La Russia ripulirà l’orbita

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
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Il portale Spacedaily informa che Energia ha annunicato che intende realizzare una speciale piattaforma orbitante per ripulire dai detriti la porzione di spazio piu' vicina alla Terra. Il sistema avra' un costo  di circa 1.9 miliardi di dollari, e prevede di recuperare, nell'arco di dieci anni, circa 600 satelliti obsoleti che occupano la medesima orbita geosincrona, per poi distruggerli nell'oceano. Il satellite "spazzino" sara' alimentato da energia nucleare, con una autonomia di 15 anni; la sua operativita' e' prevista entro il 2023. A margine, Victor Sinyavsky, portavoce di Energia, ha dichiarato all'agenzia di stampa Interfax che la Russia ha anche progettato un "intercettore spaziale" per distruggere corpi celesti in rotta di collisione con il nostro pianeta.
Il problema dei detriti spaziali si fa sempre piu' pressante, con circa 500mila frammenti piu' grandi di un centimetro attualmente in orbita, e con velocita' di piu' di 40mila km all'ora che li rendono proiettili micidiali. Solo recentemente, tuttavia, ha cominciato a diffondersi presso la comunita' spaziale una maggiore consapevolezza dell'importanza di limitare l'inquinamento orbitale. Proprio in questi mesi, ad esempio, la Surrey Satellite Technology ha riposizionato il satellite UK-DMC-1, giunto al termine della sua vita operativa, in modo da ridurne al massimo la permanenza in orbita e la possibilita' che il suo rientro distruttivo generasse comunque detriti. A tal fine si e' provveduto a consumare interamente il carburante residuo, per eliminare ogni fonte di pressione interna che avrebbe potuto fornire spinta ai frammenti. Si tratta di una operazione di "buona pratica" che, purtroppo, al momento e' ancora demandata esclusivamente alla sensibilita' dell'operatore del satellite, mentre dovrebbe divenire prassi comune.

fonte: spacedaily.com

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017