NASA: iniziato il lavoro per lo sbarco lunare del 2024

Un immagine storica: Buzz Aldrin sulla Luna, 1959. Credit: NASA.

[L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale] Da un paio di mesi fervono i lavori alla NASA per riportare l’uomo sulla Luna entro 5 anni, i soldi mancano ancora, ma alcuni test sono già iniziati. Riusciranno ad arrivare sulla Luna entro il 2024? Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare, dal presidente, la promessa di un finanziamento extra, e nel mentre si lavora ai requisiti tecnici minimi.

Fino alla fine del 2018 i piani della NASA non prevedevano uno sbarco sulla superficie lunare prima del 2028 e l’agenzia federale, insieme con i partner della ISS, erano concentrati sullo sviluppo di un avamposto in orbita lunare. L’accelerazione di 4 anni rispetto al piano precedente comporta indubbiamente un taglio allo sviluppo di componenti ritenute superflue al nuovo obiettivo. La nuova bozza prevede lo sviluppo di un Gateway lunare in forma ridotta, per accelerare i tempi, composto solamente di un modulo di propulsione ed energia e di un modulo abitativo. Ci sono addirittura ipotetici scenari che contemplano uno sbarco sulla Luna diretto, senza Gateway lunare. Il che, sebbene sia tecnicamente possibile, non permetterebbe una pianificazione a lungo termine di attività scientifiche sulla superficie del nostro satellite naturale.

Ricostruzione artistica della navicella Orion che attracca al Lunar Gateway. Credit: NASA.

Tutti i piani potrebbero venire mandati a monte da un ulteriore ritardo nella costruzione del nuovo razzo super pesante SLS (Space Launch System) il cui sviluppo procede ormai a rilento da un decennio circa. Il razzo SLS sarà fondamentale per i primi moduli del Gateway lunare, in quanto non è al momento disponibile nessun altro lanciatore capace di portare un carico così pesante in orbita lunare. La prima missione di SLS, EM-1, è prevista per il 2020 e sono già stati presi alcuni accorgimenti per accelerarne lo sviluppo. Uno di questi è stato il metodo di assemblaggio del primo stadio, prima era previsto un assemblaggio verticale, adesso è stata valutata come “senza rischi” la modalità di assemblaggio orizzontale, che semplifica la procedura e accorcia i tempi della catena di montaggio. Un altro accorgimento, ancora in discussione, è l’eliminazione di un test, chiamato green run, di funzionamento statico dei motori per 8 minuti. Questo test è molto più complesso di uno analogo della durata di solo una manciata di secondi, che verrà comunque effettuato, ed è in corso un dibattito per stabilire se la procedura ridotta comporti un rischio accettabile o meno per il proseguimento dei lavori.

Una fase di assemblamento del primo stadio del razzo SLS. Credit: NASA.

Oltre a quanto è già in fase di sviluppo, ci sono due componenti fondamentali ancora assenti totalmente, che vedranno la loro progettazione e realizzazione probabilmente a cura di agenzie private: si tratta del modulo di atterraggio e delle tute spaziali. Sul modulo di atterraggio sulla superficie lunare recentemente l’agenzia federale ha fatto un passo indietro; si va verso il fornitore unico per modulo di discesa, risalita e trasferimento, mentre negli ultimi due mesi sembrava che ogni privato potesse dedicarsi a un singolo modulo delegando alla NASA il compito di gestire la compatibilità. I tre moduli saranno inviati al Gateway probabilmente con vettori commerciali e saranno assemblati con l’aiuto del braccio robotico che verrà sviluppato dall’agenzia spaziale canadese.

Le tute spaziali andranno sviluppate e fabbricate ex-novo: quelle esistenti sono vecchie di 40 anni e non vengono più prodotte; soprattutto non potranno essere utilizzate per le missioni lunari. Le prime tute spaziali per le attività extra-veicolari lunari saranno minimali, permetteranno solamente i movimenti di base agli astronauti. In futuro verranno sviluppate tute più adatte a missioni elaborate e di lunga durata.

Una tuta spaziale usata per attività extra-veicolari nella Stazione Spaziale Internazionale. Credit: NASA.

E, per concludere, mancano ancora i soldi. Alla NASA, per questa mastodontica operazione, serve un finanziamento extra; la prima promessa di un’estensione del budget federale per il traguardo dell’uomo sulla Luna entro il 2024 era con scadenza al 15 di aprile. La proposta non è arrivata in tempo e l’ufficio stampa del presidente degli Stati Uniti e l’amministratore NASA Bridenstine hanno annunciato un ritardo di alcuni giorni per l’emendamento del budget a causa di alcune incertezze nella programmazione per stabilire la quota esatta. Secondo l’ultima dichiarazione l’emendamento dovrebbe arrivare entro due settimane, cioè entro il 17 maggio. L’emendamento dovrà poi essere approvato entro fine anno dal congresso, o la Luna non avrà abitanti ancora per molto tempo.

Fonte: Spaceflight Now

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Commenti

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Gianmarco Vespia

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3 Risposte

  1. luca ha detto:

    tanta fatica per arrivare lassù e starci poche ore e piantare una bandiera e tornare indietro.
    Se non si ha la volontà politica di accordarsi per creare con tutte le nazioni del mondo una base lunare permanente è meglio non distrarre soldi e tempo a missioni spaziali più importanti.

    • Gianmarco Vespia ha detto:

      La base lunare pianificata sarà in orbita, per permettere escursioni in vari punti della superficie lunare.

  2. MayuriK ha detto:

    Bhè, per il Lander a quanto pare ci potrà pensare Blue Origin.
    Speriamo non ci siano ritardi eccessivi.
    Comunque spero che nonostante vogliano costruirlo inizialmente in versione ridotta, lo Space Gateway verrà poi ampliato con il tempo, sarà proprio un bell’avamposto umano nello spazio.