L+4: Dormire in una cabina telefonica

Samantha Cristoforetti si allena con l'ARED nel modulo Tranquility. Credit: NASA
Samantha Cristoforetti si allena con l'ARED nel modulo Tranquility. Credit: NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 28/11/2014):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 4 (27 novembre 2014)—Ieri Terry, Butch e io abbiamo avuto un giorno libero per celebrare la festività americana del Giorno del Ringraziamento. Mi piace il pensiero di avere un giorno specificamente dedicato alla gratitudine e alle cose per le quali siamo grati: dal mio punto di vista, sono stata veramente felice di avere un giorno libero!

Ho comunque dovuto fare un po’ di lavoro, principalmente in supporto ai colleghi russi Sasha ed Elena per il lavoro in Columbus sull’assemblaggio dell’esperimento Plasma Kristall 4, ma ho potuto sfruttare la maggior parte della giornata per rendere un po’ più organizzata la mia vita nello spazio e iniziare a usare le macchine per l’esercizio fisico.

Il mio risultato più grande è stato organizzare la mia piccola cuccetta: ha più o meno le dimensioni di una vecchia cabina telefonica e contiene naturalmente il mio sacco a pelo, che in genere arrotolo e metto da parte durante il giorno.

Anche i miei due computer laptop personali abitano nella mia cuccetta, e una ringhiera per infilare i piedi è convenientemente posizionata sul pavimento per fornire un ancoraggio mentre si lavora con i laptop. Uno è chiamato SSC e posso utilizzarlo per consultare il programma delle attività, usare la mia posta elettronica di bordo, leggere le procedure, scaricare foto e video a terra, fare ricerche nel sistema di gestione dell’inventario e molto altro—è collegato alla rete di bordo, così posso perfino collegarmici dal mio iPad (anche quello abita nella mia cuccetta).

Il secondo computer è completamente scollegato dalla rete di bordo e può essere usato per fare il login remoto in un’immagine di sistema su un server a Houston: è il nostro modo per collegarci a Internet.

Nella mia cuccetta tengo anche gli abiti che uso correntemente, alcuni oggetti per l’igiene come il deodorante, la crema per le mani e il burro cacao, una sacca d’acqua con cannuccia che posso riempire all’erogatore dell’acqua nel modulo accanto, il mio taccuino per l’equipaggio.

Come fisso saldamente tutte queste cose? Beh, come in qualunque altro posto sulla Stazione: con il Velcro, gli elastici e le clip (con sopra del Velcro). Fortunatamente, molte persone hanno vissuto qui prima di me (l’ultima, il mio collega Shenanigan Alex!), così tutto quello che serve per una sistemazione a 5 stelle nello spazio è già a posto.

Ah, anche la mia macchina fotografica con il flash è qui. Per le foto all’interno, cerchiamo di usare la “nostra” fotocamera per quanto possibile: rende più facile tenere traccia delle foto e scaricarle. Non è soltanto per scattare foto della nostra vita e lavoro a bordo: molto spesso il controllo a terra ci chiederà di documentare fotograficamente un componente dell’equipaggiamento o un’attività.

Come ho detto, ieri ho fatto anche il mio primo allenamento, prima con il CEVIS, il nostro ergometro, e poi con l’ARED, l’Advanced Resistive Exercise Device [macchina per l’esercizio resistivo avanzato—N.d.T.]: se non la trattiamo bene, ci si romperà addosso, cosa che non vogliamo davvero. Abbiamo bisogno dell’esercizio fisico per preservare i nostri muscoli e le ossa!

La foto è stata scattata da Butch dalla Cupola. Uno di questi giorni porterò una macchina fotografica e vi mostrerò la vista dall’altro lato. Certamente la vista migliore da un attrezzo ginnico, sul pianeta e fuori!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Commenti

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.

5 Risposte

  1. David Zannini ha detto:

    un tocco di capacità (ed empatica) femminile che fa davvero piacere leggere… grande Sam.

  2. Stefano ha detto:

    Grazie Samantha per le sensazioni e le impressioni che ci regali!
    Qui a terra sono misere rispetto alle tue, ma ci dobbiamo accontentare!
    Facci sognare! e buon lavoro!

  3. kikka orsa ha detto:

    Salve! Vorrei sapere se Samantha riesce già a dormire bene sulla ISS, se si è già ambientata. Inoltre mi incuriosisce sapere se il fatto che la ISS si muove a una velocità così elevata è percepibile dall’equipaggio. Grazie mille sin d’ora per un gradito riscontro! Buon lavoro e buon divertimento a Samantha! Alessandra

    • signaleleven ha detto:

      Probabilmente Sam ne parlera’, in futuro.

      Prova a chiederglielo su Twitter!

      Per quanto riguarda la velocita’: noi non sentiamo la velocita’, sentiamo le accelerazioni. In questo momento tu stai ruotando, insieme alla terra, a circa 300 metri al secondo verso est. Lo senti? 🙂 Cosi´ come quando viaggi in pulman, senza guardare fuori dal finestrino a velocita’ costante, non lo senti (beh, forse i sobbalzi della strada, ma quelli in orbita non ci sono :D). Senti una forza agire su di te solo quando si accelera o si frena.

      Per gli astronauti sulla iss e’ lo stesso. La velocita’ e’ sostanzialmente costante. Se guardano fuori vedono il pianeta scorrere sotto di loro, ma all’interno tutto sembra immobile.

      Diverso e’ quando si usano dei motori per “spingere” la ISS e riguadagnare la velocita’ persa a causa dell’attrito con le pochissime molecole di atmosfera presenti lassu’.

      In quel caso, proprio come un pullman che accelera, gli astronauti sentono una forza.

      Guarda qui!

      • kikka orsa ha detto:

        Grazie 🙂 ! E’ stato bellissimo ricevere un riscontro immediato e così esaustivo!