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Rosetta: la guida completa all’atterraggio sulla cometa

L’articolo è stato aggiornato con ulteriori dettagli dopo la sua pubblicazione iniziale (vedi qui).

Ormai ci siamo: il prossimo venerdì 30 settembre la missione Rosetta, la più ambiziosa e complessa esplorazione robotica mai intrapresa dell’Agenzia Spaziale Europea dai tempi della sonda Giotto, vedrà la sua conclusione con uno spettacolare atterraggio sulla cometa Churyumov-Gerasimenko.

In questa guida cercheremo di riassumere, chiarire ed approfondire gli eventi delle ultime 24 ore della parte volata della missione, e di scoprire qualche interessante dettaglio.

Ecco il video dell’hangout live di ESA con i principali responsabili della missione Rosetta dal lato scientifico e dal lato delle operazioni, trasmesso lo scorso 20 settembre e dal quale prende largamente spunto questo articolo.

Perché la missione deve finire proprio ora?

Rosetta si trova attualmente in un’orbita che rende difficile continuare le operazioni, e la missione ha dovuto scegliere tra varie alternative: si sarebbe potuto seguire la cometa nel suo allontanamento dal Sole, ma questo avrebbe comportato presto l’incapacità di generare sufficiente energia elettrica con i pur massivi pannelli solari; si sarebbe potuto semplicemente abbandonare il satellite, ma è una decisione che nessuno si è sentito di prendere; oppure continuare le operazioni tentando un atterraggio sulla cometa negli ultimi giorni in cui la distanza dalla Terra avrebbe consentito di continuare in maniera sicura ad inviare comandi e ricevere telemetria.

Perché si è deciso di tentare l’atterraggio sulla cometa?

Perché date le possibili opzioni non potrebbe esserci una fine migliore per la parte operativa della missione che depositarla dolcemente sulla Churiyumov – Gerasimenko. Rosetta sarà guidata in modo controllato verso la superficie della cometa, e durante la discesa potrà compiere osservazioni scientifiche uniche, incluse fotografie a risoluzione altissima e misurazioni dei gas e delle polveri a distanze ridottissime, mai raggiunte in precedenza da alcuna sonda nella storia dell’astronautica per quanto concerne l’esplorazione cometaria.

Non era possibile rimettere Rosetta in ibernazione?

A differenza del giugno 2011, quando Rosetta venne ibernata per 31 mesi nel tratto finale del suo avvicinamento alla cometa, questa volta si trova in volo attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e ne segue la traiettoria. La distanza massima della cometa dal Sole (afelio) raggiunge gli 850 milioni di chilometri, troppo distante per generare l’energia elettrica sufficiente a mantenere le temperature minime necessarie al funzionamento della sonda, con scarse se non nulle probabilità di sopravvivenza. A differenza delle missioni nello spazio profondo di altre agenzie spaziali quali la NASA, ESA non utilizza energia atomica per alimentare Rosetta, i cui due enormi pannelli solari non sarebbero all’altezza del compito.

Dove atterrerà Rosetta?

Dopo un’intensa campagna fotografica ravvicinata compiuta nelle scorse settimane, il team di Rosetta ha deciso di far atterrare la sonda nella zona chiamata “Ma’at”, che si trova sul più piccolo dei due lobi che formano la cometa. In particolare si punterà ad una zona molto attiva ricca cavità aperte dalle attività eruttive, che misurano fino a 100 metri di larghezza e fino a 50 di profondità, con la speranza di scorgere qualche dettaglio di queste affascinanti formazioni. La zona precisa è tra le cavità Ma’at 2 e Ma’at 3. Da sinistra a destra, le tre cavità misurano rispettivamente 125, 130 e 140 metri di diametro, e 65, 60 e 50 metri di profondità.

 

Le cavità Ma’at fotografate durante uno dei sorvoli di Rosetta. – (C) ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

Quanto preciso sarà l’atterraggio di Rosetta?

Sono molti i fattori di cui si è tenuto conto nel calcolo delle possibili traiettorie di discesa di Rosetta, tra i quali giocano un ruolo molto importante la non uniforme attrazione gravitazionale della cometa e la possibile fuoriuscita di gas e materiali dalla superficie. Si stima che la traiettoria sarà precisa entro un’ellisse di 700 per 500 metri centrata attorno al punto desiderato di atterraggio.

La zona prescelta per il landing di Rosetta. – ESA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0

 

La raccolta di dati scientifici durante l’avvicinamento finale

Quasi tutti gli strumenti saranno operativi durante la discesa di Rosetta verso la cometa, con alcune eccezioni. MIDAS e COSIMA, i sensori dedicati allo studio della polvere cometaria, e VIRTIS, lo spettrometro ad infrarossi, resteranno spenti. ROSINA, lo spettrometro progettato per indagare la composizione dell’atmosfera cometaria, sarà attivato solo parzialmente (2 sensori su 3). In ogni caso questo evento rappresenta una straordinaria opportunità per studiare zone mai osservate da distanze tanto ravvicinate. L’attenzione dei sensori della sonda sarà rivolta alla “zona di accelerazione”, una regione dove le polveri che costituiscono il corpo della cometa vengono accelerate dalle emissioni gassose provenienti dal nucleo del corpo celeste. Di grande interesse anche lo studio della morfologia della superficie, specialmente dei “pits”, cioè veri e propri fori dai quali fuoriescono getti di gas prodotti dal materiale acquoso in sublimazione. Lo strumento per lo studio del plasma, RPC, studierà l’interazione del vento solare nei pressi del nucleo cometario mentre questo diventa via via meno attivo.

(C) ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; graphic from J-B Vincent et al (2015)

 

Le fasi della manovra di avvicinamento

Ecco il video ESA con tutte le manovre fino alla traiettoria finale.

 

Quali dati saranno resi disponibili il giorno della discesa finale?

Per ovvie ragioni tutti i dati raccolti durante la manovra di collisione devono essere ritrasmessi a Terra in tempo reale, e non possono essere salvati temporaneamente nella memoria di bordo come normalmente fatto fino ad ora. Ci si aspetta che le trasmissioni cessino nel momento del contatto con il suolo della 67/P. Si prevede che una serie preliminare di dati siano rilasciati al pubblico non appena possibile, in particolare almeno qualche immagine, dopo le necessarie procedure tecniche di decodifica dei dati ricevuti.

Cosa potrebbe andare storto?

Il grande successo riscontrato fino ad oggi dalla gestione della sonda Rosetta nella sua danza orbitale attorno alla Churyumov-Gerasimenko potrebbe indurre a credere che sia relativamente semplice operare in qualsiasi condizione. In realtà le cose stanno esattamente al contrario: il personale di ESOC del team di Rosetta, con il settore di Dinamica Volo in prima fila, stanno dando fondo alle loro migliori risorse per regalare a tutti noi un ultimo brivido, e soprattutto per sfruttare al meglio l’occasione più unica che rara di raccogliere dati fino a poche centinaia di metri dalla superficie di una cometa. Ecco alcuni dei pericoli più critici:

Natualmente il fattore distanza ha un ruolo fondamentale: trovandosi a 40 minuti luce dalla Terra, non vi è modo per il team in ESOC di far fronte in tempo reale a qualsiasi emergenza dovesse richiedere una decisione rapida e contingente.

Che succederà nel momento del touchdown?

La sonda non è stata progettata per atterrare, ma data la bassa velocità di impatto non ci si aspetta né uno schianto né che (come capitato al piccolo lander Philae) Rosetta possa rimbalzare e tornare indietro nello spazio. Ci si aspetta però che la sonda possa subire qualche rimbalzo minore e che giri su se stessa a causa del contatto degli ampi pannelli solari pannelli solari e delle antenne degli strumenti con il suolo.

Non ci sono speranze di ricevere dati dalla sonda una volta arrivati sulla cometa: non appena toccato il suolo tutti i sistemi vitali di Rosetta saranno spenti, inclusi il sistema di controllo dell’assetto ed il trasmettitore di bordo. Quest’ultima misura è necessaria in quanto richiesta dagli accordi internazionali che regolano le missioni spaziali. La patch di “passivizzazione” di Rosetta è stata caricata qualche giorno fa, e sarà “attivata” 3 ore prima dell’atterraggio. Nessuna riattivazione automatica sarà possibile a quel punto, ed in ogni caso va considerato che l’antenna ad alto guadagno, con ogni probabilità, non sarà più puntata verso la Terra rendendo ogni tentativo di comunicazione completamente vano.

Qualche dettaglio extra sui momenti finali di Rosetta

Abbiamo avuto modo di parlare con Andrea Accomazzo, Flight Director di Rosetta, che ci ha spiegato meglio i dettagli di come la patch di “passivizzazione” funzionerà.

Ecco cosa mostrerà l’analizzatore di spettro quando Rosetta spegnerà la sua portante – (C) ESA

Qual è lo stato attuale di Rosetta?

Rosetta gode di ottima salute e le performance sono perfette. In questo momento la sonda si trova in una fase di “flyover” durante il quale, mentre si muove attorno alla cometa, Rosetta sta progressivamente abbassando la sua orbita. Ora si trova a 3,9 km dal centro e a soli 1,9 dal punto più ravvicinato della superficie. Nei prossimi giorni però si tornerà ad una più sicura quota di 4,2 km di distanza, in quanto ogni volta che Rosetta si avvicina molto alla Churiyumov – Gerasimenko ne riceve un “calcetto” gravitazionale (data la disomogenea distribuzione delle masse) difficile da calcolare con precisione e che crea parecchi grattacapi al personale della Dinamica Volo che lavora per tenere sotto controllo l’assetto. La campagna fotografica per la mappatura ravvicinata della cometa e la contemporanea ricerca del lander Philae sulla superficie della cometa sono state rese particolarmente difficoltose da questa caratteristica.

Dove seguire l’atterraggio live e avere altre informazioni ed approfondimenti

© Immagine di copertina: ESA

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