Gli ingegneri mettono Orion sotto pressione

Dopo essere stato pressurizzato e testato in condizioni tali da imitare gli stress del volo spaziale, il crew module della capsula Orion della NASA ha superato anche il test di carico statico, lo scorso Mercoledì 5 Giugno.

Quando Orion verrà lanciata per l’Exploration Flight Test-1 (EFT-1), previsto al momento per il Settembre 2014, essa sarà il veicolo spaziale costruito per ospitare esseri umani, a volare più lontano degli ultimi 40 anni. La nuova capsula dell’agenzia spaziale americana raggiungerà la distanza di quasi 5800 km dalla superficie terrestre, facendo ritorno nell’atmosfera ad una velocità di 40.000 km/h circa. Nel corso di questo test, Orion sarà sottoposto ad una serie di sollecitazioni inerenti le fasi di lancio e rientro, al vuoto dell’ambiente spaziale, e a diversi eventi dinamici relativi all’espulsione di hardware dallo spacecraft per l’apertura dei paracadute.

Per verificare lo status di Orion in vista del flight test del prossimo anno, gli ingegneri del Kennedy Space Center della NASA , hanno costruito una struttura alta sei metri per la determinazione dei carichi statici sul modulo dell’equipaggio, dotata di cilindri idraulici che lentamente spingono o tirano il veicolo, in base al tipo di carico che deve essere simulato. L’apparecchiatura, è stata in grado di produrre il 110 percento del carico causato da otto differenti tipi di sollecitazioni che Orion dovrà affrontare durante la missione EFT-1. Oltre 1600 estensimetri hanno registrato le risposte del veicolo. I carichi applicati sono rientrati in un range che andava da 6350 kg circa a 108.800 kg circa.

“La campagna relativa ai carichi statici è il nostro miglior metodo per verificare che quello che funziona sulla carta, funzionerà anche nello spazio,” ha affermato il manager del crew and service module del Johnson Space Center di Houston, Charlie Lundquist. “Questo è il modo in cui validiamo il nostro progetto.”

In aggiunta ai vari carichi sopportati, il modulo dell’equipaggio di Orion è stato anche pressurizzato durante i tests, per imitare gli effetti del vuoto spaziale. Questa simulazione ha permesso agli ingegneri di avere la conferma che la capsula riesce mantenere la sua pressurizzazione nel vuoto e di verificare l’efficacia delle riparazioni svolte alle fessure superficiali apparse sulla paratia posteriore a seguito dello svolgimento di simili tests in pressione, lo scorso Novembre.

Il test del Novembre 2012 avevano rivelato un margine insufficiente in una zona della paratia posteriore, la quale non sarebbe stata in grado di affrontare le sollecitazioni legate alla pressurizzazione. Utilizzando i dati scaturiti dal suddetto test, gli ingegneri hanno potuto rinforzare il design per assicurare integrità strutturale validando l’azione correttiva nella prova della scorsa settimana.

Per riparare le fessure, gli ingegneri hanno progettato delle staffe che scaricano e diffondono le sollecitazioni legate alla pressurizzazione verso altre zone del modulo strutturalmente più forti. Durante i tests di Mercoledì scorso, Orion è stata pressurizzata al 110 percento del valore alla quale verrà pressurizzata nello spazio, dimostrando così la sua disponibilità ad affrontare l’Exploration Flight Test-1.

 

 

Nell’immagine in evidenza:  Nell’ Operations and Checkout Building presso il  Kennedy Space Center, l’Orion crew module è stato fissato nella strutture adibita per il test statico di carico in preparazione ad una serie di tests che simuleranno i carichi massicci che la capsula dovrà affrontare durante la sua missione. Photo credit: NASA/Kim Shiflett

 

Fonte: NASA

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)