STS-119: definizione missione

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Cominciano a delinearsi i programmi e i task che saranno compito dell'equipaggio a bordo della missione STS-119 ora prevista per febbraio 2009.
Il payload principale è ovviamente definito da tempo e sarà l'ultimo segmento di sostegno S6, con gli ultimi due set di pannelli e radiatori i quali completeranno la configurazione energetica della sezione internazionale della Stazione.
Per ora sono programmate almeno 4 EVA, principalmente dedicate all'installazione del payload primario, ancora incerta la distribuzione di essere nell'arco dei giorni di aggancio alla ISS per la necessità di compiere anche altre attività fra cui l'ispezione allo scudo termico eventualmente richiesta e cercando di ottimizzare i tempi.
Anche il payload nel middeck è ancora da assestare in quanto ultimamente è sorta la necessità di portare sulla ISS il BMRRM (Bearing Motor Roll Ring Module) sostituito qualche mese fa e riparato a terra, questo comporterà l'eliminazione di qualche spazio sul ponte dello shuttle obbligando a lasciare a terra 5 sacche MLE con altro materiale da portare a bordo. Sembra che la maggiore priorità del BMRRM farà spostare queste sacche con il relativo materiale alla STS-128.
Questa sarà anche la missione dedicata ad almeno due esperimenti decisamente interessanti, uno per il programma Shuttle e un secondo per il Constellation.
Partendo da quest'ultimo, e denominato "Thrust Oscillation Seat DTO" è un esperimento dedicato alla migliore comprensione degli effetti vibrazionali sull'equipaggio nelle fasi più movimentate del lancio con i SRB (principale causa di vibrazione) attivi.
L'obiettivo è quello di raccogliere dati certi sugli effetti direttamente sull'equipaggio della gamma di vibrazioni cui è soggetto per meglio capire i limiti e le difficoltà da affrontare per la risoluzione della questione su Ares I.
E' abbastanza ben conosciuta la dinamica e la pericolosità di tali vibrazioni sull'uomo, portando in fase crescente all'incapacità d'azione, a danni fisici fino alla morte.
L'esperimento è stato richiesto dal Constellation Program e molto praticamente consisterà in alcune prove che alcuni membri dell'equipaggio dovranno effettuare nelle fasi di lancio portando utili informazioni sui limiti alla vista portati dalle vibrazioni.
Saranno coinvolti 3 Mission Specialist sul middeck, i quali avranno montati sui loro sedili un sistema di accelerometri (3 ciascuno, uno per asse) e semplicemente rimovibili come di consueto una volta in orbita. Davanti a loro, sulla parete di fronte saranno montati dei pannelli con i classici test oculistici di riconoscimento delle lettere.
L'esperimento consisterà nel capire quanto sia il degrado nella vista provocato dalle vibrazioni del lancio e quanto queste siano da attenuare per avere livelli accettabili di operatività.
L'esperimento sarà poi ripetuto anche su STS-127 e su STS-128.
L'altro importante esperimento è il Boundary Layer Transition DTO, il quale era precedentemente previsto per STS-126 ma a causa della rapidità di rotazione in quel periodo degli orbiter sarà installato su questa missione.
L'esperimento consiste nell'inserire, in una zona non critica dello scudo termico nella pancia dello shuttle una piastrella che presenta un piccolo gradino sporgente in modo da simulare il sollevamento di un gap filler. Lo scopo è quello di verificare l'evoluzione e la dinamica del rientro nella zona circostante osservando eventuali stress termici aggiuntivi o eventualmente assenza di danni per sapersi comportare in eventuali episodi futuri di fuoriuscita di questi spessori inseriti fra le piastrelle come già è avvenuto in passato.
Lo spessore presenta un bordo sporgente a gradino di 0,6cm ed è già prevista la sostituzione di tre piastrelle per evitare surriscaldamenti nella zona posteriore in cui il flusso ionizzato sarà modificato, con la piastrella speciale che sarà equipaggiata con ben 13 sensori di temperatura, 11 in scia alla discontinuità (1 di backup, 10 in funzione), 1 sulla protuberanza e 1 antecedente ad essa come campione di riferimento.
Sempre in questa missione farà il suo debutto una piccola modifica sulle cinture dell'equipaggio, le quali saranno agganciate ad un nuovo "Inertia Reel" dal funzionamento simile a quello delle comuni automobili in cui in caso di decelerazioni si bloccano fissando il passeggero al sedile.
In questo caso il modello attuale blocca l'astronauta per accelerazioni esclusivamente in un verso sull'asse frontale, rischiando di far spostare l'astronauta dalla sua sede in caso di accelerazioni diverse da quest'unica contemplata. Con il nuovo sistema invece l'equipaggio è bloccato con il sistema che risponde su accelerazioni sui tre assi e in entrambi i versi permettendo comunque la medesima libertà di movimento in caso di accelerazioni critiche non presenti.
Un'ulteriore modifica sarà apportata all'SRMS (Shuttle Remote Manipulator System), il quale sarà modificato per l'esaurita disponibilità del materiale (Raybestos) impiegato fino ad ora in una parte dei freni del braccio, il quale verrà sostituito con più moderni materiali ceramici.
Altre modifiche a bordi d'attacco, pod OMS e antennda in banda KU sono ancora in fase di analisi in attesa di eventuale approvazione.

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.