Orbital ATK vuole una parte del VAB al Kennedy Space Center

Il VAB al Kennedy Space Center. Credit: NASA

La NASA ha selezionato Orbital ATK per cominciare le contrattazioni sulla gestione della High Bay 2, presso lo storico Vehicle Assembly Building al Kennedy Space Center, in Florida.

Il Vehicle Assembly Building

Lo shuttle Endeavour viene agganciato all'external tank nella High Bay 3 del VAB prima della missione STS-124. Credit: NASA

Lo shuttle Endeavour viene agganciato all’external tank nella High Bay 3 del VAB prima della missione STS-124. Credit: NASA

Il Vehicle Assembly Building, o più brevemente VAB, è una delle strutture maggiormente riconoscibili del Kennedy Space Center. La struttura, alta ben 160 m, fu completata nel 1966 e inizialmente battezzata Vertical Assembly Building, ed è tuttora l’edificio ad un solo piano più alto del mondo.

Fu inizialmente progettato nell’ambito del progetto Apollo per ospitare fino a quattro lanciatori Saturn V in vari stadi di preparazione in verticale nelle quattro High Bays. Durante l’era shuttle fu ribattezzato con l’attuale denominazione e riconvertito per processare diverse componenti dello Space Transportation System (STS). In particolare le High Bays 1 e 3 venivano usate per gli orbiter, mentre le High Bays 2 e 4 venivano utilizzate durante la preparazione dell’external tank (il grande serbatoio esterno dello shuttle).

I piani di Orbital ATK

Orbital ATK spera di utilizzare la High Bay 2 per preparare al lancio dalla rampa 39B al KSC il suo prossimo lanciatore pesante. Il razzo è ancora nelle fase iniziali di progettazione. Evoluzione del Liberty, proposto qualche anno fa per i contratti commerciali di trasporto equipaggi per NASA, il nuovo vettore dovrebbe utilizzare un primo stadio a propellente solido, di cui ATK era già produttrice leader ancor prima della fusione con Orbital, e uno stadio superiore equipaggiato con propulsori forniti dalla Blue Origin di Jeff Bezos.

Rendering del vettore proposto nel 2012, il Liberty. Credit: ATK

Rendering del vettore proposto nel 2012, il Liberty. Credit: ATK

Lo sviluppo del nuovo vettore è ripartito all’inizio di quest’anno grazie al finanziamento da 47 milioni di dollari da parte dell’aeronautica militare americana nell’ambito del programma di rinnovamento dei lanciatori militari, che al momento risultano troppo dipendenti dai propulsori russi RD–180. Anche SpaceX ed ULA hanno beneficiato di un finanziamento simile.

Il futuro del KSC

La selezione di Orbital ATK per la concessione dell’High Bay 2 rientra in un piano di rinnovamento del Kennedy Space Center avviato dalla NASA all’indomani del ritiro dello shuttle. La NASA ha già affidato in concessione a SpaceX la rampa 39A, una delle due costruite durante il progetto Apollo, mentre la 39B sarà utilizzata sia dal nuovo lanciatore super-pesante Space Launch System (SLS), sia da altri utilizzatori commerciali.

Installazione delle piattaforme per SLS nella High Bay 3 del VAB. Credit: NASA/Dimitri Gerondidakis

Installazione delle piattaforme per SLS nella High Bay 3 del VAB. Credit: NASA/Dimitri Gerondidakis

Anche i 3 hangar dove avvenivano molte delle operazioni sugli shuttle, le cosiddette Orbiter Processing Facilities (OPF), sono state dati in concessione a Boeing che li sta utilizzando sia per il veicolo militare X37-B (OPF–1 e 2), sia per la prossima capsula con equipaggio CST–100 Starliner (OPF–3).

Il bando per la concessione dell’uso della High Bay 2 nel VAB era stato annunciato l’estate scorsa dalla NASA. Nell’accordo dovrebbe rientrare anche una delle piattaforme di lancio mobili attualmente disponibili al KSC. “Negli ultimi anni, il personale del KSC ha lavorato diligentemente per trasformare il centro. Adesso siamo veramente uno spazioporto multi-utente che supporta diversi partner con successo”, ha dichiarato Bob Cabana, direttore del KSC. “Non vediamo l’ora di lavorare con Orbital ATK in futuro per facilitare l’espansione delle capacita di questo impianto unico e storico”.

La NASA continuerà comunque ad utilizzare il VAB, ed in particolare la High Bay 3, per la preparazione dell’SLS.

Fonte: NASA

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.