L-142: Fuga di ammoniaca? Ecco da dove verrebbe…

Samantha Cristoforetti in una simulazione di perdita di ammoniaca con l'equipaggio della Expedition 42 al JSC. Credit: ESA/S. Corvajaa
Samantha Cristoforetti in una simulazione di perdita di ammoniaca con l'equipaggio della Expedition 42 al JSC. Credit: ESA/S. Corvajaa

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Houston (USA), 5 luglio 2014—Come vi ho detto nell’ultima nota del diario, questo è tempo di simulazioni di emergenze per noi, con la simulazione per la Expedition 42 la settimana scorsa e quella per la Expedition 43 in arrivo la settimana prossima. L’obiettivo è fare pratica con le risposte alle emergenze con le nostre combinazioni di due equipaggi completi di 6 persone.

Più che un incendio e la depressurizzazione, lo scenario che richiede una risposta immediata senza scherzi è una perdita di ammoniaca in cabina. Se vi state chiedendo da dove quell’ammoniaca potrebbe venire, ecco un po’ di informazioni di base sulla progettazione della ISS. Tutto l’equipaggiamento che abbiamo a bordo genera molto calore, di cui dobbiamo liberarci in qualche modo. Ecco perché abbiamo condutture di raffreddamento che corrono lungo tutta la Stazione: attraverso delle piastre fredde e gli scambiatori di calore della cabina, l’acqua in quelle condutture raccoglie il calore. Nelle condutture abbiamo scambiatori di calore di interfaccia, in cui il calore viene trasferito dalle condutture di raffreddamento interne a quelle esterne. E in queste ultime, avete indovinato, abbiamo l’ammoniaca. Due pompe esterne si assicurano che quell’ammoniaca scorra dagli scambiatori di calore, dove raccoglie il carico di calore, ai grandi radiatori della Stazione, dove il calore viene respinto nello spazio.

Così, ora sapete che c’è un’interfaccia fra le condutture esterne dell’ammoniaca e le condutture interne dell’acqua. Cosa accade se c’è una rottura in quell’interfaccia, lo scambiatore di calore? Beh, visto che le condutture esterne sono a una pressione più alta, è probabile che l’ammoniaca fluirebbe nella cabina.

L’ammoniaca è estremamente tossica e ha un odore molto caratteristico. Tuttavia, se la perdita è abbastanza piccola, il sistema di autorilevamento del veicolo o il controllo a terra potrebbero notarla per primi, osservando un aumento nella quantità di fluido negli accumulatori del sistema di raffreddamento: visto che non stiamo aggiungendo alcuna acqua, un aumento nella quantità deve venire dall’ammoniaca.

Ecco come è iniziato il nostro scenario la settimana scorsa, con una comunicazione da terra che ripeteva questa chiamata su tutte le frequenze: “Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza! Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza!”

Nella prossima nota del diario vi racconterò in cosa consiste quella risposta… ma ha molto a che fare con i due tipi di maschere che vedete nella foto (Foto: ESA/S. Corvaja).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.