Lo Space Rider di ESA continua a fare progressi

Un rendering dello Space Rider dell'ESA. Copyright: ESA-Jacky Huart

Lo Space Rider è un piccolo spazioplano automatico e riutilizzabile, in fase di realizzazione da parte di ESA e destinato a missioni commerciali con durata di circa due mesi. Esso deriva dalle esperienze ottenute dagli ingegneri europei con il progetto Intermediate eXperimental Vehicle (IXV), il cui volo è avvenuto nel febbraio 2015.

Il veicolo ha recentemente completato le revisioni progettuali dei sistemi e dei sottosistemi e si sta avviando speditamente verso la Critical Design Review prevista entro la fine di quest’anno.

In questa rappresentazione dettagliata, è possibile notare l’ampiezza della stiva di carico dello Space Rider. Copyright: ESA

Proposto per la prima volta nel 2016, lo Space Rider di ESA ha la capacità di rientrare sulla Terra e di atterrare aiutato da un parafoil. Esso è in grado di combinare la riusabilità, la capacità operativa e di trasporto orbitale con la precisione nel volo di rientro. Ciò lo mette in grado di atterrare anche nei pressi di zone abitate. Tutte queste caratteristiche permetteranno all’Europa di estendere il proprio know-how in diversi campi di applicazione sia scientifici che industriali.

Lanciato con il Vega-C, lo Space Rider fungerà da laboratorio spaziale high-tech non abitato, in grado di operare in orbita per periodi anche superiori ai due mesi. Potrà quindi rientrare nell’atmosfera terrestre e atterrare, riportando il proprio prezioso carico agli ingegneri e agli scienziati in fremente attesa. Dopo delle brevi operazioni di rifornimento e di manutenzione, esso sarà pronto per una nuova missione.

La stiva di carico dello spazioplano è in grado di trasportare fino a 800 kg in un ambiente controllato del volume di 1.200 litri e con una capacità energetica di 600 W. Il tutto completato da adeguate capacità di controllo, di gestione termica e dei dati e di trasmissioni telemetriche.

La possibilità dello Space Rider di offrire una serie di diverse quote e inclinazioni orbitali lo rende adatto a trasportare una disparata varietà di esperimenti in microgravità, di missioni a scopo educativo e di aiutare nel testare nuove tecnologie per l’osservazione della Terra. Non solo, potrà essere sfruttato anche per le osservazioni scientifiche, per le telecomunicazioni e per l’esplorazione robotica. Inoltre, anche le compagnie non attive direttamente in campo spaziale, potranno usare lo spazioplano europeo come una valida scorciatoia per sfruttare l’ambiente orbitale senza necessariamente dover diventare operatori spaziali.

Lo Space Rider è un merging dello stadio AVUM+ del razzo Vega-C con l’Intermediate eXperimental Vehicle (IXV) che, come detto, ha volato con successo nel 2015.

Le conoscenze e le esperienze ottenute da questi sviluppi vengono utilizzate per garantire un breve programma di sviluppo e dei costi per chilogrammo di payload che sono compatibili con l’evoluzione del mercato spaziale globale.

Il profilo tipico di una missione dello Space Rider. Copyright: ESA

L’upper stage AVUM+ è migliorato con un AVUM Life Extension Kit che fungerà da modulo di servizio fornendo potenza, controllo attitudinale e capacità propulsiva per il rientro, per missioni che tipicamente dureranno due o anche più mesi.

Lo spazioplano è dotato di una stiva multiuso, di dispositivi per l’atterraggio e di una progettazione aggiornata al fine di garantire la riusabilità per cinque voli.

Per minimizzare i costi, dove possibile vengono usati componenti commerciali off the shelf, ovvero già disponibili sul mercato, mentre gli elementi più costosi verranno riutilizzati. Dopo ciascun volo, il veicolo richiederà delle minime operazioni di rifornimento e ciò renderà lo spazioplano dell’ESA molto competitivo sul mercato.

Fra le innovazioni tecnologiche di questo progetto, va senza dubbio sottolineata la sofisticata avionica in grado di far eseguire allo Space Rider delle calibrate manovre orbitali e un dolce rientro sulla terra con un atterraggio morbido e preciso.

«Lo Space Rider è il primo veicolo da trasporto riutilizzabile europeo. Questa impresa affascinante sta affinando le nostre capacità in una gamma di tecnologie di frontiera e ciò rafforzerà la nostra posizione in questo mercato competitivo» ha commentato Jose Longo, Manager per l’ESA per il programma di sviluppo dello Space Rider.

È in evoluzione la fase di scelta dei primi spazioporti europei per lo Space Rider, i quali dovranno essere in grado di sostenere le operazioni a esso legate e dovranno ospitare le strutture di servizio. Inoltre, saranno necessarie delle nuove legislazioni in materia aerospaziale.

Giorgio Tumino, manager per i programmi di sviluppo di Vega e dello Space Rider per l’agenzia spaziale europea ha aggiunto: «Lo Space Rider implementa le capacità del sistema di trasporto Vega con la possibilità di poter gestire dei payload orbitali per una vasta gamma di applicazioni e in una modalità competitiva rispetto ad altre soluzioni alternative.»

«Queste capacità permettono all’Europa di catturare nuovi e promettenti mercati come indicato dallo straordinario ed entusiastico responso manifestato dai potenziali utilizzatori presenti alle nostre presentazioni e da quelli che hanno risposto ai nostri announcements of opportunities sullo Space Rider.»

Lo Space Rider verrà lanciato dallo spazioporto europeo di Korou, nella Guiana Francese, a partire dal 2022.

Fonte: ESA

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)

Una risposta

  1. MayuriK ha detto:

    Ottimo progetto, non vedo l’ora di vederlo in azione!