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Una nuova missione per Kepler?

I manager del telescopio spaziale caccia-esopianeti Kepler hanno studiato una possibile nuova missione scientifica per la sonda la cui missione era stata dichiarata conclusa l’estate scorsa a causa di un guasto alle ruote di reazione.

La nuova missione, denominata K2 (Kepler-2) in omaggio alla seconda montagna più alta della Terra, è stata presentata lo scorso 4 novembre da Steve Howell, direttore scientifico della missione Kepler, alla Kepler Science Conference svoltasi presso l’Ames Research Center della NASA.

Il telescopio spaziale Kepler ha concluso la sua missione principale, durata 3 anni e mezzo, nel novembre del 2012. Nonostante un problema ad una ruota di reazione, che serve per mantenere l’assetto della sonda senza utilizzare i propulsori, la NASA aveva approvato l’estensione della missione fino al 2016. Lo scorso maggio, però, un guasto a una seconda ruota di reazione aveva decretato la fine della missione.

Durante i circa 4 anni di operatività in orbita Kepler ha permesso la scoperta di ben 3568 possibili pianeti di altri sistemi solari. Tra questi, ce ne sono 647 che potrebbero avere una massa di due volte quella della Terra o più piccoli, di cui 24 orbiterebbero nella fascia abitabile (cioè soggetta a temperature a cui può esistere acqua liquida e quindi potenzialmente supportare la vita). Da questo immenso catalogo, già 167 di questi candidati sono stati confermati da osservazioni indipendenti e quindi considerati esopianeti a tutti gli effetti. Gli scienziati si aspettano, comunque, che con il passare del tempo e l’aumentare delle osservazioni disponibili da altri osservatori, la maggior parte dei pianeti candidati del catalogo di Kepler verrà confermata.

Il numero straordinario di osservazioni compiute da Kepler ha permesso, per la prima volta sulla base di osservazioni reali, di stimare la probabilità che un sistema solare abbia al suo interno un pianeta roccioso di piccole dimensioni (come la Terra) nella sua fascia abitabile: 1 su 5. Il che si tradurrebbe in miliardi di pianeti potenzialmente abitabili nella nostra Galassia.

Le osservazioni di Kepler si sono svolte puntando il telescopio verso una regione fissa del cielo stellato, nelle costellazioni del Cigno e della Lira. Il guasto alle ruote di reazione purtroppo non permette più alla sonda di mantenere l’assetto con la precisione richiesta. La nuova proposta K2 utilizza una soluzione innovativa per ovviare a questo problema: la missione prevede infatti di dirigere le osservazioni della sonda sul piano dell’eclittica, cioè il piano sul quale  orbitano più o meno tutti i pianeti del sistema solare. Per fare ciò la sonda non avrebbe bisogno delle ruote di reazione perché potrebbe sfruttare la pressione di radiazione del Sole sui pannelli solari. In questo modo la sonda sarà limitata al piano dell’eclittica poiché  dovrà mantenere sempre lo stesso angolo di incidenza dei pannelli solari rispetto alla nostra stella, ma potrà almeno continuare le osservazioni di precisione di cui ha bisogno per proseguire la sua missione.

Al momento si tratta solo di una proposta, quella considerata maggiormente fattibile dagli scienziati dell’Ames Research Center. La proposta verrà valutata dalla NASA nei prossimi mesi. Oltre al vaglio della fattibilità tecnica e scientifica, K2 dovrà superare anche un ostacolo molto più grosso: la disponibilità di fondi a disposizione dell’agenzia spaziale americana. La decisione è attesa per la prossima primavera, probabilmente ad aprile. Indipendentemente dalla risposta di NASA, comunque, il team di Kepler continuerà nei prossimi anni ad analizzare l’immensa mole di dati che il telescopio ha prodotto durante la sua missione.

Fonti: NASA, SFN.com, NY-Times

Immagine di apertura: (c) NASA.

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