Galileo brucia le tappe verso i primi lanci

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

L’alternativa europea al sistema di navigazione satellitare americano Gps è sempre più una realtà: il programma Galileo, avviato cinque anni fa dall’Esa e dall’Unione Europea, sta infatti pienamente rispettando la timeline verso la messa in orbita dei trenta satelliti che ne comporranno la costellazione. Con l’Italia che si conferma in prima fila tra i protagonisti del progetto. Intanto si sta regolarmente completando la fase sperimentale, prevista con la serie di satelliti Giove (Galileo in orbit validation element): dopo il Giove-A, nel 2005, il 27 aprile scorso dal cosmodromo di Bajkonur è stato lanciato il Giove-B, che ha a bordo tre orologi atomici (due al rubidio e uno all’idrogeno, al momento il più affidabile mai costruito).

Il primo luglio di quest’anno, poi, la Commissione europea ha diramato le modalità per partecipare alla fornitura di tutta la parte infrastrutturale del progetto. Modalità che prevedono una prima fase selettiva e una seconda progettuale relativa ai singoli appalti definita “Dialogue phase”. Delle ventuno aziende europee che hanno aderito al bando nei termini previsti (entro agosto), ne sono state selezionate solo undici. La “short-list”, resa pubblica il 19 settembre scorso, testimonia l’importanza dell’apporto italiano al programma: Thales Alenia Space (società Thales/Finmeccanica) e Telespazio (Finmeccanica/Thales) hanno infatti a pieno titolo “passato il turno”.   

Quest’ultima, con i tedeschi di Dlr e la britannica Inmarsat, si occuperà della parte operativa, mentre Thales Alenia Space Italia sarà coinvolta nella parte di supporto e i cugini francesi si occuperanno della missione a terra. Le specifiche del “Procurement” disposto a luglio dalla Commissione Ue, prevedono appalti per circa 2,2 miliardi di euro suddivisi tra sei diversi moduli. Nel dettaglio: 120 milioni ai sistemi di supporto, 270 per la missione a terra, 170 per la parte operativa e 45 per il controllo a terra. E poi ci sono i due “piatti forti”, la parte satellitare e quella di lancio: sulla carta valgono rispettivamente 845 e 700 milioni di euro. La prima è andata tutta ai tedeschi (Astrium e Ohb System) la seconda, naturalmente, ad Arianespace (controllata dall’Ente spaziale francese e dal gruppo franco-tedesco Eads, ma con un pacchetto poco sotto il 10 per cento in mano ad Alenia e Avio).

Arianespace si è quindi subito attivata per l’acquisto dei lanciatori, razzi Sojuz ST, direttamente dal costruttore Koralev. L’operazione è stata effettivamente formalizzata proprio a inizio settembre a Soci, sul Mar Nero, con un contratto da 345 milioni siglato dal premier russo Vladimir Putin e dal suo omologo francese Francois Fillon. Ciascun Sojuz lancerà due dei 30 satelliti del programma, anche se è scontato che una parte la giocherà anche l’Ariane 5. Quasi certamente la base di lancio sarà il poligono di Kourou, nella Guayana francese, già modificato per operare coi Vega e i Sojuz.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.