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Le audizioni di Bolden e la contromossa dei Senatori USA

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

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L’Amministratore NASA Charlie Bolden in questi ultimi due giorni ha dovuto affrontare le domande dei membri di due commissioni del Senato, mercoledì presso il sottocomitato “Science and Space” del “Committee on Commerce, Science, and Transportation”, mentre giovedì presso il “House Science and Technology Committee”.

In entrambe le audizioni, dopo l’indroduzione dei presidenti, Bolden ha letto il suo discorso introduttivo molto simile a quello che lesse il primo febbraio scorso in occasione del rolluot della proposta di budget NASA per il FY2011, dopodichè si è concesso per rispondere alle domande delle commissioni.

Mercoledì è stato incalzato a fondo dal presidente della commissione, il Senatore della Florida Bill Nelson che già nel suo discorso introduttivo ha messo bene in chiaro che si stà discutendo di una proposta che il Congresso deve comunque approvare:”The president propose and the Congress Dispose!”
Inoltre più volte si è rivolto alla presidenza USA chiedendo di esprimersi direttamente sugli obbiettivi della NASA, per eliminare definitivamente tutti i dubbi.

Bolden ha stupito tutti affermando che, con l’approvazione dell’Amministrazione Obama, Marte sarà l’obbiettivo a lungo termine. Però ha anche parlato di luna, asteroidi e punti Lagrangiani.

Naturalmente lo scontro più duro è avvenuto a riguardo della cancellazione del CxP e conseguente perdita di posti di lavoro, il tutto aggravato dalla maniera poco elegante con cui la NASA ha informato i suoi dipendenti, a tal proposito Bolden si è assunto tutte le responsabilità e scusandosi ha affermato che farà il possibile per non disperdere la forza lavoro e la conoscenza della “NASA family”.
Ha poi continuato affermando che alcune delle tecnologie che già sono state sviluppate nell’ambito del CxP verranno rigirate ai partners commerciali, vedi per esempio il TPS ed il LAS di Orion.

Particolarmente incisivo è stato il Senatore Vitter che a più riprese ha chiesto all’amministratore chi avesse pianificato la cancellazione del CxP, facendo un particolare riferimento alla vice di Bolden, Lori Garver.
Anche in questo caso Bolden si è assunto tutta la responsabilità: “Io sono l’amministratore, questo è il mio budget!”.

Nella giornata di giovedì si è praticamente ripetuta la stessa scena, il presidente della commissione Bart Gordon ha fatto subito notare che il mese trascorso tra il rolluot del budget e la pubblicazione dei suoi giustificativi è un grave fatto che il Congresso non può accettare.

Riferendosi poi al cambiamento radicale che, secondo le intenzioni, vedrà i partners commerciali gestire il volo spaziale umano, Gordon fa notare che le capacità tecniche dei privati sono tutt’ora da dimostrare e chiede quali certezze ha la NASA a riguardo di un futuro mercato commerciale.
Bolden risponde che la NASA non si occupa di indagini di mercato, queste sono state svolte dai partners commerciali e loro dicono che si aprirà tutto un nuovo mercato, Gordon a questo punto sbotta dicendo che i privati fanno il loro interesse e che la risposta ottenuta non è una buona risposta.

Un altro membro della commissione David Wu ha fatto notare che le compagnie private potrebbero tra qualche anno cadere negli stessi problemi di overbudget in cui il CxP è caduto e quindi causare la cancellazione del programma commerciale da parte della NASA.
Ha anche espresso il timore che gli USA potrebbero perdere la leadership in campo spaziale a favore di Russia, Cina ed India.

Entrambe le commissioni, esprimendo in particolare il rammarico per il grave problema dei posti di lavoro, sono arrivate alla stessa conclusione, cioè che questa proposta di budget manca di un’obbiettivo primario e si basa su speranze e supposizioni.

Mentre tutto questo avveniva è stata resa nota una bozza di legge, risalente al 9 febbraio creata dalla Senatrice Hutchinson, che promuove l’estensione dei voli Shuttle oltre che lo sviluppo di un HLV, l’estensione dei proggrammi COTS e CCDev oltre la LEO e l’affidamento della sezione americana della ISS ad una organizzazione no-profit.

Se diventerà legge, la “Human space flight capability assurance and enhancement act 2010” obbligherebbe la NASA a scegliere un HLV entro 6 mesi dall’approvazione, inoltre richiederebbe sistemi di trasporto ridondanti tra governativi e commerciali.

Riguardo al volo umano, oltre l’estensione dello Shuttle almeno fino al 2015, entro 6 mesi dall’approvazione la NASA dovrà scegliere almeno due entità commerciali che abbiano dimostrato soddisfare i requisiti già espressi dalla NASA e che garantiscano l’operatività non oltre il 2016.

Un passaggio particolare riporta che un consorzio di industrie dovrà essere creato per utilizzare le attuali tecnologie propulsive dell’STS e le infrastrutture correlate, al fine di ottenere un rapido sviluppo di un lanciatore per CEV, multifunzionali e che eguaglino la capacità di carico di payload dell’attuale orbiter. Dovrà essere inclusa nello studio una variante di Orion ed il sistema dovrà avere la potenzialità di evolversi in un vero e proprio HLV.

Ares-I dovrà essere considerato come un test-vehicle per le tecnologie da applicare all’HLV, entro 90 giorni dall’approvazione l’amministrazione dovrà determinare come poter accelerarne lo sviluppo, quali fondi sono necessari e se è possibile trarne vantaggio anche verso il settore commerciale.

L’HLV dovrà esser in grado di trasportare 25t in LEO e 6,8 in GEO e dovrà essere sviluppato e gestito in collaborazione con organizzazioni commerciali.

La maggior parte della bozza riguarda la ISS, i cui laboratori americani come già detto verranno gestiti da un’organizzazione no-profit. L’amministrazione dovrà subito stabilire quali ricambi sono necessari e come portarli in orbita, a tale scopo si rende necessario il prolungamento delle missioni Shuttle, la cui vita operativa è strettamente legata alle esigenze della ISS.

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