La proposta di budget NASA 2013 sulle future missioni planetarie

Dirigenti NASA hanno ammesso che il budget proposto per l'anno fiscale 2013 per la scienza planetaria non sarà sufficiente per raggiungere la maggior parte degli obiettivi più importanti nel prossimo decennio, secondo quanto riporta il sito SpaceflightNow.com. L'attuale proposta di budget, infatti, provocherebbe la cancellazione della nascente missione di sample-return su Marte, il rinvio di diverse altre missioni di tipo "Flagship" (ovvero missioni NASA ad alto budget e ad alta valenza scientifica) verso i pianeti esterni e altri ritardi sul lancio di missioni minori, che la NASA chiama "Discovery-class".

La proposta di budget presentata dal presidente USA Barack Obama per il prossimo anno fiscale che comincerà il prossimo 1 ottobre, prevede una cifra pari a 1,2 miliardi di dollari per le missioni scientifiche planetarie, un taglio di 309 milioni rispetto all'anno corrente.

In un discorso del 13 febbraio scorso, l'amministratore NASA Charles Bolden ha invitato i dipendenti nasa, gli scienziati e il pubblico ad apprezzare il fatto che ci sono ancora due missioni "flagship" che devono essere completate. Si tratta di Mars Science Laboratory (il rover marziano Curiosity), del costo di 2,5 miliardi di dollari, e il James Webb Space Telescope, da molti indicato come il successore di Hubble che verrà lanciato nel 2018, costato 8,8 miliardi di dollari.

Il budget complessivo di NASA, nella proposta Obama, sarebbe di 17,7 miliardi di dollari, leggermente al di sotto dei livelli del 2012. La proposta, che potrebbe comunque essere modificata dal Congresso, sta costringendo NASA a rivedere i propri piani per l'esplorazione planetaria e a instaurare una collaborazione tra la divisione scientifica e quella del volo umano dell'agenzia spaziale americana.

A causa del nuovo budget, NASA ha ufficialmente dichiarato che non parteciperà alla missione ESA Exomars, che prevedeva due lanci verso il pianeta rosso nel 2016 e nel 2018, costringendo l'agenzia spaziale europea a rivedere i propri piani. Le due agenzie avevano in programma lo sviluppo di un orbiter per la rilevazione di tracce di metano nell'atmosfera marziana e un rover che avrebbe raccolto campioni rocciosi da riportare a terra in una successiva missione. Il contributo americano sarebbe stato la fornitura di strumenti, veicoli di lancio e sistemi di ingresso in atmosfera, discesa e atterraggio.

Un comitato scientifico indipendente aveva, nel 2011, indicato questa missione di sample return come prioritaria per NASA tra le missioni flagship di esplorazione del sistema solare. Il "Planetary Decadal Survey", sponsorizzato dal National Research Council, viene effettuato ogni 10 anni per identificare le missioni scientifiche prioritarie. NASA, nel formulare la sua strategia sulle future missioni scientifiche, deve tener conto delle raccomandazioni contenute nel survey. L'ultimo survey pubblicato prenedeva in considerazione il decennio 2013-2022.

Anziiché proseguire la collaborazione con l'ESA, NASA sta cercando di rivedere la propria strategia di esplorazione del pianeta rosso, invitando per la prima volta input significativi da parte del direttorato voli spaziali umani. Seconco John Grunsfeld, direttore dei programmi scientifici di NASA, è possibile sviluppare una missione verso Marte più economica e con uno scopo scientifico più ristretto, che sia pronta per essere lanciata nel 2018.

Secondo il decadal survey, però, una volta rinunciato alla missione di classe flagship verso Marte per motivi di budget, la successiva seconda priorità indicata per NASA sarebbe una missione nell'orbita di Europa, la luna ghiacciata di Giove. Il costo stimato di questa missione è però di 4,7 miliardi di dollari. Alcuni scienziati, comunque, stanno attivamente promuovendo questa strategia, facendo notare che la missione verso Europa avrebbe una priorità superiore ad una missione marziana minore nel decadal survey.

I fautori della missione verso Europa stanno valutando tre possibili opzioni per ridurre il costo della missione restringendone le ambizioni scientifiche, senza però comprometterne la valenza. Le tre proposte prevedono una missione concentrata prevalentemente allo studio della struttura interna e degli oceani del satellite di Giove, un orbiter del gigante gassoso programmato per fare multipli flyby di Europa, oppure un lander che atterrerebbe sulla superficie del satellite. Gli studi preliminari dovranno essere presentati a NASA e al Congresso a maggio, e dovranno prevedere un costo complessivo di missione al di sotto dei 2 miliardi di dollari, compreso il lanciatore.

Secondo i fautori della missione minore su Marte, invece, anche una missione ridotta verso Europa sarebbe comunque al di fuori della portata del nuovo budget dell'agenzia. In questo stato di incertezza alcuni scienziati, come ad esempio Bill McKinnon della Washington University, fanno notare che quando le missioni Juno e Cassini giungeranno al termine, nel 2017, non ci saranno altre missioni NASA operative nei pianeti esterni del sistema solare.

Nel frattempo l'ESA sta considerando una propria missione verso Giove, nota come JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer). La missione è tra le candidate, insieme ad altre due proposte, ad essere selezionate per il successivo sviluppo dall'Agenzia Spaziale Europea nel prossimo aprile. Le altre due proposte comprendono un telescopio a raggi X, ed un osservatorio dedito allo studio delle onde gravitazionali. Il costo di JUICE è limitato ad 1 miliardo di euro, ed il lancio sarebbe previsto all'inizio degli anni '20.

Il decadal survey identifica altre possibili missioni flagship di NASA verso i pianeti esterni, incluso un orbiter di Urano e uno della luna di Saturno, Encelado, ma assegna ad esse una priorità minore rispetto al sample return su Marte e all'orbiter di Europa, e quindi difficilmente saranno realizzate nel prossimo decennio.

La proposta fiscale del 2013 è al di sotto anche delle previsioni più pessimistiche effettuate nel decadal survey. Secondo questo documento, nel caso di un budget ristretto, la NASA dovrebbe ritardare o cercare di ridurre il costo delle missioni flagship, mentre le missioni minori del tipo "New Frontiers" o "Discovery" dovrebbero essere modificate solo nel caso che i cambi alle missioni flagship fossero insufficienti a rientrare nel budget.

Il decadal survey indica come obiettivo per NASA una missione di tipo Discovery (le più economiche) ogni 24 mesi. Il nuovo budget provocherà il ritardo della selezione di una nuova missione Discovery, che non avverrà prima del 2015, portando la distanza fra la selezione di due missioni successive a 54 mesi, più del doppio del periodo raccomandato. NASA infatti prevede di annunciare la prossima missione Discovery nell'estate 2012, quando dovra scegliere fra tre proposte finaliste: una sonda che studierà da vicino diverse comete, un lander di Marte per lo studio del sottosuolo, ed un veicolo progettato per galleggiare nei mari di metano ed etano presenti su Titano.

Per quanto riguarda le missioni di classe intermedia, denominate New Frontiers, il decadal survey raccomanda a NASA la selezione di due progetti nel decennio 2013-2022. La prossima missione New Frontier, la quarta in totale dopo New Horizons (in viaggio verso Plutone), Juno (in viaggio verso Giove) e OSIRIS-REx (missione in preparazione per la raccolta di campioni di asteroidi), dovrebbe essere annunciata nel 2016, con un lancio previsto nel 2023. Non sono ancora state decise le tempistiche per la selezione dell'altra missione New Frontiers.

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.