Nautilus-X, il primo concept per un MMSEV

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Sono state diffuse nei giorni scorsi le prime caratterstiche tecniche intorno alle quali si sta lavorando per definire una roadmap e un progetto per il Multi-Mission Space Exploration Vehicle, ovvero il mezzo indispensabile per supportare missioni umane extra-LEO.
Il nome con cui è stato battezzato MMSEV è Nautilus-X, acronimo di Non Atmospheric Universal Transport Intended for Lenghty United States eXploration.
Innanzitutto i requisiti intorno ai quali si è iniziato a lavorare:
– Supporto a missioni umane con equipaggio di 6 persone per durata sino a 24 mesi
– Capacità di volo extra-atmosferico
– Modulo centrifugo integrato per la salute degli astronauti
– Sistema ECLSS manutenibile senza l'effettuazione di attività EVA
– Sistema propulsivo modulare ed evolvibile indipendentemente
– Utilizzo di strutture gonfiabili
– Sistema di airlock supportato da un braccio robotico per il collegamento con l'esterno
– Utilizzo di Orion per i trasferimenti da Terra alla LEO e rientro, capacità di docking con Orion, ISS e mezzi di rifornimento autonomo Europei.

Per quanto riguarda la costruzione e l'immissione in L1, punto scelto per la costruzione, sarebbero pianificati 2-3 lanci del vettore pesante HLV e 1 lancio del vettore manned per Orion. Con il primo lancio sarebbe però già lanciato il "core" indipendente e autonomo nel volo, capace di autosostenersi in attesa del completamento.

Per la prima volta viene quindi preso in considerazione un modulo più volte ipotizzato nei decenni passati ma mai arrivato ad essere concretamente progettato, si tratta del modulo centrifugo, giudicato importante per la salute dell'equipaggio.

Per la parte propulsiva, come detto intercambiabile a seconda delle missioni e degli sviluppi è prevedibile un utilizzo sia di un propulsore a ioni sia di un più tradizionale propulsore chimico a bassa spinta ma alto ISP.
Per la generazione di potenza è prevista la tradizionale fotovoltaica.

Per quanto riguarda l'equipaggio è previsto l'utilizzo di un airlock che possa supportare l'impiego di una MMU (Manned Maneuvering Unit) di nuova generazione, soprattutto in vista dell'esplorazione di corpi a bassa gravità propria.

Per la protezione da radiazioni si procederà con un approccio MIT, ovvero utilizzando campi magnetici e sarà presente una zona particolarmente protetta da uno scudo formato da acqua e idrogeno in cui rifugiarsi nel caso di eventi particolarmente violenti.
 
Infine il costo previsto per la costruzione si aggirerebbe intorno ai 3.7 miliardi di dollari con un tempo di progettazione e costruzione di 64 mesi.

Per questo progetto sarebbe previsto un collaudo propedeutico sulla ISS del modulo centrifugo. Per questo primo test, destinato a verificare le tecnologie della struttura gonfiabile, i sigilli, i cuscinetti e le parti mobili avrebbe un costo compreso fra 84 e 143 milioni di dollari e un tempo fra l'inizio dello sviluppo e il lancio di 39 mesi.
Per abbatere i costi e non vanificare materiale già disponibile come segmento centrale si utilizzerebbe uno moduli di docking dello Space Shuttle. Il modulo centrifugo, agganciato al Nodo-2 della ISS non creerebbe vibrazioni significative e dannose per gli altri esperimenti già sulla ISS e potrebbe essere utilizzato dall'equipaggio come zona notte per dormire in ambiente a gravità parziale e utilizzarlo per mangiare o effettuare attività in ambiente non micro-g.
Il modulo sperimentale avrebbe un diametro di circa 10m e una sezione del condotto interno di 1.3m. Con giri variabili da 4 a 10 al minuto creerebbe un ambiente con gravità compresa fra 0.09 e 0.5G.

Fonte: NASA

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.