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Un lancio cinese potrebbe avere avuto dei problemi

Un lancio di un Lunga Marcia 4C Credits: CNSA

Un lancio di un Lunga Marcia 4C Credits: CNSA

Mentre gli occhi di tutti erano puntati sull’incidente occorso al Falcon 9 al pad di lancio durante la prova di accensione, sembra che anche un lancio cinese abbia avuto dei problemi.

Le incertezze sono d’obbligo poiché come di consueto le autorità cinesi non comunicano mai i dati precisi di un lancio con data e ora, né tanto meno fornisco immagini in diretta, si limitano a dare notizia del lancio e a diffondere le immagini una volta che il carico è stato immesso in orbita e la missione conclusa. Il lancio sarebbe avvenuto alle 20.53 italiane di mercoledì 31 agosto a partire del Taiyuan Satellite Launch Center situato nella zona nord est del paese e il vettore utilizzato un Lunga Marcia 4C di cui sarebbe il ventesimo lancio dal 2006 e il primo fallimento. Per oltre mezza giornata non ci sono state notizie della missione e i media ufficiali cinesi continuano a non darne. Fonti non ufficiali hanno pubblicato on-line alcune immagini che ritraggono i detriti presumibilmente provenienti dal vettore utilizzato e che non sono affatto strane per il tipo di missione e traiettoria in quanto si trovano all’incirca nei giusti luoghi previsti per la caduta degli stadi esausti.

I detriti del lancio

Oltre alla mancanza di notizie ufficiali, quello che ha suscitato le perplessità di molti e ha alimentato i sospetti su un presunto fallimento sono le didascalie che accompagnano le foto e che affermano che i tecnici sono anche alla ricerca di possibili detriti derivanti dal carico e non solo del razzo. Come detto queste sono le uniche notizie disponibili e si tratta al momento di semplici congetture su quello che potrebbe essere il primo lancio fallito del 2016 per la Cina.

La missione prevedeva la messa in orbita del satellite da osservazione Gaofen-10. Si tratta di un satellite facente parte di un programma civile per l’osservazione della Terra in alta qualità, “gaofen” infatti può essere tradotto in “alta definizione”. La serie di satelliti Gaofen fa parte del ben più ampio programma a finanziamento statale denominato CHEOS (China High-definition Earth Observation System – Sistema cinese per l’osservazione ad alta definizione della Terra) iniziato ufficialmente nel 2010 e definito come uno dei maggiori progetti nazionali di scienza e tecnologia. Della gestione e implementazione di CHEOS si occupa EOSDC-CNSA (Earth Observation System and Data Center of China National Space Administration – Sistema e Centro Dati per l’Osservazione della Terra dell’Amministrazione Spaziale Nazionale della Cina), fondato appositamente nel 2010. In particolare oltre alla gestione dei satelliti e degli altri mezzi di osservazione, si occuperà anche dello sviluppo commerciale dei dati acquisiti, della fornitura di consulenza tecnica e di gestire la cooperazione internazionale su questi dati.

Il sistema CHEOS infatti sarà una rete di sorveglianza globale, ogni tempo e pressoché in tempo reale che non si baserà esclusivamente su satelliti ma anche su piattaforme aeree posizionate sia nella stratosfera che ad altezze più basse tramite voli aerei ma anche suborbitali e palloni stratosferici. Lo scopo è creare osservazioni della Terra ad alta risoluzione in ogni ambito: temporale, spaziale e spettrale. Infatti i satelliti, che inizialmente erano previsti essere 5, dovrebbero fornire un’ampia varietà di analisi:


Aggiornamento 14/09/2016

Dopo la stesura dell’articolo è apparso un tweet a firma del giornalista spaziale Peter B. de Selding che conferma i problemi avuti dalla missione ma li circoscrive a un componente utilizzato esclusivamente su questa versione del vettore Lunga Marcia, senza quindi influire sui futuri lanci di questa famiglia di lanciatori cinesi.

 

Un pezzo della copertura di protezione del carico.
Credits: HB.QQ.COM

A quanto si può capire il problema si è verificato al terzo e ultimo stadio del vettore che ha fallito la riaccensione dei suoi motori YF-40A alimentati a idrazina e non ha permesso di raggiungere la definitiva orbita di rilascio. Probabilmente l’orbita raggiunta non è sufficientemente alta per essere stabile e il carico nel frattempo dovrebbe aver subito un rientro distruttivo a terra. Contemporaneamente sono apparse in vari siti cinesi alcune fotografie dei detriti recuperati degli stadi esausti che, come detto, risultano tutti localizzati in posizioni coerenti con la traiettoria nominale del razzo e avvalorano il dubbio che l’eventuale problema si sia verificato negli ultimi istanti della missione. Sono molto indicative le foto del recupero della copertura di protezione del carico avvenuto in una zona non proprio disabitata.

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