DARPA vuole un vero spazioplano automatico

DARPA è l’agenzia della Difesa USA incaricata della ricerca avanzata: trattandosi di questioni di sicurezza nazionale, essa è normalmente sottoposta a vincoli di bilancio ben meno stringenti di quelli imposti, ad esempio alla NASA.
Per questo, quando essa lancia un bando di concorso, si può avere la ragionevole certezza che si tratterà di qualcosa di significativo, ed il recente programma XS-1 pare confermare la regola.
Lo scopo è sviluppare un veicolo automatico completamente riutilizzabile, che permetta l’accesso allo spazio con operazioni assolutamente identiche a quelle di un normale aereoplano: dovrà decollare da una pista priva di particolari infrastrutture e con un supporto tecnico e logistico minimo, in modo da garantire voli giornalieri da una vasta gamma di località. Il concetto preliminare prevede un primo stadio riutilizzabile, che raggiungerebbe velocità ipersoniche a quote suborbitali. A questo punto uno o più stadi “a perdere” si distaccherebbero dal velivolo-madre per immettere in orbita bassa il carico pagante (satelliti militari, per lo più). Il mezzo principale farebbe invece ritorno alla base, in automatico, per essere pronto per un nuovo volo nel giro di poche ore. Gli obiettivi da raggiungere per chi vorrà partecipare alla selezione sono i seguenti:

  • 10 voli in 10 giorni
  • velocità superiori a mach 10
  • lancio in LEO di un carico di prova
  • riduzione dei costi di lancio dei carichi piccoli (da 3 a 5mila libbre, ovvero da 13 a 22 quintali circa) di almeno un fattore 10, arrivando a meno di 5 milioni di dollari per volo

A dispetto delle apparenze, questi obiettivi sono abbastanza generici, trattandosi di DARPA: la norma per questa Agenzia è di costruire un progetto intorno ad una specifica tecnologia che si vuole sviluppare, mentre qui ci si limita ad indicare i traguardi da raggiungere, lasciando ampia libertà di scelta riguardo alle modalità con cui conseguirli. Ad esempio, tra gli addetti ai lavori è già in corso una appassionata discussione sulla scelta fra un veicolo dotato di portanza (un “aereo” con ali e/o lifting body), oppure un mezzo che faccia esclusivo affidamento sui motori per controllare il proprio volo (il riferimento al progetto Grasshopper di SpaceX è qui abbastanza evidente).
Il programma XS-1 si affianca ad un altro progetto DARPA, ALASA (Airborne Launch Assist Space Access), che riguarda sistemi per immettere in orbita carichi fino a 50 chilogrammi a meno di un milione di dollari per lancio, usando vettori non riutilizzabili a basso costo lanciati da aerei convenzionali.

Il giorno fissato per presentare le proposte preliminari è il prossimo 7 ottobre.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017