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PLATO è pronto per gli ultimi test prima del lancio

Una rappresentazione artistica della missione di PLATO. Credit: ESA/ATG Europe

Il satellite PLATO (acronimo di PLAnetary Transits and Oscillations of stars) dell’Agenzia spaziale europea (ESA), ha ricevuto nei giorni scorsi i propri pannelli fotovoltaici e lo scudo termico. Adesso, quindi, è pronto per affrontare la fase finale di collaudo che lo abiliterà al lancio per la sua missione di ricerca di esopianeti di tipo terrestre.

Le attività per ultimare l’assemblaggio del veicolo spaziale sono partite subito dopo il suo arrivo presso il centro tecnologico europeo ESTEC di Noordwijk, nei Paesi Bassi. Il 9 settembre gli ingegneri, in un’apposita sala, hanno sollevato delicatamente il modulo combinato dei pannelli fotovoltaici e dello scudo solare dai sostegni. Dopodiché con precisione e cautela lo hanno connesso alla parte posteriore della sonda.

Thomas Walloschek, manager responsabile del progetto per l’ESA, ha commentato così:

È una grande soddisfazione essere arrivati a questo punto e poter vedere PLATO nella sua configurazione definitiva. Questo è il risultato della collaborazione fra l’ESA, i membri del PLATO Mission Consortium e il team industriale di PLATO.

Lo scudo termico e i pannelli fotovoltaici sono elementi essenziali per la missione PLATO. Infatti, una volta in orbita, i pannelli convertiranno la luce solare in energia elettrica a disposizione dell’elettronica del veicolo, mentre il parasole mitigherà gli effetti dell’insolazione sull’equipaggiamento scientifico.

La scienziata del progetto per l’ESA, Ana Heras ha dichiarato:

PLATO è stato concepito per integrare in maniera efficiente le sue fotocamere nel veicolo spaziale. Infatti, la sua configurazione complessiva è ottimizzata per osservare contemporaneamente oltre 150.000 stelle luminose con estrema precisione. Ciò permetterà agli scienziati di andare a caccia di esopianeti terrestri orbitanti attorno a stelle simili al nostro Sole.

Per scovare gli esopianeti, PLATO è dotato di 26 sofisticate fotocamere che avranno il compito di catturare le minime variazioni nell’intensità della luce di una stella. Infatti, quando i pianeti passano di fronte alle proprie stelle, affievoliscono la luce dell’astro che ci raggiunge. Grazie all’analisi di questo effetto di attenuazione, PLATO sarà in grado trovare nuovi esopianeti. Per ottenere la sensibilità richiesta, le fotocamere devono essere mantenute fredde, cosicché ciascuna di esse possa operare alla temperatura ottimale di messa a fuoco, intorno ai -80°C.

La struttura di sostegno dei pannelli fotovoltaici funge anche da parasole e avvolge la parte posteriore del satellite, quella che durante il volo orbitale è rivolta al Sole. Nella fase di lancio i pannelli sono saldamente ripiegati nella carenatura del vettore Ariane 6; una volta raggiunto lo spazio, essi si dispiegheranno come un paio di ali.

Al termine delle operazioni di montaggio del parasole e dei pannelli fotovoltaici, il 16 e il 22 settembre gli ingegneri hanno testato la corretta estensione delle due ali sinistra e destra separatamente.

Per il fatto che le celle fotovoltaiche si dispiegheranno nello spazio e quindi in condizioni di assenza di peso, la prova di apertura è stata eseguita sospendendo i pannelli in un’intelaiatura metallica dotata di un sistema di pulegge in grado di sostenere ed accompagnare le parti in movimento. Una volta aperti, gli ingegneri hanno usato una lampada speciale per simulare l’effetto dell’irraggiamento solare, verificando così la produzione del corretto quantitativo di energia a disposizione del satellite. Tutti queste prove hanno dato esito positivo.

Attualmente il lancio di PLATO è previsto per dicembre 2026, come pianificato in origine. Tuttavia, prima di venire dichiarato pronto al lancio, il veicolo spaziale dovrà superare un’altra serie di rigorose verifiche tecniche. Essi comprendono i test vibrazionali durante i quali il satellite verrà colpito da potenti frequenze sonore, al fine di imitare gli stress meccanici che dovrà affrontare durante il lancio. Successivamente PLATO verrà collocato nel Large Space Simulator dell’ESTEC. Questo simulatore è la più grande camera termovuoto d’Europa, e servirà per verificare che il satellite sia in grado di affrontare il vuoto e le temperature estreme dell’ambiente cosmico.

Le apparecchiature scientifiche di PLATO, le fotocamere e le relative unità elettroniche, sono il frutto di una collaborazione fra ESA e il PLATO Mission Consortium, composto da vari centri di ricerca europei, da istituti e da aziende, il quale è guidato dall’Agenzia spaziale tedesca (DLR). Il satellite è stato costruito ed assemblato dal PLATO Core Team guidato da OHB assieme a Thales Alenia Space e Beyond Gravity.

PLATO avrà una massa al decollo di circa 2.300 kg con delle dimensioni di 3,5 x 3,1 x 3,7 metri quando sarà ripiegato nell’ogiva dell’Ariane 6. Una volta aperti, i suoi pannelli fotovoltaici avranno un’estensione lineare di nove metri, con una superficie totale di circa 30 m2. Il satellite verrà collocato attorno al Punto Lagrangiano L2 del sistema Sole-Terra: in una posizione distante 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, esterna all’asse di congiunzione del nostro pianeta col Sole. La durata nominale della sua missione è di quattro anni, con possibili estensioni fino a otto anni e mezzo complessivi.

Timelapse del test di apertura di un pannello. Credit: ESA

Fonte: ESA

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