Russia scettica sulla partecipazione al Lunar Gateway

Rendering del Lunar Gateway. Credit immagine: NASA

Dimitrij Rogozin, direttore generale di Roskosmos, in occasione di un panel con i responsabili di sette agenzie spaziali tenutosi lo scorso 12 ottobre al Congresso Internazionale di Astronautica, ha ribadito lo scetticismo russo a partecipare al progetto del Lunar Gateway. «A nostro avviso, il Lunar Gateway nella sua forma attuale è troppo incentrato sugli Stati Uniti. È probabile che la Russia si asterrà dal parteciparvi su larga scala», ha dichiarato Rogozin.

Il Lunar Gateway, precedentemente noto come Deep Space Gateway (DSG), è il progetto di una stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna e sarà usata come punto d’appoggio per i veicoli spaziali delle missioni verso il nostro satellite naturale e Marte. La stazione orbiterà in una Near-rectilinear halo orbit, ovvero un’orbita halo quasi rettilinea con pericinzio e apocinzio a distanza rispettivamente di 3.000 e 70.000 km dalla Luna, al fine di ridurre al minimo gli impatti delle eclissi durante le quali si perdono i contatti con la Terra. Il Gateway disporrà di alloggi e laboratori ma, a differenza della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove dall’ottobre 2000 è sempre presente un equipaggio, sarà occupato solo temporaneamente dagli astronauti che transiteranno in prossimità della Luna nel corso delle loro missioni. Lo scopo principale sarà il supporto agli allunaggi e alle spedizioni verso Marte, ma il Gateway potrà servire come luogo di ricerca e di appoggio per missioni robotiche così come per sperimentare la vita lontano dalla Terra. La NASA ha calcolato che saranno necessari solo 5 o 6 lanci per completarlo (a differenza dei 34 che ci sono voluti per la ISS).

Nel corso di una successiva conferenza stampa, Rogozin ha meglio definito il suo pensiero sul Gateway. «La cosa più importante sarebbe basare questo programma sui principi della cooperazione internazionale che sono stati utilizzati per realizzare e far volare il programma ISS, adottando un processo decisionale collettivo tra i partner della Stazione. Se potessimo tornare a considerare di fare di questi principi la base del programma, Roskosmos potrebbe rivedere la propria posizione e prendere in considerazione la sua partecipazione».

Dimitrij Rogozin

I commenti di Rogozin sul tentativo di utilizzare la ISS come modello per il portale lunare hanno suscitato grande sorpresa, poiché questo è l’approccio che la NASA aveva utilizzato per svilupparlo. NASA aveva annunciato in passato che avrebbe esteso l’accordo intergovernativo esistente, l’IGA, adottato per la Stazione Spaziale anche al Gateway, anche se parallelamente ha sviluppato nuovi accordi, chiamati Artemis Accords, per il più ampio programma lunare.

«Il Gateway utilizza l’accordo intergovernativo stipulato per la Stazione Spaziale Internazionale» ha affermato l’amministratore della NASA Jim Bridenstine in un’intervista rilasciata al termine della conferenza. «Tutti i protocolli validi per la Stazione Spaziale Internazionale saranno estesi anche al Gateway».

La NASA ha lavorato con ciascun partner del programma ISS a un memorandum d’intesa che estenderebbe gli accordi per la ISS al Gateway. Bridenstine ha detto che lo scorso febbraio NASA ha chiesto a Roskosmos di dire la sua su come redigere un potenziale memorandum tra le due agenzie, ma «stiamo ancora aspettando una loro risposta».

Rogozin ha affermato che, anche se la Russia decidesse di non partecipare al Gateway, desidererebbe assicurarsi che vengano utilizzate interfacce standard, in modo che anche i veicoli spaziali russi potranno attraccarvi. «Abbiamo bisogno di almeno due sistemi di trasporto spaziale», ha detto, riferendosi ai piani russi per un veicolo spaziale con equipaggio di prossima generazione chiamato Orël. Utilizzare sistemi per l’attracco standard consentirebbe a Orël di agganciarsi al Gateway «anche se i nostri progetti rimanessero due programmi autonomi».

«La NASA sta già applicando tali standard» ha risposto Bridenstine. «Siamo ampiamente d’accordo con Roskosmos sulla necessità di seguire standard internazionali per garantire l’interoperabilità che includano non solo i meccanismi di attracco ma anche altre aree, dalle comunicazioni ai sistemi di supporto vitale. L’interoperabilità è uno dei principi degli Artemis Accords», ha dichiarato l’amministratore NASA, confermando di vedere con favore lo sviluppo di un sistema di trasporto russo in grado di consegnare gli equipaggi al Gateway. Bridenstine ha poi aggiunto: «se potremo contare su una ridondanza per i trasferimenti da e per il Gateway e, in definitiva, da e per la Luna, saremo di fronte a un fatto molto positivo. Siamo molto favorevoli. Lo scopo principale degli Artemis Accords è elaborare dei principi di base su cui trovarsi tutti d’accordo, in modo che quando esploreremo insieme questi corpi celesti, ci sia una piattaforma condivisa», ha detto Bridenstine alla conferenza stampa. «Il loro scopo è prevenire fraintendimenti».

Il deputato repubblicano Jim Bridenstine Credit: United States Congress
L’ex deputato repubblicano, ora amministratore NASA, Jim Bridenstine. Credit: United States Congress

La diatriba tra Stati Uniti e Russia appare esclusivamente politica, ma non dovremmo attendere troppo a lungo per capire come evolveranno le cose. La situazione pare in rapida evoluzione: pochi giorni fa, facendo seguito alla firma del pre-accordo avvenuto lo scorso 28 settembre, l’Italia ha ufficialmente siglato gli Artemis Accords in una cerimonia che oltre a NASA ha visto coinvolti vari altri partner internazionali, ma non la Russia.

Fonte: Space.com

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.

Una risposta

  1. MayuriK ha detto:

    Speriamo si mettano d’accordo: l’unione fa la forza!