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Qualche dettaglio in più sul sistema di lancio SLS

A pochi giorni dall’annuncio da parte di NASA del successore ideale del programma Space Shuttle, chiamato Space Launch System, il dibattito tra le varie scuole di pensiero è in pieno svolgimento.
Tra gli “schieramenti” vi sono coloro che ancora rimpiangono un mezzo alato, diretta evoluzione dello Shuttle, o altri che pensano che questo razzo (come molti molti altri) non lascerà mai il tavolo del disegnatore in quanto viziato da troppi requisiti “politici” piuttosto che tecnici.
Presto o tardi si scoprirà chi aveva ragione; nel frattempo NASA ha iniziato a rilasciare (vedi presentazione alleagta) alcuni dettagli che aiutano ad inquadrare il progetto SLS da un punto di vista più prettamente tecnico.

Il nuovo lanciatore si basa pesantemente su elementi ereditati o derivati dal programma Space Shuttle, e potrà ricoprire due ruoli: sarà adatto sia al trasporto di carichi pesanti, sia al lancio della capsula abitata Orion/MPCV.
SLS ha davanti a sè un cammino evolutivo a step, che vedrà lo sviluppo progressivo di modelli di potenza sempre crescente.

La prima versione, che dovrebbe volare nel 2017, sarà caratterizzata da questi “numeri”;

Per quanto riguarda le principali scelte architetturali, SLS prima versione sarà così composto:

La versione più potente di SLS, che dovrebbe prendere forma dopo il 2020, ha delle misure ancora più imponenti:

Questi invece i dettagli architetturali:

Si sa che l’astronautica è una scienza dai “grandi numeri”, di cui a volte è difficile far comprendere la reale scala ai “non addetti ai lavori”. Per questo è spesso utile ricorrere a paragoni, che aiutano a comprendere quanta potenza e quanto propellente sia necessario per portare carichi e persone in orbita, nello spazio.
Ecco alcuni esempi.

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