Aggiornamenti dal sistema solare: luglio 2019

Il mese di luglio 2019 non poteva che essere dedicato principalmente al 50º anniversario dello sbarco sulla Luna dell’Apollo 11, ma ci sono anche molte notizie che riguardano il futuro dell’esplorazione lunare: dal completamento della capsula Orion per la missione Artemis 1 alla pianificazione della stazione spaziale lunare, fino all’annuncio che ESA costruirà il modulo di servizio anche per la missione Artemis 3, che in teoria è quella che dovrebbe riportare l’umanità sulla Luna.

Per quanto riguarda il presente, è partita l’ambiziosa missione indiana Chandrayaan 2, mentre continuano a gonfie vele le missioni di Yutu 2 e di Chang’e 4 sulla superficie lunare.

Di seguito, il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

La prossima missione di esplorazione del sistema solare a partire dovrebbe essere cinese. Chang’e 5 rappresenterà il culmine del programma di esplorazione robotica cinese della Luna, con la raccolta e l’invio a terra di campioni di suolo lunare. Il volo di Chang’e 5 era previsto per dicembre, ma è contingente al successo del ritorno in volo del lanciatore pesante Lunga Marcia 5. Quest’ultimo doveva essere lanciato a luglio ma il volo è stato rimandato a dicembre e non sono state date spiegazioni a riguardo. Chang’e 5 slitterà quindi sicuramente al 2020, ma è ancora presto per conoscere date precise.

Esplorando la Luna

Sulla superficie del nostro satellite è terminato anche l’ottavo giorno lunare di operazioni scientifiche per la missione Chang’e 4, dell’agenzia spaziale cinese. Sia il lander che il rover, Yutu 2, sono stati messi in ibernazione il 7 agosto nel cratere Von Kármán, sul lato nascosto della Luna. Nell’ultimo giorno lunare il rover ha percorso circa 33 metri, la più lunga traversata dopo i 43 metri percorsi il terzo giorno, per un totale di 271 metri dall’inizio della missione. Le comunicazioni con la Terra sono garantite dal satellite ripetitore Queqiao, in orbita presso il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.

A continuare l’esplorazione del nostro satellite dall’orbita, ci sono anche il Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) e ARTEMIS (2 sonde, NASA), mentre sulla superficie dovrebbe essere ancora attivo almeno uno strumento (il telescopio all’ultravioletto) del lander cinese Chang’e 3.

Nel sistema solare interno

È partita il 22 luglio la missione lunare indiana Chandrayaan 2 con un orbiter, un lander (Vikram) e un rover (Pragyan). La sonda, col suo carico, ha passato le prime settimane ad alzare progressivamente la propria orbita fino a raggiungere, lo scorso 6 agosto, un apogeo di 142.975 km. Il 14 agosto la sonda effettuerà la manovra di immissione in traiettoria lunare che la porterà a entrare in orbita lunare a fine mese. L’atterraggio del lander (e del rover) è previsto per il 7 settembre.

È in viaggio anche la missione ESA/JAXA BepiColombo, diretta verso Mercurio, che si compone di tre elementi: il Mercury Transfer Module (MTM), che sta trasportando le due sonde vere e proprie, il Mercury Planetary Orbiter (MPO) dell’ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) della JAXA. Dopo una serie di manovre iniziali effettuate con il propulsore elettrico, BepiColombo è ora in una lunga fase di trasferimento. Il prossimo evento sarà il flyby della Terra ad aprile 2020, mentre il primo sorvolo di Venere, in cui la sonda testerà alcuni degli strumenti scientifici, avverrà l’ottobre successivo.

Parker Solar Probe (NASA), sonda progettata per lo studio della nostra stella, è alla sua terza orbita intorno al Sole, tra le orbite di Venere e della Terra. Quest’orbita culminerà il 1º settembre con il terzo passaggio ravvicinato (perielio) della nostra stella ad una distanza simile ai primi due, in cui PSP ha raccolto numerosi dati scientifici. La sonda culminerà l’anno con il secondo sorvolo di Venere, che contribuirà a ridurre ulteriormente il raggio dell’orbita.

DSCOVR (Deep Space Climate Observatory) è una sonda gestita da NASA e NOAA per l’osservazione del clima terrestre e della meteorologia spaziale in orbita presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole dal 2015. Purtroppo la sonda è in safe mode dallo scorso 27 giugno per un problema al sistema di navigazione.

Altre missioni che continuano a studiare il sistema solare interno sono gli osservatori solari STEREO-B (Solar TErrestrial RElations Observatory della NASA), WIND (NASA), ACE (Advanced Composition Explorer della NASA) e SoHO (Solar and Heliospheric Observatory di NASA/ESA), la sonda in orbita venusiana Akatsuki (JAXA) e l’ex-missione lunare Chang’e 2 (CNSA).

In orbita eliocentrica presso il punto lagrangiano L2 Terra-Sole c’è l’osservatorio spaziale Gaia. La sonda europea ha compiuto lo scorso 16 luglio la più grande manovra orbitale dopo il lancio e l’immissione nell’orbita iniziale. La manovra ha consentito alla sonda di evitare di finire nel cono d’ombra della Terra, che ne avrebbe alterato le temperature nuocendo al certosino lavoro scientifico dei suoi strumenti. Grazie a un cambio di velocità orbitale di 14 m/s Gaia ha evitato di essere eclissata dal nostro pianeta almeno fino al 2026.

Il telescopio della NASA Spitzer, invece, è in orbita eliocentrica. Per questa sonda, purtroppo, non ci sono buone notizie. La mancanza di nuovi fondi porterà l’agenzia spaziale americana a terminare la missione a fine gennaio 2020.

A caccia di asteroidi NEO (Near Earth Objects)

Hayabusa 2 (JAXA) sta esplorando il vicino asteroide Ryugu. Lo scorso 11 luglio la sonda ha completato con successo il secondo prelievo di campioni dalla superficie dell’asteroide, dopo quello di febbraio. Hayabusa 2 è riuscita a toccare la superficie dell’asteroide a soli 60 cm di distanza dall’obiettivo prefissato. I prossimi eventi per la missione saranno l’eventuale rilascio dell’ultimo lander/rover MINERVA-II-2, ritenuto solo parzialmente funzionante, e la ripartenza verso la Terra alla fine dell’anno.

Videoclip del secondo touchdown della sonda Hayabusa 2, 16 luglio 2019, ripresa dallo strumento CAM-H (velocizzato 10 volte). Credit: JAXA

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx sta esplorando il suo asteroide, Bennu. Dopo aver volato in formazione con Bennu per alcuni mesi, la sonda è entrata nuovamente in orbita intorno al piccolo oggetto alla distanza record di soli 680 m. Questa fase, chiamata Orbital-B, sta, in questi giorni di metà agosto, lasciando spazio alla fase Orbital-C, in un’orbita un po’ più alta. Nel frattempo l’Unione Astronomica Internazionale ha deciso di battezzare luoghi e rocce dell’asteroide con nomi di uccelli mitologici. NASA, invece, ha annunciato di aver ristretto a soli quattro candidati le località in cui la sonda effettuerà il prelievo di campioni: si tratta di “Nightingale”, “Kingfisher”, “Osprey” e “Sandpiper”.

La flotta marziana

Siamo al sol 253 sulla superficie di Marte per InSight (NASA). Prosegue il delicato lavoro di recupero della missione del penetratore termico HP3, la “talpa” progettata per scavare fino a 5 m nel sottosuolo.

Ha invece raggiunto il sol numero 2495 il rover della NASA Curiosity. Il Mars Science Laboratory, si è lasciato alle spalle il Vera Rubin Ridge e ha ormai superato i 20 km percorsi. Curiosity sta continuando a studiare un terreno argilloso nella regione di Glen Torridon.

Intorno a Marte ci sono anche Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos) Mars Orbiter Mission (ISRO), MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution di NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA), tuttora operative nelle loro missioni.

Vista di Terra Cimmeria ripresa l’11 dicembre 2018 da Mars Express. Credit: ESA / DLR / FU Berlin

Nel sistema solare esterno

La sonda Juno (NASA) è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda ha effettuato il passaggio ravvicinato PJ21 il 21 luglio, mentre il PJ22 sarà l’11 settembre (PJ sta per Perijove, ovvero il punto più vicino a Giove dell’orbita di Juno).

New Horizons (NASA) continua il suo viaggio nella fascia di Kuiper, dopo aver sorvolato 2014 MU69, l’asteroide meglio noto come “Ultima Thule”.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 146 UA dalla Terra (20 ore e 16 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 121 UA dalla Terra (16 ore e 44 minuti-luce).

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Commenti

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.

Una risposta

  1. Bruno ha detto:

    Spero che l’uomo la finisca di fare guerre e concentrare le forze per trovare unaltra casa cioe unaltra terra dove fare perpetuare la spece umana perche e ora che devono coinvolgere i giovani a intraprendere i viaggi spaziali trovare altre forme di vita amichevoli ovvimente be forse ancora ma ben presto noi genitori vedremo anche perire i nostri figli se non faremo qualcosa per il nostro pianeta lo so che il mio messagio non e niente a tutto quello che sta succendo ma spero che qualcuno ci possa aiutare a non distruggere la terra buona fortuna a tutti.