Il Giappone insegue il Sole nello spazio

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

L'agenzia spaziale nipponica JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency) sta finanziando uno studio approfondito di fattibilita' per la realizzazione di stazioni orbitali che catturino la luce solare e la re-indirizzino a terra per mezzo di laser o microonde.

L'idea non e' assolutamente nuova, e molto allettante. Alcuni fatti:

– una fascia ampia un chilometro alla distanza delle orbite geostazionarie riceve in un anno un flusso di energia pari al potenziale di tutte le riserve fossili conosciute al mondo

– nello spazio, l'irraggiamento solare e' da 5 a 10 volte maggiore che sulla Terra

– la luce puo' essere raccolta 24 ore al giorno

– non ci sono problemi meteorologici

– inquinamento pari a zero

Ovviamente, l'ostacolo e' rappresentato dai costi, sino ad oggi giudicati eccessivi. Basti pensare che il progetto prevede strutture enormi gia' per la fase di test, con specchi di condensazione, pannelli solari e trasmittenti a microonde che si estendono per chilometri e con pesi di decine di migliaia di tonnellate. Una ipotetica antenna al suolo per la ricezione delle microonde avrebbe una lunghezza di due chilometri.
Siamo quindi nell'ordine delle decine di miliardi di dollari. Tanti, ma forse non troppi, almeno secondi i giapponesi. Il fine dello studio e' produrre energia assolutamente pulita ad un costo di 6.5 centesimi di $ al KW/ora, ovvero l'attuale prezzo di mercato. Con i costi dell'energia in costante aumento, ed i crescenti allarmi per l'ambiente, la valutazione dell'impegno economico deve essere rivista.

Secondo la JAXA, entro il 2030 potrebbe essere operativo un generatore solare orbitale da un gigawatt, che trasmetterebbe l'energia ad impianti a Terra, ove sarebbe poi immessa nella rete distributiva, o "immagazzinata" sotto forma di idrogeno (ricordiamo che l'idrogeno e' un "vettore" di energia, non un generatore puro: esso, al pari di una molla, rilascia l'energia che ha immagazzinato).

L'intensita' della trasmissione sarebbe dell'ordine dei 5 kW per metro quadro, ovvero 5 volte l'intesita' dell'irraggiamento solare che possiamo sperimentare in un mezzogiorno estivo. Non e' un valore tale da porre a rischio la salute, tuttavia per evidenti motivi le aree di ricezione sarebbero interdette e probabilmente situate in mare.

Per la trasmissione, come detto, si parla di microonde o raggi laser.
Il professor Suzuki della Jaxa attualmente conduce esperimenti con un laser a fibre ottiche ed uno specchio riflettente che opera esclusivamente nella lunghezza d'onda dei 1.064 nanometri, scelta perche' attraverso l'atmosfera essa passa praticamente indisturbata.

L'entusiasmo dei ricercatori e' purtroppo mitigato dai recenti sviluppi delle politiche spaziali internazionali. Secondo il prof. Suzuki, questo titanico progetto richiederebbe ovviamente un'ampia collaborazione internazionale; purtroppo la crescente militarizzazione dello spazio sembra spingere in altra direzione.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017