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SpaceX individua l’anomalia nella riaccensione del secondo stadio del Falcon 9

Visione ravvicinata del lancio di debutto del Falcon 9 v1.1. Credit: SpaceX.

Visione ravvicinata del lancio di debutto del Falcon 9 v1.1. Credit: SpaceX.

Nel lancio di debutto della nuova versione del vettore Falcon 9 di Space Exploration Technologies (SpaceX), avvenuto lo scorso 29 settembre 2013, il successo complessivo della missione era stato però costellato da alcune anomalie che hanno messo in discussione la possibile riuscita delle prossime missioni della compagnia fondata da Elon Musk.

In particolare, dopo che il primo ed il secondo stadio del vettore Falcon 9 v1.1 avevano completato la missione di immettere in orbita il satellite dell’Agenzia Spaziale Canadese CASSIOPE ed altri payload secondari, i tecnici di SpaceX hanno tentato di accendere nuovamente il motore Merlin 1-D del secondo stadio, non riuscendo nel tentativo.

Il motore Merlin 1-D è in grado di effettuare una o più successive ri-accensioni a terra o nel vuoto per mezzo di un sistema di accensione che utilizza un propellente ipergolico, il trietilalluminio-trietilborano (TEA-TEB).

Nel caso del volo di debutto del vettore Falcon 9 v1.1, la mancata ri-accensione è stata imputata, da parte dei tecnici di SpaceX, al congelamento delle linee di alimentazione del propellente ipergolico dovuto alla vicinanza con l’ossigeno liquido (LOx) a circa -182°C contenuto nel serbatoio del secondo stadio.

Per evitare che il problema si possa ripresentare, la soluzione trovata da SpaceX è quella di aumentare la coibentazione delle linee del  propellente ipergolico e di impedire che l’ossigeno liquido possa venire a contatto con le tubazioni.

La ri-accensione del secondo stadio del vettore Falcon 9 è di fondamentale importanza per la prossima missione in programma per SpaceX dove dovrà essere immesso in orbita geostazionaria il satellite per telecomunicazioni SES-8 di proprietà della compagnia Lussemburghese SES.

In questo caso il secondo stadio, dopo la prima accensione necessaria per raggiungere la velocità di immissione in orbita terrestre bassa, dovrà essere acceso una seconda volta per immettere il satellite in una traiettoria di trasferimento per raggiungere l’orbita geostazionaria a circa 36.000 km dalla superficie terrestre.

I responsabili della compagnia di comunicazioni SES sembrano soddisfatti della soluzione trovata dai tecnici dei SpaceX e sono fiduciosi relativamente al successo della missione.

Il satellite SES-8, con una massa di circa 3.200 kg, è stato realizzato dalla compagnia Americana Orbital Sciences Corporation ed è destinato a ri-trasmettere immagini televisive sull’area Asiatica del Pacifico posizionandosi in orbita geostazionaria a 95° di longitudine est.

Nel frattempo la necessità di indagini sulla mancata ri-accensione del secondo stadio ha obbligato SpaceX a ritardare il lancio del satellite SES-8 fino alla data del prossimo 25 novembre.

Immagini dello static fire test del 21 novembre. Credit: SpaceX.

In preparazione di questo lancio, che sarà anche il debutto del vettore Falcon 9 v1.1 dalla rampa di lancio di SpaceX presso il Complex 40 di Cape Canaveral in Florida, i tecnici della compagnia fondata da Elon Musk hanno effettuato con successo lo scorso 21 novembre il test di accensione a terra (static fire test), nel quale sono state simulate tutte le operazioni di rifornimento dei serbatoi del vettore Falcon 9 v1.1 e del conto alla rovescia fino all’accensione, per pochi secondi ed a piena potenza, dei nove motori del primo stadio.

Allo stato attuale, il lancio della missione SES-8 rimane fissato per il giorno 25 novembre alle 17:37 ore locali (22:37 GMT, 23:37 ore italiane) con una finestra di lancio che si chiuderà alle 18:43 ore locali (23:43 GMT, 00:43 del 26 novembre ore italiane).

Fonte: Spaceflightnow.

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