Le infiltrazioni di acqua minacciano il Dragone

Delle quantità di acqua marina sono penetrate ancora una volta nella capsula Dragon della SpaceX, dopo il suo splashdown avvenuto Domenica scorsa 18 Maggio nell’Oceano Pacifico. Si tratta della seconda volta in cui accade questa anomalia, da quando la capsula cargo ha iniziato i suoi voli verso l’International Space Station nel 2012, tuttavia Mercoledì scorso un manager della NASA della Stazione Spaziale ha spiegato ai cronisti che al momento non vi erano evidenze di danni ai campioni scientifici stivati nella capsula.

“SpaceX ha notato una limitata infiltrazione subito dopo l’apertura del portello.” Ha dichiarato Dan Hartman, vice program manager della NASA per la Stazione Spaziale. “Non siamo a conoscenza di danni a noi causati da questo fatto.”

Nell’articolo pubblicato Mercoledì da Spaceflightnow.it viene inoltre sottolineato il fatto che nonostante le prime evidenze siano relativamente rassicuranti, Hartman ha dichiarato che la NASA si aspetta un briefing sull’accaduto, con incluse delle possibili azioni correttive, prima di poter autorizzare Dragon alla prossima missione verso l’ISS.

“Abitualmente riceviamo i dati da SpaceX.” Ha spiegato Hartman. “Sul booster e su ogni aspetto della missione. Ci manteniamo aggiornati in continuazione, gli ingegneri di SpaceX dividono con noi le informazioni raccolte, così facendo riusciremo a lavorare unitamente in questa indagine.”

Ad ogni modo, il portavoce di SpaceX non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’accaduto.

La capsula da rifornimento Dragon, del diametro di 3,7 metri è discesa nell’Oceano Pacifico Domenica 18 ammarando a circa 480 km ad ovest di Baja California, portando a termine una missione di 30 giorni sull’International Space Station.

L'istante esatto dello splashdown. (C) SpaceX.

L’istante esatto dello splashdown. (C) SpaceX.

Un team apposito ha recuperato la capsula dalle acque oceaniche trasportandola al porto di Long Beach, in California, dove è arrivata Martedì. SpeceX ,di seguito ha provveduto al suo trasporto presso il proprio sito di McGregor, Texas, per le ispezioni post-volo e per l’indagine sulle infiltrazioni di acqua.

Hartman ha riferito che i tecnici di SpaceX hanno provveduto prontamente a scaricare i campioni biologici deperibili inviandoli alla NASA, la quale aveva in carico la responsabilità di distribuirli ai vari teams scientifici. Entro Venerdì 23, il resto dei quasi 1600 kg di carico ritornati sulla Terra a bordo di Dragon sono stati consegnati alla NASA.

Il carico comprendeva delle parti di tuta spaziale e dei campioni di acqua che aiuteranno gli ingegneri a determinare le cause dell’incidente occorso a Luca Parmitano. Il 16 Luglio del 2013 l’astronauta italiano dovette interrompere bruscamente la sua seconda EVA, a causa delle ingenti quantità di acqua che si stavano accumulando pericolosamente nel suo elmetto.

Durante l’intervista rilasciata sempre Mercoledì scorso, Hartman ha spiegato che i tecnici inizialmente aveano pensato che il campione, che consisteva in diversi galloni di acqua, fosse il colpevole dell’acqua presente nella capsula, ma la sua sacca era intatta.

“Quando abbiamo iniziato a scaricare il carico, abbiamo notato che la nostra sacca era intatta. Probabilmente la causa è da ricercarsi nel portello o in una valvola di scarico, gli ingegneri stanno indagando.” Hartman ha evidenziato il fatto che Dragon ha effettuato lo splashdown in un mare relativamente mosso e ciò potrebbe aver favorito la penetrazione di acqua al suo interno.

Anche nella sua prima missione operativa di rifornimento nell’Ottobre del 2012, la capsula Dragon imbarcò acqua dopo lo splashdown nel Pacifico causando il blocco dell’alimentazione elettrica del freezer GLACIER contenente dei campioni di sangue ed urine. La NASA dichiarò a suo tempo che i campioni biologici non risultarono danneggiati dall’evento.

Due freezers simili erano presenti in quest’ultima missione di Dragon, ma non hanno subito la perdita di alimentazione preservando così i campioni al suo interno.

Una delle azioni correttive intraprese dall’azienda di Elon Musk è stata quella di installare delle coperture rinforzate attorno ai freezers trasportati nelle seguenti missioni, per evitare che vengano bagnati da eventuali infiltrazioni di acqua marina.

La missione conclusasi la scorsa Domenica, è stata la terza missione cargo operativa verso la Stazione Spaziale Internazionale nell’ambito di un contratto da 1,6 miliardi di Dollari, per un totale di 12 missioni stipulato con la NASA. Al momento, SpaceX è l’unico fornitore della NASA in grado di riportare sulla Terra una significativa quantità di hardware.

L’azienda di Hawthorne sta aggiornando il progetto della capsula Dragon al fine di trasportare astronauti, sotto l’egida del Commercial Crew Program della NASA. È previsto che le missioni con equipaggio possano rientrare sulla Terra ammarando o atterrando.

Ad integrazione, va detto che secondo quanto riferito da aviationweek.com nel suo post del 21 Maggio relativo alla vicenda, fra l’ammaraggio di Dragon ed il suo recupero, sono trascorse 11 ore, molte di più del solito e questo fatto potrebbe essere collegato al ripetersi del problema delle infiltrazioni di acqua.

 

Il filmato della partenza di dragon CRS-3 dall’ISS.

 

Nell’immagine in evidenza, la capsula Dragon poco prima di toccare le acque dell’Oceano Pacifico. (C) SpaceX.

Fonti: spaceflightnow.com; aviationweek.com

 

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)