Curiosity: anche i rover perdono la bussola

Uno dei tanti selfie di Curiosity. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Conoscere le caratteristiche del luogo in cui ci troviamo, sapere se siamo in piedi o seduti, se le nostre braccia sono estese oppure appoggiate sui nostri fianchi, sono tutte informazioni necessarie per conoscere il nostro stato e le caratteristiche dell’ambiente che ci circonda. Questa consapevolezza è essenziale per muoversi in sicurezza. Esattamente come noi, anche i rover impegnati in missioni di esplorazione spaziale devono avere la stessa consapevolezza e devono inoltre sapere dove si trovano rispetto all’ambiente che li circonda e in cui sono immersi.

Curiosity, rover attualmente impegnato su Marte in una missione NASA di esplorazione del pianeta denominata Mars Science Laboratory (MSL), salva nella propria memoria oltre alle coordinate della propria posizione anche lo stato e la direzione di ogni sua articolazione, quale strumento è orientato verso il basso e quanto, ad esempio, l’APXS (Alpha Particle X-Ray Spectrometer) è vicino al suolo. Memorizza anche la sua conoscenza dell’ambiente, dati quali quanto è ripida la pendenza su cui si trova, dove sono le grandi rocce e dove la roccia sporge in modo pericoloso. Curiosity elabora queste informazioni prima di ogni movimento per assicurarsi che il trasferimento possa essere eseguito in sicurezza. Quando la risposta è “no”, o “forse no”, il rover rimane fermo. Questo approccio conservativo impedisce a Curiosity di colpire le rocce con il suo braccio, muoversi su qualcosa di pericoloso o puntare una telecamera non protetta verso il sole. Questi controlli di sicurezza, che hanno mantenuto Curiosity al sicuro nel corso degli anni, sono il frutto di un grosso lavoro ingegneristico iniziato ben prima dell’avvio della missione del rover.

Nel corso della sua ultima serie di attività, Curiosity ha perso l’orientamento. Non avendo più ben chiaro dove fosse, e quindi non potendo effettuare una corretta valutazione delle azioni da intraprendere, Curiosity ha smesso di muoversi, congelandosi in posizione fino a quando non è stato possibile ripristinare la conoscenza del mondo che lo circonda.

Il rover non ha mai interrotto l’invio di informazioni, quindi gli specialisti sapevano esattamente cosa era accaduto e per questo motivo sono riusciti a sviluppare un piano di recupero. Questo è esattamente ciò che è stato fatto qualche giorno fa. Gli ingegneri del team hanno elaborato una soluzione per informare Curiosity del suo stato e per confermare l’accaduto. Questa azione ha permesso a Curiosity di recuperare la sua capacità di effettuare scelte in piena autonomia oltre che permettere agli ingegneri a Terra di analizzare quanto accaduto per prevenire che un problema simile si possa ripetere. Questo tipo di approccio aiuterà a proteggere il rover anche in futuro.

Fonte: NASA Mars Exploration Program

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.

Una risposta

  1. Andrea ha detto:

    Articolo molto esplicativo,ingegneristica ai massimi livelli!