Lanciato il telescopio GLAST.

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

È partito oggi, 11 giugno, il Gamma-ray Large Area Space Telescope o GLAST, satellite della NASA.

Il lancio.
Un vettore Delta II si è sollevato oggi pomeriggio dalla base di Cape Canaveral portando in orbita il satellite GLAST da 690 milioni di dollari, il più sofisticato osservatorio mai costruito per studiare i raggi gamma generati dalle più violente esplosioni dell’Universo conosciuto.
Dopo un ultimo ritardo di 20 minuti dovuto alle stazioni di tracciamento di Terra, il razzo vettore prendeva vita alle 12:05 ora della Florida (le 18:05 italiane) e saliva rapidamente in cielo dalla rampa 17B della Cape Canaveral Air Force Station.
Il razzo si è comportato molto bene. È stato l’81esimo successo consecutivo per i vettori Delta dal gennaio 1997 e 75 minuti dopo il lancio il satellite è stato rilasciato su un’orbita a 560 km di quota. Pochi minuti dopo i due pannelli solari venivano estesi come previsto. Serviranno ora almeno un paio di mesi per la calibrazione degli strumenti di bordo prima dell’inizio dell’attività scientifica vera e propria.
Il progettista scientifico della missione Steven Ritz ha detto: “Sarà un grandioso strumento per scoprire l’universo delle alte energie ed aprirà una finestra sui potenti fenomeni ancora poco conosciuti come buchi neri, stelle a neutroni, esplosioni di raggi gamma.”
Dopo il lancio ha aggiunto “Missione nominale, sembra tutto OK. Non potremmo essere più felici!”

Il vettore.
La preparazione del lancio ha avuto diversi problemi che hanno causato altrettanti ritardi al lancio. Uno degli ultimi è stato causato dalla sostituzione delle batterie del Flight Termination System.
Il Delta II 7920H-10C è la versione pesante del razzo a due stadi Delta II 7920-10 alto 38,4 metri che ha un primo stadio formato da booster con motori Pratt & Whitney Rocketdyne RS-27A e nove booster a combustibile solido della Alliant Techsystems (ATK). Sei booster si avviano al decollo mentre altri tre si avviano una volta in volo come aiuto ai primi.
Questa è la prima missione ULA per la NASA e il secondo lancio Delta II da Cape Canaveral per quest’anno. Il precedente lancio Delta è stato il GPS IIR-19 effettuato in Marzo. In tutto è il quarto lancio per ULA quest’anno.

Il Satellite GLAST.
Il telescopio GLAST studierà gli oggetti più estremi dell’universo, osservando processi fisici ben oltre le capacità dei laboratori terrestri. È stato costruito come ideale seguito del lavoro eseguito dal Compton Gamma Ray Observatory, lanciato dallo Space Shuttle nel 1991. CGRO, dopo aver mietuto numerosi successi ed aver mostrato la punta dell’iceberg che è l’osservazione dei raggi gamma, ha terminato la sua vita operativa nel 2000 con un tuffo nell’atmosfera terrestre.
L’osservatorio GLAST utilizzerà due strumenti principali, il telescopio a largo campo (Large Area Telescope – LAT) e il GLAST Burst Monitor (GBM). Il LAT avrà un campo visivo che coprirà contemporaneamente il 20% del cielo, circa quanto un occhio umano e fornirà una sensibilità mai raggiunta nei raggi gamma sui campi di energia fra i 20 MeV e i 300 MeV.
Il GBM, monitor dei picchi di energia, è stato inserito come un componente aggiuntivo per la missione GLAST e sarà sensibile ai raggi X e raggi gamma con energie fra 8 keV e 25 MeV.
La combinazione fra GBM e LAT fornirà un potente strumento per studiare gli impulsi di raggi gamma, in particolare per gli studi spettrali in funzione del tempo su un’ampia varietà di bande energetiche. Stiamo parlando di un range energetico di 10 milioni di volte, come se suonassimo un pianoforte che spazia su 23 ottave (276 tasti fra bianchi e neri – 6 metri di tastiera!).
LAT, che sarà lo strumento principale, funzionerà più come un rilevatore di particelle che come un telescopio convenzionale. È 30 volte più sensibile (e anche di più su alte energie) della migliore missione precedente, permettendo di rilevare migliaia di nuove sorgenti a raggi gamma ed estendendo la nostra conoscenza su moltissime nuove sorgenti gamma prima non visibili. Studierà come alcuni buchi neri accelerano la materia a velocità vicine a quella della luce e forse aiuterà a rivelare la natura della materia oscura.
L’altro strumento, il GBM rileverà circa 200 esplosioni gamma all’anno.
Si cercherà anche di capirne di più sull’enigmatico processo che genera i raggi cosmici, radiazioni emesse quando dei frammenti iper-caldi vengono attirati nei buchi neri e soprattutto sugli impulsi esplosivi di raggi gamma in cui vengono rilasciate in un secondo energie superiori a quella che il nostro Sole genera durante la sua intera vita.
Studierà dei fasci di raggi gamma che possono arrivare a livelli energetici di centinaia di miliardi di volte superiori ai fotoni della luce visibile.

Foto Carleton Bailie per United Launch Alliance.

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Luigi Morielli

Luigi ha collaborato con AstronautiNEWS fino al luglio 2010. Da allora si e' trasferito in pianta stabile sul suo blog personale Astrogation - http://astrogation.blogspot.com - e cura la rubrica di Astronautica sulla rivista Coelum.