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Proseguono i tests sui paracadute di Orion

Gli ingegneri della NASA incaricati di mettere a punto il sistema dei paracadute della capsula Orion, hanno aumentato la complessità delle loro prove quando, lo scorso Giovedì 16 Gennaio, hanno aggiunto ai tests anche l’espulsione di una copertura progettata per mantenere sicura la capsula durante il volo. Si è trattato del primo dei vari tests svolti, in grado di fornire ai progettisti i dati sulla performance del sistema di espulsione della Forward Bay Cover durante il volo.

Una versione da test della capsula Orion è appesa ai due paracadute frenanti nel cielo dell’U.S. Army’s Yuma Proving Ground in Arizona, poco prima dell’apertura dei tre paracadute principali. (C) NASA

La Forward Bay Cover protegge la porzione superiore del modulo con l’equipaggio (Crew Module) durante il lancio, il volo orbitale ed il rientro. Quando Orion rientrerà nell’atmosfera terrestre dallo spazio profondo, sgancerà l’FBC ad una quota di circa 7 km. Questo evento sarà cruciale per il successo della missione e per la sicurezza dell’equipaggio, visto che l’avvenuta espulsione di questa particolare carenatura protettiva darà il via libera per il rilascio e l’apertura del sistema dei paracadute.

“È stata dura.” Questo il commento secco di Mark Geyer, Orion program manager. “Naturalmente abbiamo svolto tutti i nostri compiti progettuali, ma ci sono elementi in questo hardware che potevano essere testati solamente in volo, con l’intero sistema che lavora al completo. È uno dei più complicati tests che abbiamo completato, infatti eravamo molto eccitati di vedere il sistema al lavoro.”

I precedenti tests sui paracadute di Orion, tenutisi presso l’U.S. Army’s Yuma Proving Grounds in Arizona, erano focalizzati alla verifica della performance dei paracadute stessi in varie condizioni e senza la Forward Bay Cover. L’aggiunta della copertura con il suo sistema di espulsione, completo dei tre paracadute addizionali che servono a strapparla via dal modulo con l’equipaggio, ha aggiunto un livello di complessità al test.

“L’apertura dei paracadute e l’espulsione della Forward Bay Cover sono due delle più difficili operazioni da simulare nei computers. “Ha spiegato Chris Johnson, project manager per i paracadute di Orion. “Questo è il motivo che ci spinge a testarle intensamente. Questi sistemi devono lavorare perfettamente per riportare Orion ed il suo equipaggio al suolo in sicurezza ed ogni bit di dati che riusciamo a raccogliere in tests come questi ci aiuta a migliorare i nostri modelli e ci dà più confidenza in essi, quando viene il modello di metterli in pratica.”

La Forward Bay Cover viene espulsa tramite un sistema di separazione propulso costruito dalla Systima Technologies Inc. di Bothell, Washington. La Lockheed Martin, che è il primo appaltatore di Orion, ha testato questo dispositivo per la prima volta al suolo lo scorso 19 Dicembre. Altri due tests al suolo simuleranno differenti tipologie di stress sulla cover, come ad esempio una potenziale avaria dei paracadute, o dei carichi anomali sullo spacecraft. La NASA intende inoltre pianificare un secondo test aereo con la FBC, per valutarne la performance con un paracadute guasto.

Il test svolto in Dicembre dalla Lockheed Martin.

La prima missione spaziale di Orion, l’Exploration Flight Test-1 (EFT-1), è prevista per il prossimo mese di Settembre. Nell’EFT-1 la capsula Orion non avrà astronauti a bordo e verrà lanciata in un’orbita di circa 5800 km di quota, ben al di là della quota raggiunta da una nave spaziale abitata negli ultimi 40 anni. Dopo aver percorso due orbite attorno alla Terra, Orion rientrerà nell’atmosfera ad una velocità che raggiungerà i 32200 km/h prima che entri in funzione il suo sistema di paracadute che la frenerà fino allo splashdown nell’Oceano Pacifico.

Fonte ed immagini: NASA

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