WISE completa la ricerca di asteroidi e comete

Il telescopio spaziale WISE della NASA ha completato anche l’ultima fase del suo lavoro, la missione NEOWISE, riuscendo nell’impresa di osservare più di 33000 oggetti celesti, tra cui asteroidi e comete facenti parte dei cosiddetti Near Earth Objects (NEOs), che orbitano attorno al sole e che devono essere mappati per assicurare che non costituiscano pericoli per il nostro pianeta.

WISE è di fatto il primo telescopio spaziale che è stato parzialmente utilizzato allo scopo dell’individuazione di NEOs, che attualmente vengono osservati da terra attraverso telescopi posti nei luoghi meno accessibili del pianeta. È stata la stessa NASA ad ipotizzare l’utilizzo di WISE per questo scopo, dopo il continuo interesse del Congresso americano, prima nel 1992 e poi ancora nel 1997 e nel 2005, verso la conclusione della mappatura del 90% della popolazione dei NEOs per il 2020.

La prima parte della missione di WISE si è svolta da dicembre 2009 a ottobre 2010, attraverso quattro camere delle quali due raffreddate a temperature criogeniche, con obiettivi astrofisici e non solo di astrometria asteroidale e cometaria. Una volta conclusa questa fase, NASA ha proposto di mantenere per quattro mesi in attività lo spacecraft, utilizzando le due camere che non devono essere raffreddate con criogenia, concretizzando quella che è stata chiamata NEOWISE.

In tutta la sua vita, il telescopio americano ha osservato più di 153000 corpi rocciosi – dei quali 33000 sconosciuti – appartenenti per lo più alla prima fascia asteroidale del Sistema Solare, su un totale di 500000 asteroidi attualmente tabulati dal Minor Planet Center, il centro finanziato dalla NASA e appartenente allo Smithsonian Institute for Astrophysics che tabula le effemeridi dei Near Earth Objects. Nel mondo i centri preposti al mantenimento di databases su asteroidi, pianetini e comete sono appunto il MPC, il JPL di Pasadena e il centro NEODyS dell’Università di Pisa.

La grande mole di osservazioni ottenuta grazie a WISE sarà processata in questi mesi, verificando anche la composizione fisico-chimica degli oggetti osservati, combinando i dati nel visibile e nell’infrarosso. Oltre a questo, i dati raccolti saranno utilizzati per propagare – nei modelli più raffinati, comprendenti le correzioni relativistiche – le traiettorie degli oggetti considerati potenzialmente pericolosi – Potentially Hazardous Asteroids (PHAs) – verificando le distanze di close approach con la Terra.

Fonte primaria: NASA JPL

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