ESA continua a investigare sul guasto di ENVISAT

Da quando lo scorso 8 aprile 2012 il satellite ENVISAT ha smesso improvvisamente di trasmettere dati alle stazioni di terra, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha tentato incessantemente di ristabilire i contatti con la sonda, che comunque sembra mantenere orbita e assetto stabili.

Per determinare se ENVISAT sia entrato in modalità “safe”, condizione che potrebbe consentire il ripristino delle attività del satellite, il team di tecnici che lavora per ristabilire i contatti sta utilizzando le informazioni che provengono da diversi partner ESA, sia Europei, sia internazionali.

Le informazioni sull’orbita di ENVISAT sono state fornite dallo US Joint Space Operations Center, mentre diverse stazioni laser a terra hanno fornito dati per verificarne la stabilità.

Due immagini molto dettagliate del satellite sono state fornite dal radar terrestre TIRA, gestito dal Fraunhofer Institute per la Fisica delle Alte Frequenze e le Tecniche Radar di Wachtberg, in Germania, e dal satellite Pleaides gestito dall’Agenzia Spaziale Francese (CNES).

Quest’ultimo, destinato a fornire immagini ad alta definizione della superficie terrestre, lo scorso 15 aprile è stato orientato dai tecnici del CNES per riprendere ENVISAT che passava a meno di 100 km da Pleiades, dimostrandone, tra l’altro, la straordinaria capacità di variare assetto.

Gli specialisti di volo e gli ingegneri stanno usando queste immagini per determinare se i pannelli solari di ENVISAT, la sorgente di energia del satellite, siano correttamente orientati verso il Sole per consentire la modalità “safe” e rimetterlo in condizione di comunicare con la Terra.

L’improvvisa interruzione delle comunicazioni da parte di ENVISAT ha comportato l’arresto del flusso dei dati forniti agli utenti della comunità internazionale di osservazione della Terra, che si basa sulla continuità di questi dati.

Se non verrà ripristinato il funzionamento di ENVISAT assumerà maggiore urgenza il prossimo lancio della costellazione di satelliti Sentinel, sviluppati per il programma europeo Global Monitoring for Environment and Security (GMES) e destinati a fornire le informazioni necessarie per migliorare la gestione dell’ambiente, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto.

Fonte ESA

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Giuseppe Corleo

Ingegnere meccanico per corso di studi, informatico in ambito bancario per professione, appassionato di tutto ciò che riguarda astronomia, astronautica, meccanica, fisica e matematica. Articolista del sito Astronautinews.it dal 2011.