NanoRacks sceglie Thales Alenia Space per realizzare l’Airlock Module della ISS

Rappresentazione dell'airlock di NanoRacks sulla ISS. Credit: NanoRacks

Nuova importante commessa per la joint venture europea (Thales 67% e Leonardo 33%) che, dopo quelle stipulate lo scorso anno per la realizzazione dello SpaceRider ed i moduli abitati per il programma NextSPACE, rafforza la propria leadership nel realizzare infrastrutture per il settore aerospaziale, in particolare per i moduli orbitali pressurizzati.

Lo scorso 5 febbraio la società statunitense NanoRacks ha annunciato di aver scelto Thales Alenia Space (TAS) per la realizzazione della struttura primaria pressurizzata del proprio Airlock Module, che verrà lanciato nel 2019 con la missione SpaceX CRS-19 e sarà agganciato al portello frontale del Nodo 3 Tranquility.
TAS sarà anche responsabile della realizzazione dello scudo antimeteoriti (MMOD), dei pannelli multistrato isolanti (MLI) ed altri elementi strutturali esterni.

“Thales Alenia Space è la scelta più ovvia per la costruzione del guscio pressurizzato del nostro airlock”, ha affermato Brock Howe, responsabile per il programma di NanoRacks.
“Oltre ad aver realizzato in passato il meglio dell’hardware aerospaziale, hanno soprattutto realizzato più della metà del volume abitabile della stazione spaziale, di cui hanno un’ottima cognizione di tutti i sistemi. Siamo certi che questa collaborazione sarà di sicuro successo e che porterà ulteriori alleanze sin nel cuore dell’Europa”.

Walter Cugno, Vice Presidente Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space Italia si è così espresso:
“Siamo molto orgogliosi di essere stati scelti da NanoRacks per questo cruciale programma commerciale. La firma di questo contratto non solo ci da la possibilità di confermare la nostra posizione di leader nel mercato delle infrastrutture spaziali, ma enfatizza anche la nostra esperienza e capacità. Thales Alenia Space porterà in questo programma un’esperienza quarantennale nella progettazione e realizzazione di soluzioni ad alta tecnologia, sia per la Stazione Spaziale Internazionale che per le future iniziative di esplorazione dello spazio”.

I componenti dell’Airlock Module.

Quello di NanoRacks sarà il primo airlock privato, ad uso commerciale, ad essere installato sulla Stazione Spaziale Internazionale. Attualmente la società con sede a Houston (TX) gestisce vari servizi commerciali a bordo della ISS, con payloads installati all’interno dei moduli abitati, esterni ai moduli o portati all’esterno tramite l’airlock giapponese JEM A/L del modulo Kibo .
Dal 2009 al febbraio 2018 NanoRacks ha commercializzato l’invio, l’installazione e l’operatività di oltre 600 payloads sulla ISS, creando un nuovo mercato e diventando la prima “Commercial Space Station Company”.
Proprio per poter soddisfare la forte crescita di questo nuovo settore e, per superare le limitazioni oggettive del JEM A/L, nel maggio 2016 NanoRacks ha stipulato un accordo con la NASA per poter installare un proprio modulo sulla ISS.
Nel febbraio 2017 il progetto ha superato la Preliminary Design Review e Boeing è stata scelta per la realizzazione del meccanismo di aggancio (PCBM) con il Nodo 3.

Lo scorso giugno un mockup in scala reale è stato testato da un paio di astronauti nella grande piscina (Neutral Buoyancy Laboratory) presso il JSC di Houston. In particolare è stata verificata l’accessibilità esterna durante una eventuale EVA, il posizionamento dei corrimano e l’assenza di ostacoli strutturali durante il lavoro esterno.

Dati tecnici:
– 2 m di diametro
– 1,8 m di lunghezza
– 3,99 mc di volume netto utilizzabile (contro gli 0,7 mc del JEM A/L).
– Versatilità di utilizzo del volume interno, con la possibilità di rilasciare piccoli satelliti e Cubesats contemporaneamente.
– Alimentazione 120 v DC, 700 W e connessione dati Ethernet per i carichi interni
– Possibilità, in base alla disponibilità dell’equipaggio, di effettuare fino a 12 aperture all’anno (contro le 10 attuali del JEM A/L (di cui 5 sono destinate all’agenzia giapponese JAXA e le restanti da dividersi tra i partners internazionali).
– 6 slot esterni per l’aggancio di payloads con massa fino a 227 kg, con alimentazione elettrica e connessione dati.

Ciclo operativo:
Gli astronauti preparano e caricano l’airlock aprendo il portello del modulo Tranquility a cui è agganciato e quindi accedendo all’interno della parte a forma di cupola. Una volta richiuso e depressurizzato, l’airlock viene sganciato da Tranquility tramite il braccio robotico Canadarm 2 e posto nella posizione di lavoro, con l’interno della cupola rivolto verso l’esterno.

Esempio di composizione interna.

È previsto un periodo di esposizione massimo di 2 settimane e la possibilità, rimanendo ovviamente agganciato a Tranquility, di effetturare depressurizzazioni parziali.
Terminata l’esposizione all’esterno, il braccio robotico riaggancia l’airlock al portello e viene ripressurizzato l’interno della cupola, che torna nuovamente accessibile all’equipaggio per la campagna successiva.

Tecnicamente quindi, quello di NanoRacks non sarà un airlock simile a quelli fin’ora utilizzati, che funzionano grazie all’apertura e chiusura alternata di due portelli. La particolarità ingegneristica, che rende il progetto più semplice, è che questo modulo di portelli non ne ha nessuno, sfrutta quello già esistente del nodo 3 Tranquility .

La NASA, oltre a garantire l’organizzazione del lavoro degli astronauti, fornirà una pompa che consentirà un recupero dell’aria durante le depressurizzazioni, stimato nell’ordine dell’80-90%.

“Vorremmo utilizzare la stazione spaziale per incentivare il settore commerciale ad investire in un nuovo utilizzo dello spazio”. Ha affermato Sam Scimemi, Direttore della divisione ISS presso il quartier generale della NASA a Washington.
“Il nostro obbiettivo è quello di creare una nuova economia per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico ed altro in orbita bassa terrestre. La nostra speranza è che questo nuovo airlock dia la possibilità al settore commerciale di sperimentare e sviluppare nuove opportunità nello spazio”.

Fonte e foto, NanoRacks.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.