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Il Solar Dynamics Observatory inizia il suo prezioso lavoro

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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Il satellite della NASA appena lanciato Solar Dynamics Observatory, ha iniziato ad inviare le sue prime immagini fornendo agli scienziati dei nuovi strumenti in grado di aiutare il processo di comprensione dei processi dinamici del nostro Sole. Come è noto, le attività solari influenzano praticamente tutto sulla Terra.

Alcune di queste immagini inviate da SDO mostrano dei dettagli mai visti prima dei flussi di materiale che fuoriescono dalle macchie solari. Altre foto mostrano da vicino l’attività della superficie solare. La sonda ha inoltre eseguito le prime misurazioni ad alta risoluzione dei flares solari in un vasto range di lunghezze d’onda dell’estremo ultravioletto.

Richard Fisher, direttore dell’Heliophysics Division presso il quartier generale della NASA di Washington ha spiegato: “Io non ricordo di aver mai visto in oltre 40 anni di ricerche solari un Sole così dinamico come quello mostrato da queste prime immagini. SDO cambierà la nostra comprensione del Sole e dei suoi processi che influenzano le nostre vite e la nostra società. Questa missione avrà un enorme impatto sulla scienza, simile all’impatto che ha avuto l’Hubble Space Telescope sulla moderna astrofisica.”

SDO è stato lanciato l’11 Febbraio 2010, ed è attualmente la sonda più avanzata mai progettata per lo studio del Sole. Nel corso dei suoi cinque anni di missione, essa osserverà il campo magnetico solare ed inoltre fornirà una migliore comprensione del ruolo che ha il Sole nella chimica atmosferica e nel clima della Terra.
Subito dopo le verifiche ed i tests che hanno seguito il lancio, SDO è stato dichiarato operativo. Esso fornirà immagini di una nitidezza 10 volte migliore di quelle di un televisore ad alta definizione, e trasmetterà i suoi dati scientifici più comprensibili ad una velocità superiore di quella delle altre sonde solari.

SDO determinerà i processi di generazione del campo magnetico solare, la sua struttura, e come esso si converte nei violenti eventi solari come il vento solare turbolento, i flares e le eiezioni di materia dalla corona. Queste immense nubi di materia, se dirette verso la Terra, possono causare delle vaste tempeste magnetiche nella magnetosfera e negli strati più alti della nostra atmosfera.
SDO sarà anche in grado di fornire dei dati critici che miglioreranno la capacità di predizione degli eventi solari.
Il Goddard Space Flight Center di Greenbelt, Meryland, ha costruito e gestisce la sonda SDO per il Science Mission Directorate della NASA, di Washington.

La serie di fenomeni direttamente legati all’attività solare che influenzano il nostro pianeta e le nostre attività, prende il nome di “space weather”. Questi eventi, noti fin dall’invenzione del telegrafo nel XIX secolo, producono disturbi nei campi elettromagnetici sulla Terra e possono indurre delle correnti estreme nei cablaggi, possono disturbare le linee di potenza e causare degli estesi blackouts. Le tempeste solari possono interferire con le comunicazioni fra i controllori del volo e possono disturbare i satelliti e gli aerei che volano nei pressi dei poli terrestri. Inoltre il rumore radio delle tempeste solare può disturbare la telefonia cellulare.

Dal punto di vista più tecnologico e strumentale, SDO invierà alla Terra 1,5 Tb di dati ogni giorno; l’equivalente di mezzo milioni di brani musicali in formato mp3. L’osservatorio solare ha a bordo tre strumenti allo stato dell’arte per lo svolgimento delle sue ricerche solari.

L’Helioseismic and Magnetic Imager mappa i campi magnetici solari ed osserva al di sotto della superficie opaca della nostra stella. L’esperimento decifrerà la fisica dell’attività solare, riprendendo immagini in diverse bande ristrette della luce visibile. Gli scienziati saranno in grado di produrre immagini solari ultrasoniche e di studiare le regioni attive. Il Principal Investigator dello strumento è Phil Scherrer della Stanford University. HMI è stato costruito da una collaborazione fra la Stanford University e la Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory di Palo Alto, California.

L’Atmospheric Imaging Assembly è un gruppo di quattro telescopi progettati per fotografare la superficie del Sole e la sua atmosfera. Lo strumento copre 10 differenti bande di lunghezza d’onda, o colori, selezionati per rivelare gli aspetti chiave dell’attività solare. Queste immagini così generate mostreranno dei dettagli mai studiati prima dagli scienziati. Il Principal Investigator è Alan Title del Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory, che ha anche costruito lo strumento.

L’Extreme Ultraviolet Variability Experiment misura le fluttuazioni nelle emissioni radianti del Sole. Queste emissioni, come già detto, hanno un effetto diretto e potente sull’atmosfera superiore della Terra, riscaldandola, facendola rigonfiare, e strappando gli atomi dalle molecole. I ricercatori non sanno quanto velocemente il Sole possa variare nelle varie lunghezze d’onda e si aspettano di scoprire qualcosa di importante riguardo ai flares. Il Principal Investigator è Tom Woods del Laboratory for Atmospheric and Space Physics presso l’University of Colorado di Boulder, mentre lo strumento è stato costruito da LASP.

SDO è la prima missione del programma della NASA Living With a Star (LWS), ed è il gioiello di una flotta di missioni dell’ente spaziale americano per lo studio del nostro Sole e dell’ambiente spaziale. L’obiettivo del LWS è di sviluppare le conoscenze scientifiche necessarie per indirizzare quegli aspetti del sistema connesso Sole-Terra che direttamente influenzano la nostra vita e la nostra società.

Fonte: NASA

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