Gruppo di lavoro franco-tedesco valuta i piani futuri di ESA

Credits: ESA

Un gruppo di lavoro franco-tedesco creato per coordinare le politiche spaziali dei due maggiori finanziatori dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha concluso che ESA dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo di un modulo propulsivo per la capsula con equipaggio Orion, da fornire a NASA come pagamento dei costi operativi dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per il periodo dal 2017 al 2020.

Un secondo gruppo di lavoro sta valutando i costi e i benefici di un nuovo lanciatore pesante europeo ma, secondo quanto riportato dal direttore dell’agenzia spaziale tedesca (DLR), ancora non ha presentato la propria relazione, nonostante la scadenza fosse lo scorso 30 giugno.

Entrambi i gruppi di lavoro erano stati creati dai governi francese e tedesco. Le agenzie spaziale dei rispettivi paesi (CNES e DLR) hanno quindi deciso di coordinare le proprie politiche in previsione della conferenza ministeriale del prossimo novembre, in cui l’ESA deciderà il proprio budget e gli obiettivi per i prossimi anni. Francia e Germania provvedono a circa il 50% dei finanziamenti di ESA.

Il primo gruppo di lavoro era stato creato per decidere come ESA debba pagare la parte europea dei costi relativi al mantenimento della ISS dal 2017 al 2020. La cifra stimata ammonta a circa 450 milioni di euro in tre anni. Fino ad ora il conto era stato pagato tramite rifornimenti verso la ISS forniti dall’Automated Transfer Vehicle (ATV), lanciato su un Ariane 5 dalla Guyana Francese. L’ESA ha recentemente deciso di terminare la produzione di ATV con il quinto lancio, previsto per il 2014, con la motivazione che l’agenzia spaziale debba concentrarsi sullo sviluppo di nuove tecnologie anziché costruire in serie hardware aerospaziale.

La NASA ha quindi suggerito che l’agenzia europea sviluppi un nuovo modulo propulsivo per la capsula abitata Orion, per un costo stimato all’incirca proprio di 450 milioni di euro. Alcuni governi di ESA, tra i quali principalmente Francia ed Italia, hanno però espresso dubbi su questa soluzione che relegherebbe l’Europa al ruolo di sub-contractor per NASA. L’agenzia spaziale francese (CNES) aveva quindi proposto un progetto alternativo per un veicolo, denominato Versatile Autonomous Concept, capace di diverse operazioni in orbita bassa, tra le quali la rimozione di detriti spaziali. Non è ancora chiaro se un tale progetto possa essere accettato da NASA come pagamento delle operazioni della ISS.

Secondo il presidente della DLR, Johann-Dietrich Woerner, i costi del veicolo proposto dal CNES sarebbero molto superiori ai 450 milioni di euro stanziati (si stima almeno 1 miliardo di euro), anche se i tedeschi non rifiuterebbero l’alternativa proposta dai francesi a priori. Secondo Woerner, inoltre, il modulo propulsivo di Orion potrebbe in futuro essere utilizzato anche per sviluppi nell’ambito delle attività indipendenti europee. Sia il DLR che il CNES hanno comunque sottolineato che i due gruppi di lavoro non hanno nessun potere decisionale, ma solo propositivo.

Nonostante i ritardi, il secondo gruppo di lavoro sta lavorando alla valutazione di quattro alternative per lo sviluppo del successore dell’attuale Ariane 5. La prima alternativa sarebbe l’accelerazione dello sviluppo (già avviato) della cosiddetta Midlife Evolution del lanciatore europeo (Ariane 5 ME), in grado di trasportare il 20% di payload in più tramite un nuovo stadio criogenico superiore (“Vinci”). Il costo di sviluppo stimato è di circa 1,5 miliardi di euro, mentre i costi operativi sarebbero gli stessi dell’attuale Ariane 5.

Una seconda opzione implicherebbe invece l’abbandono del progetto ME pur continuando lo sviluppo di Vinci. Lo stadio criogenico superiore verrebbe in questo caso utilizzato per un nuovo lanciatore (Ariane 6) di portata inferiore, capace di immettere un satellite commerciale in orbita geostazionaria (l’attuale Ariane 5 è invece in grado di lanciare due satelliti alla volta in GEO).

La terza opzione prevede di continuare lo sviluppo di Ariane 5 ME e, contemporaneamente, finanziare lo sviluppo iniziale di Ariane 6. L’ultima opzione, probabilmente la meno costosa, prevede invece il finanziamento di Ariane 5 ME e l’attesa di alcuni anni prima di cominciare lo sviluppo di Ariane 6. Il costo dello sviluppo di Ariane 6 si aggirerebbe tra i 3 e i 4 miliardi di euro in dieci anni.

Fonte: SpaceNews

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.