Iniziati i test della protezione termica della sonda Gaia

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Continua lo sviluppo del satellite Gaia dell’ESA, l’11 Luglio il mockup della protezione dalla luce solare, il Deployable Sunshield Assembly (DSA), è stato installato all’interno del Large Space Simulator (LSS) presso l'ESTEC di Noordwijk (NL) dove sarà sottoposto a test di simulazione dell’ambiente spaziale e prove termiche in camera a vuoto.

Lo schermo solare (DSA) ha una struttura particolare costituito sia da 12 pannelli rigidi rettangolari che da 12 pannelli pieghevoli triangolari. Tutta la struttura, per essere contenuta nella carena del vettore sarà ripiegata contro i lati del satellite.

Il progetto di questo schermo è unico nel suo genere, in quanto svolge una duplice funzione di isolamento per gli strumenti di bordo, sia dalla luce solare che da isolante termico in modo da mantenere gli stessi alla temperatura costante di -100°C.

In configurazione completa il sistema di protezione termica avrà un diametro di 10,2 metri, e sarà sempre rivolto verso il Sole, come un grande piatto che isolerà Gaia dalle radiazioni solari.

Tutto ciò serve per rendere funzionante un ambizioso progetto scientifico dell’ESA.
Nata dalle basi del progetto Hipparcos, Gaia è un satellite per studi d’astrometria (dal peso di 2 Ton), la sua missione consisterà nel determinare la posizione, la distanza e la velocità di circa 1 miliardo di stelle della nostra galassia, ma non solo, uno degli obiettivi principali della missione è anche calcolare il parallasse delle stesse stelle con una strumentazione di bordo con risoluzione di 20 micro-secondi d’arco. 

Il satellite ospiterà una strumentazione particolare.
Due telescopi costituiti da tre specchi curvi, rettangolari, cui seguono due specchi mobili studiati per far si che la luce stellare giunga su un comune piano focale.
Piano focale che poi è suddiviso in tre zone per permettere misurazioni fotometriche, astrometriche e spettroscopiche. Ogni strumento utilizza una serie di rilevatori elettronici (CCD) fra i più sensibili mai costruiti.

Il lancio della sonda è previsto per il 2011 per mezzo di un vettore Sojuz/Fregat e la stessa si posizionerà in un’orbita di tipo Lissajous attorno al punto langrangiano L2 a circa 1,5 milioni di Km dal Sole, trenta giorni dopo il lift-off.

Come noto al punto L2 le forze d’attrazione e repulsione fra due corpi celesti si equivalgono e in tale punto un oggetto non incontra mai ombra, il che può garantire condizioni di alta stabilità termica e bassa radiazione.

La missione ha una durata prevista di cinque anni, dedicati allo studio delle stelle della galassia e come obbiettivo secondario l’individuazione di corpi celesti di luminosità molto debole, come la famiglia d'asteroidi Aten.

Terminata la missione sono previsti ulteriori tre anni di lavoro per la programmazione di un modello computerizzato tridimensionale di grandi dimensioni che non mostrerà soltanto la posizione aggiornata degli astri, ma anche la direzione del loro moto, il loro colore e la loro composizione chimica.

Le immagini sono tutte di fonte ESA:
nella prima il Logo della missione,
nella seconda il satellite con la protezione chiusa,
nella terza Gaia in configurazione operativa.

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