spina dorsale delle comunicazioni della NASA per le missioni internazionali, avendo supportato eventi storici come gli sbarchi sulla Luna delle missioni Apollo e la missione dei nostri esploratori interstellari, le sonde Voyager 1 e 2.

Il Deep Space Network è gestito dal JPL per per conto dello Space Communications and Navigation della NASA (SCaN). La stazione di Madrid è gestita per conto della NASA dall’Instituto Nacional de Tecnica Aeroespacial (National Institute of Aerospace Technology). Lo stato delle antenne è consultabile in tempo reale dal portale del DSN.

Fonte: NASA.

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