Il rover marziano Opportunity inizia l’esplorazione del cratere Endeavour

Il lavoro preliminare che il rover marziano della nasa Opportunity sta compiendo all’interno del cratere Endeavour sta rivelando  un ambiente caratterizzato da una composizione della superficie differente da qualunque altra zona esplorata in precedenza dal robot nei suoi primi sette anni e mezzo di vita operativa.

Opportunity è giunto alla sua nuova destinazione circa tre settimane fa, al termine di una lunga corsa che l’ha portato sul bordo di questo grande cratere del diametro di 22 chilometri.

La prima roccia ad essere esaminata è stata un masso dalla cima piatta e delle dimensioni di uno sgabello. Sembra sia stato eroso da un impatto, che ha scavato nel bordo del cratere un avvallamento grande quanto un campo da tennis. Seguendo la tradizione iniziata fin dai primi giorni di missione, anche a questa roccia è stato dato un “nome” proprio:”Tisdale 2.”

“Questa roccia è diversa da qualsiasi altra osservata in precedenza su Marte” ha dichiarato Steve Sqyres, il geologo responsabile (principal investigator, ndr) di Opportunity, di stanza alla Cornell University di Ithaca, New York, “la sua composizione è simile a quella di alcune rocce vulcaniche, ma c’è molto più zinco e bromo di quanto non ci si aspetterebbe. Sembra proprio la conferma che l’aver raggiunto Endeavour ci abbia regalato una sorta di secondo atterraggio per Opportunity”.

Le particolarità dei frammenti rinvenuti nell’esame di Tisdale 2 potrebbero essere il preludio ad altre scoperte di Opportunity nel cratere Endeavour. Nelle ultime due settimane i ricercatori hanno utilizzato lo spettrometro del braccio robotico del rover per identificare gli elementi presenti in diversi punti di Tisdale 2. Sono stati utilizzati anche la fotocamera microscopica e la pancam (la telecamera stereoscopica normalmente impiegata per fotografie a largo campo ndr), con i suoi  numerosi filtri.

Le osservazioni dall’alto, condotte con i satelliti attualmente in orbita marziana, hanno consentito di stimare l’età degli affioramenti rocciosi che compongono il bordo del cratere Endeavour, datandoli ai periodi più antichi della storia marziana, e hanno rilevato la presenza di argille che potrebbero essersi formate in un ambiente umido a bassa acidità, potenzialmente favorevole allo sviluppo della vita.

Il punto in cui Opportunity ha approciato il cratere è stato chiamato “Cape York”, mentre la rientranza che divide Cape York dalla sporgenza successiva, verso sud, è stata chiamata “Botany Bay”.
“Nei tratti finali dell’avvicinamento a Cape York abbiamo notato delle sporgenze irregolari in Botany Bay completamente diverse da quelle osservate in precedenza da Opportunity, e una particolare formazione di Botany Bay sembra proprio composta da roccia sedimentaria attraversata da venature di minerali forse trasportati dall’acqua” ha affermato Ray Arvidson, vice Principal Investigator e impiegato presso la  Washington University di  St. Louis. “Abbiamo deciso di iniziare le nostre analisi dalle antiche rocce di Cape York”.

Il team di scienziati che lavorano al programma MER ha scelto Endeavour come la destinazione di lungo periodo per Opportunity dopo che il rover era uscito dal cratere Victoria, circa tre anni or sono. Il rover aveva trascorso due anni esaminando l’interno di Victoria, che ha dimensioni molto più contenute di Endeavour avendo un diametro inferiore al chilometro. Le rocce di Victoria avevano rivelato la presenza di un ambiente ricco di solfati, formatisi in un ambiente ad alto tasso di acidità. In seguito Opportunity ha affrontato una traversata di 21 chilometri per raggiungere la sua nuova destinazione, portando l’odometro a segnare l’incredibile distanza di 33,5 km percorsi dal momento del suo atterraggio.

“Siamo di fronte ad un rover un pò anziano ma in ottima salute, che ha lavorato per un periodo di tempo 30 volte superiore a quello preventivato”, ha detto John Callas, responsabile del rover Opportunity per NASA/JPL a Pasadena, California.
“A questo punto potremmo perdere uno qualunque dei componenti critici del robot, e la missione sarebbe finita. Allo stesso modo però potremmo continuare a beneficiare del lavoro del rover per diversi anni. Ci sono chilometri di eccitanti obiettivi geologici da esplorare dentro al cratere Endeavour”.

Opportunity e il suo gemello Spirit hanno completato la loro missione trimestrale originale nell’aprile 2004, e da allora hanno proseguito a lavorare per anni nel contesto di una missione che è stata costantemente estesa nel tempo. Entrambi hanno effettuato importanti scoperte riguardo l’ambiente umido che caratterizzava Marte in epoche remote; un ambiente che avrebbe potuto consentire lo sviluppo della vita. Spirit ha cessato di funzionare nel marzo 2010.

“È come se fossimo atterrati di nuovo, con il nostro rover veterano” ha aggiunto Dave Lavery, addetto al programma MER impiegato al quartier generale NASA di Washington. “Si tratta di un regalo incredibile che testimonia la bontà dell’hardware con cui stiamo esplorando Marte”.

NASA lancerà verso Marte il suo nuovo rover, Curiosity, tra il 25 novembre e il 18 dicembre 2011. L’atterraggio è previsto per l’agosto 2012.

Tutte le novità sulla missione di Opportuniry sono online al sito http://www.nasa.gov/rovers

Fonte: NASA

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.